A volte anche dietro i farmaci che utilizzi più spesso possono nascondersi dei pericoli di cui non eri al corrente. Ed è proprio una delle ragioni per cui il fai da te dovrebbe essere sempre bandito. L'ultima scoperta in ordine di tempo è che un'assunzione prolungata di medicinali antiacido potrebbe aumentare il rischio di demenza. Il legame lo hanno trovato i ricercatori del Karolinska Institutet di Solna, in Svezia, e hanno pubblicato i risultati sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.
Il problema riguarda soprattutto gli inibitori di pompa protonica, quelli consigliati ad esempio in caso di reflusso, che interagiscono con un enzima chiamato acetiltransferasi. Questa sostanza di cui forse non hai mai sentito parlare ha il compito di sintetizzare una particella molto importante: il neurotrasmettitore acetilcolina. Quando l'organismo funziona in modo corretto, il suo ruolo è quello di veicolare i segnali da una cellula nervosa a un'altra. Ed è proprio la componente che inizia a mancare quando viene sviluppata una demenza.
Quello che i ricercatori hanno notato, anche se per ora solo in laboratorio e attraverso una simulazione 3D al computer, è che ben sei diverse molecole di inibitori della pompa protonica potevano avere questo effetto collaterale. In particolare omeprazolo, esomeprazolo, tenatoprazolo e rabeprazolo sono stati quelli che hanno fatto registrare le conseguenze peggiori, mentre per pantoprazolo e lansoprazolo l'azione è stata più ridotta.
Naturalmente questo non significa che tu debba smettere di assumere questi medicinali. Se infatti vengono somministrati in modo corretto, non rappresentano alcun pericolo ma solo un aiuto a ridurre alcuni sintomi. Il problema arriva quando si passa all'abuso e, trattandosi anche di farmaci da banco, questa possibilità non è così remota. Il miglior consiglio è sempre quello di chiedere un parere al tuo medico curante o al farmacista di fiducia prima di prendere qualsiasi medicina.
Fonte| "Proton pump inhibitors act with unprecedented potencies as inhibitors of the acetylcholine biosynthesizing enzyme—A plausible missing link for their association with incidence of dementia" pubblicato su Alzheimer’s & Dementia l'8 maggio 2020