
L'acido urico è una piccola molecola che, grazie a diverse trasformazioni biochimiche a opera di enzimi, deriva da due dei quattro costituenti principali del nostro DNA. La sua funzione è talmente importante che il 90% dell'acido urico che arriva al rene per essere eliminato con le urine, viene poi riassorbito.
L’acido urico è il prodotto finale della degradazione del DNA, in particolare degli acidi nucleici purinici chiamati adenina e guanina.
Ovviamente, il DNA è presente in tutte le nostre cellule, in questo modo ci sarà sempre dell'acido urico che circolerà nel torrente sanguigno. Non solo, lo assumiamo anche mangiando: ora non è che condiamo la pasta con una spruzzata di acido urico, ma lo assumiamo con il cibo quando mangiamo altre cellule, prevalentemente di origine animale.
L'acido urico è presente nel nostro sangue in questo momento perché:
I 2/3 dell’acido urico prodotti dal nostro corpo sono eliminati tramite i reni, e il restante 1/3 dall’intestino.
Le funzioni protettive dell’acido urico sono diverse e comprendono la risposta antiossidante e immunitaria, vediamole insieme:
I valori normali dell’acido urico rientrano fra 1.9-7.5 mg/dL per le donne e 2.5-8 mg/dL per gli uomini, con una media di circa 6.5 mg/dL. Le concentrazioni possono variare in base all’altezza, peso, pressione arteriosa, funzionalità renale, alimentazione ricca in purine (prevalentemente carne) e assunzione di alcol.
Quando i livelli superano i 6.8-7 mg/dL si raggiunge la massima capacità di escrezione renale e si parla di iperuricemia.
L’acido urico alto, o iperuricemia, è un eccesso di acido urico nel sangue che può portare alla comparsa di alcuni sintomi. Infatti, l’associazione tra gli elevati livelli di acido urico e la gotta, sindrome metabolica e steatosi epatica è stata ben dimostrata, anche se molte persone non sviluppano la malattia nonostante gli alti livelli.
Quando i livelli di acido urico superano una certa soglia, questo non si scioglie più nei liquidi (sangue e urine) e precipita così in veri e propri "gioiellini", chiamati appunto cristalli di urato monosodico. Depositandosi nei tessuti, principalmente articolazioni, cartilagini, tendini, rene e, raramente, pericardio (il sacchetto che riveste il cuore) e valvole cardiache, attivano la risposta infiammatoria danneggiando i tessuti circostanti.
I tofi (che non sono tanti tofu) sono degli aggregati di urato monosodico che si trovano nelle articolazioni e nei tessuti cutanei.
Le cause di iperuricemia possono essere una ridotta eliminazione renale, un’aumentata produzione cellulare o un’eccessiva assunzione con una dieta ricca in purine (principalmente alimenti di origine animale).
Tutte queste condizioni si possono ritrovare nei casi di:
Non sempre chi ha elevati livelli di acido urico sviluppa poi dei sintomi. Le malattie che si possono presentare quando la quantità di acido urico è maggiore della capacità del rene di eliminarlo sono diverse, la più conosciuta delle quali è senz'altro la gotta.
Molte evidenze scientifiche hanno indicato come i bassi livelli di acido urico nel sangue siano dei potenziali biomarkers nella Sclerosi Multipla. Anche il Parkinson, l’Alzheimer e alcune malattie autoimmunitarie della pelle come il pemfigo volgare e il lichen planus sono associati a dei bassi livelli ematici di acido urico.
I valori di acido urico non si possono misurare a casa (ad esempio come si fa con la glicemia stick nei casi di Diabete mellito di tipo 2, in cui i pazienti sono invitati a monitorare la glicemia), ma possono essere richiesti dal medico, in presenza dei sintomi, insieme agli altri esami del sangue attraverso un prelievo venoso a digiuno (da almeno 9 ore circa).
Alimentarsi in modo sano aiuta a prevenire l’iperuricemia e la severità delle condizioni associate a essa, soprattutto per quanto riguarda la gotta.
È bene diminuire o evitare i cibi ad alto contenuto di purine, i precursori dell’acido urico.
Gli alimenti ricchi in purine sono quelli animali (non solo di terra ma sì, anche i pesci sono animali), in minor parte alcuni legumi (piselli, fagioli e lenticchie), latte e uova. Le verdure (ad eccezione di asparagi e cavolfiori, che hanno un contenuto medio), la frutta e i cereali hanno invece un contenuto basso di purine.
Sarebbe bene evitare i digiuni prolungati e le diete ipocaloriche poiché causano una diminuzione del pH urinario che favorisce la formazione di cristalli urinari, diminuire o evitare birra e superalcolici, mantenere una buona idratazione per favorire la funzionalità renale e controllare il peso perché è soprattutto il grasso addominale che contribuisce ai livelli di uricemia.
Insieme a un’alimentazione adeguata, esistono dei farmaci che diminuiscono i livelli ematici, detti farmaci ipouricemizzanti, e che bloccano la produzione di acido urico o che ne aumentano l’ escrezione renale.
Questi farmaci si usano nelle persone che hanno dei sintomi, quindi in presenza di tofi, gotta ricorrente e disabilitante, calcoli renali o altre malattie legate all’iperuricemia, e non si utilizzano se non sono presenti dei sintomi.
L’obiettivo è di abbassare l’uricemia a livelli di circa 6 mg/dL.
Fonti| Fondazione Veronesi ; Manuale MSD ; Mayo Clinic ; Medscape ; Rashika El Ridi, (2017) Physiological functions and pathogenic potential of uric acid: A review. J Adv Res.; 8(5): 487–493.