Quando la gravidanza si interrompe da sola nel primo trimestre si parla di aborto spontaneo. Durante questo periodo si verificano circa 3 aborti su 4. È un evento naturale, che non preclude a una donna il sogno di diventare madre, ma che può essere comunque psicologicamente doloroso. Perché avviene e come si manifesta?
Il termine aborto spontaneo indica un’interruzione spontanea della gravidanza che avviene prima della ventesima settimana. È un evento molto comune nel primo trimestre. La percentuale è tra il 10-20 percento delle gestazioni note, che si interrompono entro la 12esima settimana. Che cosa significa note? Vuol dire che molte donne potrebbero perdere un bambino e non sapere neanche di essere incinta e di conseguenza non rientrare in questa statistica, che potrebbe avere numeri decisamente più elevati.
La maggior parte degli aborti si verifica perché il feto non si sviluppa normalmente. È un meccanismo di selezione naturale che attiva il corpo. Nonostante sia un’esperienza abbastanza comune, di cui non bisogna vergognarsi, resta psicologicamente una prova impegnativa per le donne.
I sintomi di un aborto spontaneo non sono sempre facili da identificare, soprattutto se si manifestano prima della 12a settimana di gravidanza e assomigliano a una mestruazione.
Le cause di aborto sono diverse, ma la maggior parte si verifica perché il feto non si sviluppa normalmente. Circa la metà è associato a cromosomi extra o mancanti. Molto spesso, i problemi cromosomici derivano da errori che si verificano per caso mentre l'embrione si divide e cresce, non sono dunque problemi ereditati dai genitori. Possono inoltre contribuire all’aborto alcune condizioni di salute materna:
Conoscere i fattori di rischio è molto importante anche per prepararsi a un’eventuale perdita.
Se hai il sospetto che ci sia qualcosa di anomalo nella gravidanza devi recarti dal tuo ginecologo o in un pronto soccorso ostetrico, dove si potrà formulare una diagnosi. In che modo? Il medico potrebbe effettuare un esame pelvico o un’ecografia, da cui si può osservare il decorso della gestazione. Possono esserti prescritte delle analisi del sangue, per controllare il livello di gonadotropina corionica umana ( HCG ).
Solo raccolti tutti i dati sarà possibile per il medico sostenere se c’è in corso una minaccia di aborto spontanea, se hai o stai abortendo. E soprattutto se stai affrontando quello che viene chiamato un aborto settico, ovvero un'infezione nell'utero, che richiede cure immediate.
In caso di minaccia di aborto la cura di solito, la cura consiste nel riposare fino a quando l'emorragia o il dolore non scompaiono. Non è stato dimostrato che il riposo a letto prevenga l'aborto spontaneo, ma a volte è prescritto come salvaguardia. Ti potrebbe essere chiesto di evitare l'esercizio e il sesso. Per quanto riguarda invece il decorso dell’aborto potrebbe succedere che tu faccia tutto da sola. Se l'espulsione non dovesse però presentarsi nell’arco di un paio di settimane, sarà necessario un trattamento medico o chirurgico. In che cosa consiste? Potrebbe esserti prescritto un farmaco per espellere il tessuto della gravidanza e la placenta. Oppure potrebbe esserti consigliato il raschiamento, noto come svuotamento e revisione uterina.
Un aborto spontaneo non ti preclude una nuova gravidanza. Di solito il consiglio del medico è quello di lasciar passare un ciclo e poi riprovarci. In realtà, puoi ovulare già due settimane dopo. Aspettati che il tuo ciclo ritorni entro quattro o sei settimane. Potresti rimanere incinta anche subito, ma assicurati di essere fisicamente e psicologicamente pronta. Le percentuali sono dalla tua parte: meno del 5% delle donne ha due aborti consecutivi e solo l'1% ha tre o più aborti consecutivi. Detto ciò, non c’è fretta.
Fonte | Msd Manuals