Alopecia: chi colpisce di più? I sintomi di una malattia che può portare alla calvizie

L’alopecia è un disturbo che si manifesta con la perdita di capelli e talvolta anche con la caduta dei peli. Questa situazione potrebbe essere dovuta a una malattia autoimmune, ad alterazioni genetiche o ad altre patologie. Colpisce sia uomini che donne di qualsiasi età, la cura più opportuna si sceglie a seconda della causa che la scatena.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 20 Marzo 2020
* ultima modifica il 27/11/2022
In collaborazione con la Dott.ssa Federica Donadini Dermatologa

È vero: la perdita di capelli è uno dei problemi più classici con cui tutti gli uomini, prima o poi, devono fare i conti. Qualcuno riesce quasi ad ingannare il tempo e a posticiparne la caduta ogni volta sempre di un anno più in là, altri invece vedono la calvizie arrivare fin da quando sono più giovani. Ma non credere, la caduta dei capelli, è una condizione molto diffusa che può interessare anche la popolazione femminile. In termini medici la caduta dei capelli è definita alopecia: fai attenzione però, perché i bersagli di questa condizione non è soltanto il cuoio capelluto ma tutti i peli in generale. In queste righe ti spiegherò che ci sono diverse forme di alopecia che sono temporanee e si risolvono spontaneamente o con l’utilizzo di farmaci o altre che, invece, sono definitive e, purtroppo, non hanno rimedio. Molte volte l’alopecia è una condizione ereditaria ma altre volte può dipendere da traumi fisici o da patologie.

Cos’è

Il termine alopecia indica un’alterazione dei follicoli piliferi, ovvero le strutture epidermiche che originano i peli del nostro corpo. Una loro alterazione, che può arrivare fino alla distruzione, provoca la presenza di una o più aree del corpo glabre, quindi prive di peli. L’alopecia può interessare qualsiasi area corporea e la sua forma più diffusa è quella che colpisce il cuoio capelluto, incidendo sulla quantità e lo spessore dei capelli.

Le forme

A seconda di come si manifesta e quindi di come agisce, se in modo temporaneo o definitivo, l’alopecia può essere distinta in due macro-categorie:

  • alopecie non cicatriziali: sono quelle più diffuse e in questi casi il follicolo pilifero ha un’attività più ridotta o rallentata ma non subisce danneggiamenti o distruzioni e perciò la sua scarsa efficacia è una condizione che, a volte, può essere temporanea
  • alopecie cicatriziali: si tratta di forme definitive che comportano la distruzione del follicolo pilifero e quindi della sua produttività. In questi casi dunque i peli o i capelli non potranno più ricrescere.

Entrambe queste forme possono essere a loro volta distinte in alopecie ereditarie o acquisite.

Le cause

Prima di spiegarti quali sono le condizioni che possono provocare l’alopecia, ho voluto mostrarti quali sono le diverse forme in cui può manifestarsi. Questo perché ogni causa di alopecia è strettamente legata alla sua natura temporanea o definitiva, ereditaria o acquisita.

Le alopecie non cicatriziali ereditarie

Ormai sai che le alopecie non cicatriziali sono delle condizioni in cui la perdita dei peli o dei capelli è temporanea. Questo tipo di alopecia, se ereditaria, può derivare da sindromi ittiosiche ereditarie che causano una forte secchezza della cute.

Le alopecie non cicatriziali acquisite

Questo è il tipo di alopecia più diffuso e le principali forme in cui può manifestarsi sono due:

  • alopecia areata: è una condizione per cui sulla cute si verifica la perdita dei capelli in modo non uniforme e quindi in chiazze. Ha un’incidenza elevata, circa 17 casi ogni 100 mila e sembra avere preferenze di sesso: piuttosto, l’alopecia areata tende a preferire gli individui giovani. In questo caso gli episodi di alopecia areata possono essere recidivanti: ciò significa che lo stesso individuo può produrre più volte il il fenomeno. La causa delle alopecia a chiazze è tipicamente legata alla presenza di malattie autoimmuni come la Tiroidite di Hashimoto. La sua evoluzione è detta “favorevole”: dopo un periodo di inattività dei follicoli, cioè, la ricrescita può rimettersi in moto, delle volte con capelli però più chiari e sottili.
  • alopecia androgenetica: è la forma più comune di alopecia e consiste in un diradamento progressivo dei capelli che avviene in modo diffuso (non a chiazze) e tendenzialmente si origina a partire dalla zona alta della testa, quindi dalle tempie o dal vertice del cranio. Tra le cause vi è tipicamente un’eccessiva attività ormonale dell’enzima “5α-reduttasi di tipo II ” che trasforma il testosterone in diidrotestosterone: questo provoca la miniaturizzazione progressiva dei follicoli con la diminuzione del diametro dei capelli fino alla loro scomparsa. È diffusa molto nelle donne così come negli uomini e in questo caso corrisponde alla calvizie normale.

Le alopecie cicatriziali ereditarie

Come suggerisce il nome, in questo caso l’inattività dei follicoli piliferi è una condizione che ogni genitore può trasmettere geneticamente al proprio figlio. Le forme più diffuse sono:

  • l’incontinentia pigmenti: questa è una malattia genetica rara che colpisce quasi esclusivamente le donne e si manifesta a partire dall'infanzia. La puoi riconoscere dalla presenza di lesioni cutanee che, gradualmente, da bolle diventano croste assumendo poi la forma di striature rosse.
  • l’aplasia cutis: nei neonati può capitare che al posto della pelle e dei capelli si trovi una piccola ulcera. Con farmaci e i giusti trattamenti la ferita si rimargina ma la zona epidermica resta per sempre senza capelli.

Tuttavia, entrambe le condizioni si manifestano molto raramente e colpiscono una percentuale esigua di popolazione.

Le alopecie cicatriziali acquisite

Come ti dicevo prima, anche questo tipo di alopecia è definitiva e la sua origine può dipendere da sia da traumi fisici o chimici, come le ustioni da calore o con materiali caustici, oppure può essere determinata dalla presenza di alcune patologie:

  • Patologie infettive: mi riferisco a infezioni fungine o anche a quelle virali come l’herpes zoster o la varicella
  • Infiammazioni: possono colpire direttamente gli follicoli piliferi del cuoio capelluto, con la conseguenza di una vasta produzione di batteri che può inficiare la loro attività di produzione di peli. Un’altra infiammazione che può portare alopecia è una forma aggressiva di scena detta acne conglobata.
  • Patologie autoimmuni della pelle: come il lupus eritematoso discoide.

Cure

Per affrontare la perdita di capelli è prima di tutto necessario individuare il tipo di alopecia che hai sviluppato. Nel caso delle alopecie cicatriziali, purtroppo, non vi sono rimedi e i capelli sono destinati a diradarsi fino alla scomparsa definitiva. Nei casi di una alopecia non cicatriziale, invece, la caduta dei capelli può arrestarsi da sola, in altri invece può rendersi necessario un intervento farmacologico.

Leggendo tra le cause delle alopecie, ti sarà chiaro che intervenire sulla caduta dei capelli significa intervenire direttamente contro la patologia che la sta causando, assumendo dunque farmaci specifici, per esempio, per ridurre le infiammazioni. Allo stesso tempo però vengono anche suggeriti dei trattamenti farmacologici mirati proprio a contrastare l'alopecia stessa: i farmaci più ricorrenti sono sono il Minodixil o anche il finasteride, che è un inibitore dell’enzima 5α-reduttasi di tipo II di cui ti ho parlato prima.

Il parere dell'esperto

La cura e la gestione dell'alopecia è un tema importante che molti, purtroppo, tendono invece a sottovalutare, affidandosi a rimedi non medici. Per questo abbiamo chiesto alla dottoressa Federica Donadini, specialista in Dermatologa, quale dovrebbe essere l'approccio più corretto di fronte alla perdita dei capelli:

"A moltissimi dermatologi è capitato di avere un paziente che prima di rivolgersi a loro ha provato ad affidarsi ai parrucchieri o a prodotti cosmetici per curare l'alopecia. Ma questi non funzionano per niente, le lozioni non sono veri farmaci. Per le due forme di alopecia più diffuse, quindi quella androgenetica e quella areata, esistono delle terapie e delle possibilità di contenimento. Ci sono le cure ormonali o base di farmaci e anche soluzioni al progesterone. È importante ricordare però che tutti questi trattamenti hanno dei tempi di applicazione molto lunghi: si cominciano ad avere i primi effetti dopo circa 3 mesi". 

Fonti | Humanitas; Società Italiana di Tricologia

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.