Alzheimer e alimentazione: quanto conta il cibo per chi è malato?

L’Alzheimer è la forma più diffusa di demenza senile. Si tratta dunque di una patologia neurodegenerativa che influisce anche sui sensi del gusto e dell’olfatto, così come sul controllo del senso di fame. Non solo, ma con le capacità di masticazione e deglutizione sempre più compromesse, potrebbe tornarti utile qualche consiglio per capire come assistere chi è malato.
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Giulia Dallagiovanna 28 Ottobre 2019
* ultima modifica il 24/09/2020

L'alimentazione sana ed equilibrata è più importante di quello che potresti pensare, per chi è malato di Alzheimer. Non solo, ma studiare una dieta apposita diventa ancora più importante quando una persona non vuole più mangiare, magari perché vive i momenti del pasto con disagio, a causa delle difficoltà che questa patologia neurodegenerativa gli provoca. Eppure preservare un buono stato di salute è importante, anche per rallentare il più possibile il decorso del morbo e cercare di mantenere una qualità della vita buona, nonostante tutto.

Se stati assistendo un familiare con questo problema, sappi che dovrai provvedere a soddisfare diverse necessità. Prima di tutto, il non riuscire più a deglutire o la fatica nel maneggiare le posate potrebbero compromettere la sua autonomia durante l'ora dei pasti, inoltre il senso di sazietà alterato potrebbe indurlo a ingerire quantità di cibo troppo elevate, oppure a rifiutarlo del tutto. Ci sono comunque una serie di consigli che puoi seguire per andare incontro a ogni nuovo bisogno che comparirà a mano a mano che passerà il tempo.

I problemi nell'alimentazione

Per prima cosa, cerchiamo di delineare insieme quali possono essere i possibili problemi nell'alimentazione che incontra un malato di Alzheimer. Prima di tutto, i disturbi che coinvolgono la sua sfera cognitiva si ripercuoteranno sul magiare. L'alterazione dei sensi di gusto e olfatto lo indurranno a cambiare abitudini e ad assumere comportamenti che probabilmente non avevi mai notato prima. Inoltre, le carenze nella memoria e il centro che regola la fame un po' sballato gli renderanno più difficile capire quando ha fame e quando invece ha mangiato a sufficienza.

Durante alcuni giorni potrebbe dunque avere una fame smisurata e, a seconda del livello di declino cognitivo, potrebbe richiederti più volte di fare il bis, magari lamentando che non gli hai mai servito alcuna porzione, oppure tentare di rubare alimenti dai piatti di chi gli è seduto vicino. A volte poi potrebbe cercare di ingurgitare il cibo con avidità e il rischio, in una situazione di controllo della masticazione e della deglutizione compromesso, è quello che qualcosa gli finisca di traverso, oppure lo soffochi.

Al contrario, potresti anche assistere a un rifiuto del cibo, oppure a un'alimentazione più carente rispetto a quello di cui avrebbe davvero bisogno. Probabilmente il gusto non è più di suo gradimento e il pasto non lo soddisfa più. Oppure non avverte il senso di fame o, ancora, la difficoltà nell'essere autonomo lo mettono così a disagio che preferisce evitare di trovarsi in questa situazione. D'altronde, nemmeno a te farebbe piacere scoprire di non sapere più utilizzare il coltello, oppure di esserti dimenticato come ci si porta la forchetta alla bocca.

La dieta per l'Alzheimer

La dieta per un malato di Alzheimer deve essere prima di tutto sana ed equilibrata, nonostante tutte le difficoltà che potrai incontrare nel mettere in atto questi propositi. Cerca però di assicurare sempre un corretto apporto di carboidrati, proteine, vitamine e sali minerali. Rispetta l'alternanza settimanale di questi alimenti, proprio come faresti per te.

Secondo un studio pubblicato nel 2007 dai ricercatori della Columbia University, sarebbe la dieta mediterranea il miglior regime alimentare per prevenire questa malattia, ma anche da assumere una volta che si è già manifestata. Aiuta infatti a tenere sotto controllo i livelli della proteina beta-amiloide, un indicatore dell'Alzheimer, e quindi a rallentare la degenerazione cognitiva. Inoltre favorisce un buon apporto di Omega3, che proteggono le funzioni cerebrali.

Per chi è malato di Alzheimer, e anche per prevenire la patologia, è consigliata la dieta mediterranea

In realtà, gli esperti consigliano qualche variazione. Prima di tutto dovresti evitare di mescolare alimenti con consistenze troppo diverse tra loro, per non ostacolare la masticazione e la deglutizione. Da abolire, poi, quelli troppo duri o di dimensioni piccole, come la frutta secca. Inoltre, sono sconsigliati anche quelli con una concentrazione di fibre troppo elevata o a foglia lunga, come il cavolo  o i fagiolini.  Infine, è fondamentale l'idratazione, che spesso risulta carente nelle persone anziane e la demenza senile amplifica il rischio di disidratazione. Dovrebbero invece bere almeno un litro e mezzo al giorno, soprattutto durante i pasti per scongiurare il pericolo di stipsi.

Per quanto riguarda il menù, è una buona idea mantenere la rotazione settimanale che dovresti seguire anche tu, e tutti noi. Cioè carne bianca due o tre volte a settimana, carne rossa al massimo una, uova non più di due, pesce a volontà e, soprattutto, tanta frutta e tanta verdura. Utile potrebbe essere anche ricorrere ai frullati, soprattutto quando la persona fatica a masticare.

La distribuzione del cibo durante la giornata

Prendendo in esame un'unica giornata, tieni presente che dovrai rispettare la distribuzione di cibo classica. Questo significa tre pesti principali e due spuntini. Meglio sempre la tecnica del poco e spesso, per scongiurare eventuali problemi nella digestione e prevenire il senso di fame. Anche gli alimenti potranno essere scelti in base ai disturbi specifici della persona.

Ad esempio, se non riesce a capire quando è sazia, potresti ricorrere a spuntini leggeri, come yogurt o frutta, per permettergli di mangiare un po' di più e non rischiare di aumentare troppo di peso. A tal proposito, è molto utile la banana, perché grazie alla sua forma e alla sua elevata concentrazione di potassio permette di consumare una merenda sana e in autonomia. Cerca poi di non tenere altri cibi o snack in vista, per non aumentare la sua voglia di mangiare qualsiasi cosa.

Assicurati poi che i morsi siano sempre piccoli, così come i sorsi d'acqua o altri liquidi, in modo che non vada nulla di traverso. È infatti importante che mastichi lentamente per assimilare meglio i nutrienti, digerire più facilmente e non avere alcun problema nella deglutizione.

Le strategie

Non è importante solo quello che una persona mangia, ma anche la modalità con cui viene consumato il pasto. Per questa ragione, ci sono alcune strategie che puoi adottare per aiutare il tuo familiare a non sentirsi completamente spaesato o troppo in difficoltà. Prima di tutto, osservalo sempre e cerca di capire quali capacità non ha più e quali invece sta mantenendo. È importante valorizzare quello che sa ancora fare, in modo che rimanga autonomo il più a lungo possibile e non si senta a disagio quando siede a tavola.

Se quindi non è più in grado di utilizzare il coltello, oppure fatica a masticare e deglutire, puoi tagliare gli alimenti a pezzi piccoli, prima di servirli. Così non si verificherà la classica scena dove la mamma si mette accanto al bambino per preparargli il piatto ed eventualmente imboccarlo. Anche perché arriverà anche quella fase, ed è quindi preferibile cercare di ritardarla. Per la stessa ragione, puoi apparecchiare con un cucchiaio, più semplice da utilizzare rispetto alla forchetta. Ricordargli poi di bere e di deglutire. Invitalo con delicatezza e tranquillità a farlo due volte, anche se ritiene che la sua bocca sia già libera, per scongiurare ogni pericolo di soffocamento.

Crea un ambiente sereno e tranquillo, in modo che la persona sia rilassata mentre mangia

L'ambiente inoltre diventa molto importante in questa situazione. Il malato deve percepire serenità e calma: impiegherà infatti più tempo del solito a terminare il pasto e non gli dovrai mettere fretta. Ci sono anche alcuni strumenti in commercio che possono diventare utili, ad esempio tovagliette antiscivolo da mettere sotto il piatto e il bicchiere, ma anche posate con impugnatura larga e comoda. Una buona idea è poi quella di utilizzare della musica classica di sottofondo, per creare un clima rilassato. Nel frattempo, controlla la postura: se non è eretta ed ergonomica, i pezzi di cibo potrebbero non imboccare la strada giusta e finire nelle vie aree.

Quando il malato non vuole mangiare

Ci sono alcuni casi in cui il malato non ha appetito e di conseguenza non vuole mangiare. Non dovrai in realtà preoccuparti troppo, perché è una fase normale della malattia. Anche in questo caso, però, ci sono alcuni stratagemmi che puoi adottare per non rischiare un calo del peso troppo ingente o carenze nutrizionali.

Prima di tutto, potresti ricorrere ad alimenti con più calorie e valori nutrizionali più elevati del solito. Tra questi ci sono ad esempio il formaggio da grattugiare, lo yogurt intero e il miele. Ci sono poi alcuni integratori studiati appositamente, anche se prima sarebbe meglio che chiedessi il parere a un medico per capire come sia meglio muoversi.

In alcuni casi, quando la capacità di ingerire e masticare cibo viene meno completamente, si ricorre a supporti nutrizionali, che comunemente chiamerai alimentazione forzata. Si tratta di sondini o accessi venosi attraverso i quali passano le sostanze di cui ha bisogno

Fonte| Fondazione Italiana Alzheimer

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