Allo studio test salivare per la diagnosi della malattia di Parkinson

Il test salivare è il futuro per la cura del Parkinson, perché attraverso la raccolta di un campione di saliva sarà possibile non solo effettuare una diagnosi rapida e affidabile, ma anche formulare un indice prognostico, ossia una previsione della progressione della patologia.
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Valentina Rorato 5 Novembre 2023
* ultima modifica il 06/11/2023

Il Parkinson resta ancora una malattia dei grandi misteri. La ricerca scientifica è riuscita a individuare i meccanismi che innescano questa patologia, ma non ha ancora trovata una cura definitiva. Ha, dunque, un valore fondamentale nella gestione del Parkinson la diagnosi, possibilmente precoce,  che a oggi si basa su criteri clinici.  Pare però che stia per arrivare una svolta. Un test salivare può essere in grado confermare (o smentire) la diagnosi in modo rapido e non invasivo, prima che inizino a manifestarsi i sintomi. E ciò permette anche di elaborare  indice prognostico, ossia una previsione della progressione della patologia. Questo è uno dei temi affrontati durante il 53° Congresso della Società Italiana di Neurologia (Sin) che si è appena concluso a Napoli.

"La scoperta dell'alfa sinucleina, forma mutata della proteina sinucleina che diviene tossica rendendosi verosimilmente responsabile dei fenomeni di neurodegenerazione che caratterizzano la malattia, ha aperto la strada all'identificazione di questa proteina mutata in vari distretti quali la cute, il sangue, il liquido cefalorachiano e la saliva come possibile marcatore biologico", ha spiegato il presidente della Sin, Alfredo Berardelli.

Cos'è l'alfa sinucleina? È una proteina che si trova nel cervello ed è prodotta dai neuroni. Ha il compito di vigile, perché regola “traffico” dei neurotrasmettitori a livello delle sinapsi. Può però diventare tossica quando si ammala, provocando numerosi meccanismi di disfunzione e degenerazione portando alla morte delle cellule nervose oltre a provocare disfunzione mitocondriale, alterazione della degradazione proteica e lo stress ossidativo.

"La saliva offre grandi potenzialità per il futuro ed è dimostrato che le alterazioni dell'alfa-sinucleina salivare si correlano con lo stato clinico del paziente affetto dalla malattia", ha dichiarato Berardelli.

I test salivari per il Parkinson potrebbero rappresentare la svolta, ma è bene ricordare che sono ancora in fase di sviluppo e validazione. Sono necessari ulteriori studi clinici e ricerche per verificare l’efficacia e l’affidabilità di questi test su un campione più ampio di pazienti.

Fonte | Sin

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