A Londra sono state ritrovate tracce del virus della poliomielite: che cosa sappiamo finora?

Per la prima volta in quasi 40 anni, nelle acque reflue di Londra sono state ritrovate tracce consistenti del poliovirus. Le autorità inglesi hanno subito avviato le indagini ma nel frattempo hanno rassicurato che non sono stati individuati contagi nelle persone e che il rischio per il pubblico in generale è estremamente basso.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Giugno 2022
* ultima modifica il 24/06/2022

A Londra c’è una rete di tubi metallici che corre sotto la città snodandosi in un labirinto sotterraneo intricatissimo. È un impianto fognario infinito, dove scorrono le acque reflue dell’intera città. Dentro queste condutture sono state ritrovate tracce del virus della poliomielite.

È la prima volta in quasi 40 anni che le analisi di acque prelevate delle fogne della capitale del Regno Unito restituiscono questo risultato.

Questo agente virale, come ben sai, colpisce il sistema nervoso provocando anche la paralisi e ma da anni ormai in gran parte del mondo occidentale non esiste praticamente più grazie alle ingenti campagne di vaccinazione di massa mosse a livello internazionale.

Eppure, oggi il virus è tornato a farsi vivo. La UK Heath Security Agency, in collaborazione con la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency tra febbraio e maggio ha prelevato campioni di acque reflue in un impianto del London Beckton Sewage Treatment Works e li ha trovati positivi al poliovirus.

Che cosa sappiamo finora sul ritrovamento del poliovirus a Londra? Dobbiamo preoccuparci? Alla prima domanda rispondo nelle righe che seguono, alla seconda lo faccio subito.

In questi anni abbiamo capito che non si possiamo mai sottovalutare un virus o cercare di azzerarne i rischi in virtù del quieto vivere. Dobbiamo restare vigili senza però creare allarmismi poco utili.

Oggi, di fronte a questo primo potenziale riemergere del virus della poliomielite, la preoccupazione sembrerebbe contenuta. Come hanno spiegato le autorità inglesi “il virus è stato rilevato solo in campioni di acque reflue e non sono stati segnalati casi associati di paralisi”.

La poliomielite

Quando senti parlare di poliomielite devi pensare a una malattia virale decisamente pericolosa, perché una volta entrato nell’organismo il poliovirus è in grado di aggredire il sistema nervoso centrale portando a deformazioni e paralisi.

Eppure, questa patologia potrebbe suonarti poco familiare e il merito è dell’imponente campagna vaccinale che negli anni ne ha rallentato fortemente la diffusione.

Non sto dicendo che i vaccini hanno cancellato la poliomielite dall’elenco delle malattie contagiose e rischiose per l’uomo: ne hanno però attenuato la pericolosità e la portata.

Pensa che nel Regno Unito l’ultimo caso di poliomielite risale al 1984 e nel 2003, grazie alle campagne vaccinali, il Paese è stato dichiarato definitivamente “libero” dalla polio. In Italia invece l’ultima volta che è stata confermata l’infezione era il 1982 e nel 2021 il nostro Paese è stato dichiarato polio-free.

Tra i vaccini sviluppati per combattere la poliomielite, il più diffuso e utilizzato è stato l’OPV (o oral polio vaccine). Noto per essere il farmaco che ha permesso di eradicare la poliomielite in Europa, è un tipo di vaccino composto da una forma di virus attenuata e quindi innocua.

In pratica, questo farmaco porta nel tuo organismo lo stesso poliovirus ma in una forma indebolita capace di replicarsi nell’intestino ma non di penetrare nel sistema nervoso centrale. Ciò permette all’organismo di “vedere” il virus, riconoscerlo e sviluppare una risposta immunitaria per contrastarlo. Senza. ovviamente, risultarne infetto.

Nel 2002 però, con un decreto ministeriale il Governo in linea con le decisioni europee ha deciso di sospendere l’utilizzo di questo vaccino “attivo” e di sostituirlo con quello “inattivato” (il vaccino IPV) e basato su un virus “morto” e somministrato per via intramuscolare.

Nelle fogne di Londra

Nelle sue indagini di sorveglianza di routine, l’UKHSA ogni anno rileva 1 o 3 poliovirus nei campioni di acque reflue di Beckton, un sistema di fognature che serve oltre quattro milioni di persone nel nord e nell'est di Londra.

Si tratta di una situazione abbastanza normale. Il vaccino OPV, come ti hi spiegato, contiene una forma attenuata del virus che replicandosi nell’intestino è capace di “nascondersi” nelle feci di persone appena vaccinate. Capisci quindi che il ritrovamento di tracce di poliovirus nelle acque reflue non deve sorprendere.

Siccome però fino ad ora le concentrazioni virali erano sempre così basse non si è mai alzato il livello di allerta.

Negli ultimi mesi, tuttavia, la quantità di poliovirus nelle acque reflue della città sono state superiori alla media. Soprattutto, nei campioni di acque reflue raccolti dal London Beckton Sewage Treatment Work gli esperti hanno infatti ritrovato tracce di un poliovirus «derivato dal vaccino».

È un ceppo del poliovirus indebolito che inizialmente era presente nel vaccino antipolio orale e che poi è cambiato nel tempo riacquistando le stesse caratteristiche di virulenza e aggressività del virus naturale.

Come hanno specificato i Cdc americani, questa forma di poliovirus può diffondersi facilmente tra le perosne, specialmente quelle non vaccinate, nel momento in cui entrano in contatto con le feci o le secrezioni respiratorie (dovuti a uno starnuto, per esempio) di un infetto.

Perché è ricomparso?

L’aumento del numero di ritrovamenti e delle concentrazioni di poliovirus nelle acque reflue londinesi però non può spiegarsi con un maggior numero di persone vaccinate, anche perché, come ti ho detto prima, l’OPV in Europa non si utilizza più per combattere la poliomielite.

Secondo le autorità inglesi, la spiegazione più probabile è che un individuo sia stato vaccinato con l’OPV in un paese estero e che, una volta tornato nel Regno Unito, abbia innescato una certa diffusione tra individui strettamente collegati nel nord e nell'est di Londra e che ora stiano perdendo il poliovirus attraverso le feci”.

Anche perché la quantità di virus liberato belle feci da soggetti contagiati e non vaccinati sarebbero maggiori rispetto a quelle “perse” dai vaccinati.

C’è da preoccuparsi?

A Londra c’è un focolaio di poliomielite? È il caso di preoccuparsi? Sulla base delle informazioni che oggi abbiamo a disposizione, la risposta è negativa. Anche perché la copertura vaccinale sul territorio inglese e nel resto del mondo è molto buona e il vaccino antipolio IPV è molto efficace nel ridurre il rischio di contagio.

La dottoressa Vanessa Saliba, consulente epidemiologa dell’UKHSA ha spiegato che “il poliovirus di derivazione vaccinale è raro e il rischio per il pubblico in generale è estremamente basso”.

Questo particolare ceppo di virus della poliomielite è potenzialmente in grado di diffondersi e infettare, soprattutto quelle persone che non si sono vaccinate, e in rari casi può anche causare paralisi.

Ad oggi però il virus è stato rilevato soltanto nei campioni di acque reflue prelevati e analizzati e non sono stati segnalati casi. Sintomo, questo, più dell’efficacia di un sistema di controllo e prevenzione piuttosto che di un reale pericolo imminente.

Preoccupazione, no. Precauzione . Jane Clegg, infermiera capo del NHS a Londra, ha sottolineato come la maggior parte dei londinesi sia completamente protetta contro la poliomielite e per questo non dovrà intraprendere ulteriori azioni, “il SSN però inizierà a contattare i genitori di bambini di età inferiore a 5 anni a Londra che non sono in regola con le vaccinazioni antipolio per invitarli a proteggersi”.

Mentre continuano le indagini, l’Oms Europa ha confermato di essere a conoscenza del ritrovamento del poliovirus derivato dal vaccino a Londra e ha fatto sapere che “al momento non ci sono casi segnalati e il rischio pubblico rimane basso”.

Fonte | UK Heath Security Agency

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