Acidosi metabolica: cos’è, i sintomi e come curarla nel modo giusto

Non una patologia in sé, ma una condizione che può nascondere un disturbo anche grave. Inoltre, se non trattata può condurre a complicanze serie per il cuore e i reni. Ecco perché è importante seguire una dieta sana ed equilibrata e prestare attenzioni ai segnali che ti manda il tuo corpo.
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Valentina Rorato 30 Marzo 2020
* ultima modifica il 08/10/2020

L'acidosi metabolica più che una patologia in sé è una condizione che può rivelare un problema più grave in atto. In concreto, si altera l'equilibrio acido-base, ovvero il livello di acidità che il tuo organismo deve mantenere, in modo che il tuo organismo possa continuare a svolgere le sue funzioni con regolarità. In alcuni casi si tratta di una variazione leggera e quindi non proverai alcun sintomo, ma se i livelli scendono sotto una certa soglia potresti anche riscontrare problemi al cuore o alle ossa.

Cos'è

L'acidosi metabolica è una condizione patologica in cui viene alterato il pH del plasma, ovvero la parte liquida del tuo sangue. I valori normali devono essere contenuti tra i 7,35 e i 7,45. Quando scende al di sotto dei 7,10, allora la situazione è diventata piuttosto seria e non potrai ignorare i segnali che il tuo corpo ti sarà mandando.

Come ti spiegavo prima, è infatti stato alterato l'equilibrio acido-base, che si riferisce a tutto l'insieme dei processi fisiologici che possono mantenere stabile questo valore e quindi permettere al tuo metabolismo di lavorare senza problemi.

Le acidosi vengono inoltre distinte in quelle ad alto e a normale gap anionico, in base alla presenza o meno di anioni nel tuo siero. Se ti sembra un concetto da scienziato pazzo, proviamo a capire meglio a cosa si riferisce. Nel tuo sangue ci sono ioni a carica positiva e ioni a carica negativa: sottraendo i secondi dai primi si ottiene l'ampiezza di questo gap. Un risultato che serve soprattutto al medico quando dovrà stabilire come intervenire sulla tua problematica.

Le cause

Più che del fenomeno in sé, dovresti preoccuparti di capire quale sia la causa all'origine, proprio per stabilire quanto sia grave il problema. La ragione principale è la riduzione di bicarbonati nel sangue. A queste se ne aggiungono altre tre:

  1. Un eccessivo accumulo di acidi non volatili nel tuo organismo: si tratta di sostanze che vengono prodotte dal catabolismo degli aminoacidi e che di solito sono emesse in piccole quantità, ma se  reni non riescono ad espellerli rimangono in circolo.
  2. Una perdita di alcali: sono ad esempio l'idrossido di potassio, l'idrossido di sodio, il carbonato di potassio, il carbonato di sodio.
  3. Una ridotta capacità dei tuoi reni di eliminare gli acidi.

A questo punto di norma si deve misurare il gap anionico, attraverso esami appositi che vedrai in seguito. Conoscere questo risultato è importante perché permette di individuare in modo più preciso cosa si nasconda dietro a quel preciso sintomo.

Se infatti il gap è aumentato, una delle cause dell'acidosi metabolica potrebbe essere, ad esempio, la chetoacidosi, che a sua volta è una complicanza del diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, così come di disturbi alimentari e problemi di alcolismo cronico. Un'altra possibilità è che tu soffra di acidosi lattica, che può derivare dall'assunzione di farmaci o da un fegato che non funziona correttamente e quindi si verifica una produzione eccessiva di lattato, senza che questo venga utilizzato. Oltre al fegato, anche i reni, come ti anticipavo prima, potrebbero non funzionare bene al punto da soffrire di insufficienza renale. Infine, potrebbe essere la spia di un danno all'apparato muscolo scheletrico che finisce per rilasciare nel tuo sangue diversi composti che ne alterano l'acidità. In questi casi di parla di rabdomiolisi.

Avere il gap anionico normale non è comunque un motivo per stare più tranquilli. Anche questo risultato può comunque nascondere dei fenomeni patologici in corso, come una malattia ai reni ormai in stadio avanzato, un'acidosi tubulare renale che si verifica quando si ha una perdita eccessiva di bicarbonato in quell'area, oppure una diarrea prolungata che porta a squilibri nutrizionali nel tuo organismo.

I sintomi

Come ti spiegavo all'inizio, quando l'acidosi metabolica non è ancora grave non dà sintomi. Potresti quindi non accorgerti nemmeno di averla. Ma se il pH viene alterato in modo più significativo, allora comincerai a notare diversi disturbi. Il primo è una sensazione di malessere e di stanchezza generale, che potresti facilmente confondere con normale stress. Ma quando subentrano anche nausea e vomito dovrai iniziare a preoccuparti e a parlarne al tuo medico.

Altre manifestazioni possono essere:

Le complicanze

Se ignori queste avvisaglie e non inizi un trattamento per l'acidosi metabolica, le sue complicanze potrebbero rivelarsi davvero gravi. Una condizione patologica di questo tipo, soprattutto quando insorge in modo acuto e viene trascurata, può provocare anche danni agli organi, in particolare al cuore e ai reni, oppure arrivare a condurti al coma.

L'acidosi metabolica grave non trattata può anche provocare danni al tuo cuore o condurti al coma

Se invece diventa cronica, a farne spese potrebbero essere le tue ossa che perderanno nutrimenti e sali minerali, divenendo così più fragili e più esposte a osteopenia, osteomalacia e rachitismo.

Nei bambini

Anche i bambini possono soffrire di acidosi metabolica e i sintomi sono gli stessi che quelli degli adulti. Se tuo figlio presenta questa condizioni, potresti dunque notare che ha più sonno del solito, che non ha fame e lamenta nausea o altri disturbi intestinali e che avverte mal di testa. Le cause più frequenti sono il diabete di tipo 1, ovvero quello che insorge durante l'infanzia o l'adolescenza, una diarrea che dura diversi giorni e problemi gravi ai reni.

La diagnosi

Per capire se soffri di acidosi metabolica, il medico si baserà prima di tutto sui tuoi sintomi e sulla tua storia clinica. Ma per arrivare a una diagnosi precisa e soprattutto capire quale sia la patologia all'origine, dovrai sottoporti a una serie di esami. Il primo è la rilevazione del gap anionico, che si ottiene misurando la concentrazione di anioni e cationi nel tuo sangue: nella pratica, si tratta di un prelievo.

Passerai poi all'emogasanalisi, detta brevemente ega, in cui il siero verrà estratto direttamente da un arteria del tuo polso, oppure da un capillare del tallone in caso di neonati. È un accertamento un po' più invasivo e potrebbe anche farti provare qualche fastidio.

Infine, potrebbe esserti prescritto un esame delle urine, per capire come stanno lavorando i tuoi reni.

La terapia

La cura per l'acidosi metabolica dipende soprattutto da quanto è grave e da quale patologia ne è la causa. È infatti soprattutto su quest'ultima che bisognerà agire. A volte, per riportare l'equilibro acido-base che è andato perso, si può arrivare a iniezioni di alcali o all'assunzione di queste sostanze per via orale.

Quando però all'origine c'è un problema grave ai reni o un diabete non controllato, gli interventi saranno più importanti e si potrà arrivare anche a una dialisi o all'immediata somministrazione di insulina.

La dieta

L'acidosi metabolica può derivare anche da problemi nel comportamento alimentare, come un digiuno prolungato o la malnutrizione. Dunque per prevenirla, ma anche per contrastarla, è fondamentale seguire una dieta sana ed equilibrata.

Se ti è stata diagnosticata questa condizione, in accordo con il tuo medico o con un dietologo, e mai in autonomia, potresti seguire per qualche tempo una dieta alcalina. Si tratta di privilegiare alimenti come vegetali, legumi e frutta fresca e ridurre invece il consumo di cibi acidi, come cereali, carni e formaggi.

In ogni caso, il consiglio è quello di evitare fin da subito le bevande alcoliche, quelle gassate e zuccherate e gli alimenti troppo salati.

Fonte| MsdManuals

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