Acido Acetilsalicilico (ASA): come funziona e quali sono gli effetti collaterali di questo farmaco

È un farmaco conosciuto da molto tempo ed è stato il precursore dei FANS. e sue funzioni sono quelle di antinfiammatorio, antidolorifico ed ha anche azione antipiretica. È, quindi, usato per il trattamento del dolore da lieve a moderato, e per la febbre, ma anche in gravidanza per ridurre il rischio di pre-eclamsia ed eclamsia.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
11 Marzo 2020 * ultima modifica il 11/03/2020

L’Acido acetilsalicilico lo conoscerai col nome commerciale di Aspirina. È un farmaco conosciuto da molto tempo ed è stato il precursore dei FANS. Ma andiamo a conoscerlo più da vicino.

L'Acido Acetilsalicilico o ASA

L’utilizzo dei salicilati inizia nel XIX secolo quando si capì che dalla corteccia di salici e pioppi si otteneva la salicina, la mamma dell'acido salicilico. Pensa che già Ippocrate nel I sec a.C. aveva scoperto che la corteccia di queste piante aveva attività antidolorifica. Nel 1800 iniziò l’interesse ai salicilati e loro derivati fino alla sintesi dell’acido acetilsalicilico nel 1853, il quale iniziò ad essere utilizzato nel 1899. L’acido acetilsalicilico o ASA è un acido organico, assorbito molto velocemente a livello gastrico (dove esplica anche i suoi effetti collaterali se non assunto correttamente) e nel primo tratto dell’intestino. Una volta assorbito, possiamo avere un picco di concentrazione entro 1 o 2 ore ma ha un’emivita plasmatica di circa 15 minuti. Questo vuol dire che la sua dose inizia a decrescere poco dopo la sua assunzione. I metaboliti di scarto dell’ASA vengono eliminati con le urine.

Come funziona

Abbiamo già descritto il meccanismo d'azione dei FANS nell'apposito paragrafo a cui eventualmente ti rimando. Ma andiamo a rivederlo velocemente. Fino agli anni ’70 era accettata l’ipotesi secondo cui i salicilati ed i FANS agissero tramite un ipotetico recettore per l’infiammazione. Successivamente si arrivò all’identificazione dell’inibizione delle sintesi delle prostaglandine ad opera di questi farmaci. Le prostaglandine sono dei derivati di origine naturale degli acidi grassi a 20 atomi di carbonio. Queste sono prodotte nei tessuti animali a partire dagli acidi grassi polinsaturi e appartengono alla classe degli eicosanoidi, derivati dai fosfolipidi di membrana. Nell’uomo l’acido grasso prevalente è l’acido arachidonico, derivante dall’acido linolenico assunto con la dieta od è esso stesso assunto con l’alimentazione. L’acido arachidonico, a livello cellulare, è esterificato a fosfolipide delle membrane cellulari. Esistono sono molti fattori in grado di interagire con i recettori sulle membrane cellulari che mediano il rilascio di fosfolipasi A2 (PLA2), la quale andrà ad agire sul fosfolipide di membrana rilasciando acido arachidonico non esterificato. Un volta liberato l’acido arachidonico potrà prender parte a due vie enzimatiche:

  • La via della ciclossigenasi producendo prostaglandine, trombossani e prostaciclina
  • La via della lipossigenasi che produce i leucotrieni.

È proprio a livello della ciclossigenasi che agiscono i FANS, bloccando la sintesi delle prostaglandine che sono alla base del processo infiammatorio. Sono stati scoperti due isoenzimi della ciclossigenasi:

  • COX 1 = ciclossigenasi di tipo 1, isoenzima costitutivo (sempre presente) con funzione omeostatica
  • COX 2 = ciclossigenasi di tipo 2, isoenzima inducibile negli stati infiammatori, che favorisce quindi la risposta infiammatoria.

L’acido acetilsalicilico inibisce la ciclossigenasi  piastrinica con effetto antiaggregante. Quest'attività può durare fino a 8-10 giorni (vita media di una piastrina). Negli altri tessuti si sviluppa nuovo enzima (COX) per sostituire quello inibito dall’ASA, in modo tale da avere una dose terapeutica per 6-12 ore. Abbiamo detto che l’acido acetilsalicilico ha come bersaglio la ciclossigenasi presente sulle piastrine. Andiamo a capire come funziona l’effetto antiaggregante di questo farmaco. Il principale metabolita della COX piastrinica è un precursore del TxA2 (trombossano A2), questo ha una potente azione vasocostrittrice e debole azione come aggregazione piastrinica. La produzione del TxA2 è bloccata dall’aspirina, la quale esplica questa funzione bloccando la COX. Una dose di circa 100 mg è sufficiente ad inattivare la COX piastrinica. Sono stati proposti diversi meccanismi d’azione dei salicilati, come l’inibizione della biosintesi dell’istamina, l’inibizione di mucopolisaccardidi, rilascio di alcuni enzimi, ed accumulo di leucociti.

Utilizzi clinici dell'acido acetilsalicilico

Abbiamo detto che l'ASA è il precursore dei FANS, pertanto le sue funzioni sono quelle di antinfiammatorio, antidolorifico ed ha anche azione antipiretica. È, quindi, usata per il trattamento del dolore da lieve a moderato, e per la febbre. L’ASA è utilizzato per diminuire gli attacchi ischemici transitori (TIA), angina instabile, trombosi arteriosa coronarica con infarto miocardico e trombosi dopo bypass coronarico. È utilizzata in gravidanza per ridurre il rischio di pre-eclamsia ed eclamsia. È un farmaco facilmente e rapidamente assorbito quando somministrato per via orale. Ma la sua velocità di assorbimento e la biodisponibilità dipendono da numerosi fattori, tra i quali ricordiamo:

  • La formulazione
  • Il pH gastrico
  • Il contenuto dello stomaco
  • Il tempo di svuotamento gastrico
  • La presenza di sostanze in grado di alterare i valori di pH gastrico es. sostanze tamponanti o di antiacidi.

L'acido acetilsalicilico è assorbito dallo stomaco e dalla prima parte dell’intestino.

Effetti collaterali

Gli effetti indesiderati dell'ASA sono gli stessi presenti per i FANS:

  • Sistema nervoso centrale: cefalea, tinnito e vertigini
  • Sistema cardiovascolare: ipertensione da ritenzione idrica, edema
  • Apparato gastrointestinale: dolore addominale, nausea, vomito, ulcere e sanguinamenti
  • Sangue: possono causare raramente trombocitopenia e neutropenia
  • Fegato: alterazione transitoria delle transaminasi e raramente insufficienza epatica
  • Sistema respiratorio: asma
  • Cute: eruzioni cutanee, arrossamenti, prurito
  • Rene: insufficienza renale, iperpotassiemia e proteinuria

I principali effetti collaterali dell'ASA, in soggetti molto sensibili, si possono sviluppare anche a dose antiaggregante (cioè 100 mg/die), tra questi ricordiamo:

  • Irritazione gastrica
  • Ulcere gastriche
  • Ulcere duodenali

Meno frequenti sono:

  • Epatotossicità
  • Asma
  • Eruzioni cutanee
  • Sanguinamenti intestinali
  • Tossicità renale

Per l’effetto antipiastrinico se ne sconsiglia l’utilizzo in pazienti emofilici.

Le interazioni

L'interazione più importante dell'acido acetilsalicilico è quella con gli anticoagulanti in quanto la concentrazione di quest'ultimi aumenta. Per poter avere la dose terapeutica corretta bisognerebbe diminuirne il dosaggio (operazione fatta dal medico). Altre interazioni rilevanti sono:

  • Spironolattone: azione diuretica antagonizzata dai salicilati
  • Corticosteroidi: diminuiscono livelli ematici dei salicilati per aumentata filtrazione glomerulare

Le formulazioni

  • Compresse
  • Compresse masticabili
  • Compresse effervescenti
  • Bustine orosolubili
  • Bustine

Ti ricordo però di chiedere sempre un consiglio al tuo medico curante o al farmacista di fiducia.

Fonti| Foye – Principi di Chimica Farmaceutica; Katzung – Farmacologia Generale e Clinica

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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