Alluce valgo: come si riconosce questo problema e quali scarpe è meglio indossare

Un problema abbastanza comune e che può rivelarsi molto fastidioso. In alcuni casi bisogna anche ricorrere a un intervento chirurgico, per questo è importante saper riconoscere subito l’alluce valgo e capire come conviverci.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
7 Aprile 2020 * ultima modifica il 07/04/2020

Con “alluce valgo” s’indica una condizione del piede in cui il primo dito, l’alluce appunto, è affetto da valgismo cioè una condizione in cui fra due segmenti ossei adiacenti il più distale (il più periferico) si allontana verso l’esterno. Visivamente si osserverà una deformazione caratterizzata da una deviazione verso l’esterno della “base” dell’alluce e verso l’interno della “punta” dello stesso andando a formare la protuberanza tipica di questa condizione.

I sintomi

La sintomatologia, come spesso accade, varia da individuo a individuo ma comprende, quando insorge, diversi fastidi. Il sintomo principale è il dolore, presente anche a riposo, a cui si possono associare gonfiore, arrossamento e intorpidimento a livello della prominenza articolare, difficoltà a camminare e a indossare calzature a causa della deformità e ispessimento della pelle.

Le cause

Possono essere congenite (presenti dalla nascita) o acquisite (secondarie):

  • Congenite: predisposizione ereditaria (lassità a livello dei legamenti), malformazioni congenite (piede piatto)
  • Acquisite: utilizzo di calzature non adatte alla forma del piede (strette, a punta), traumi, patologie predisponenti (artrite reumatoide, gotta, sindrome di Marfan)

Le possibili complicazioni

Le complicanze comprendono una cronicizzazione dell’infiammazione e del dolore e modificazioni a livello posturale che incidono a livello deambulatorio. In parole povere vi saranno degenerazioni articolari e deformità delle dita che potrebbero modificare le ginocchia (tendenza a sviluppare ginocchio valgo), le anche e la curva lombare portando a limitazioni importanti nella deambulazione.

La diagnosi

Per la diagnosi ci si avvale in primo luogo dell’esame clinico in cui è necessaria un’attenta osservazione della deformazione e ci si può avvalere dell’esame baropodometrico (si valuta la qualità dell’appoggio del piede a terra). A questo si può aggiungere un rx del piede che permetterà di valutare il grado di alterazione.

La cura

Il trattamento può essere conservativo o chirurgico:

  • Conservativo: FANS e infiltrazioni di corticosteroidi per dolore e infiammazione, ginnastica posturale, ortesi su misura, utilizzo di calzature adeguate.
  • Chirurgico: si ricorre se le terapie conservative non hanno sortito alcun effetto. E’ risolutivo ma è necessario seguire diverse raccomandazioni nel post-operatorio per poter risultare efficace.

Quali scarpe indossare

Indossare scarpe con punta larga o con materiale elastico in maniera tale da riprendere la forma naturale dell’arco plantare e fornire sostegno e protezione dagli urti. Eventuali tacchi non dovrebbero superare i 5 cm. Il piede dev’essere libero di muoversi.

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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