Anche Stefano Gheller potrà accedere al suicidio assistito: è la terza persona in Italia a vincere la “battaglia”

Costretto su una sedia a rotelle e a restare attaccato ad un respiratore 24 ore su 24 da ormai 345 anni, Stefano Gheller ha richiesto e ottenuto dall’all’Ulss 7 Pedemontana di Vicenza il via libera per procedere con il suicidio assistito. È la terza persona in Italia ad ottenere l’autorizzazione, la prima in Veneto.
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Kevin Ben Alì Zinati 14 Ottobre 2022
* ultima modifica il 14/10/2022

Anche Stefano Gheller potrà farlo. Anche lui potrà finalmente accedere al suicido assistito. Anche lui, quando se la sentirà, potrà scegliere di porre fine al proprio dolore.

La vita lo ha costretto a girare su una sedia a rotelle e a restare attaccato ad un respiratore 24 ore su 24: la distrofia muscolare con cui è venuto al mondo ormai da 34 anni non gli permette più di muoversi in autonomia.

Stefano Gheller è la terza persona in Italia ad aver vinto la battaglia per ottenere l’autorizzazione al suicidio medicalmente assistito, il primo in Veneto.

Ad aprire la strada, se ti ricordi, erano stati Federico Carboni, bloccato a letto da 12 anni a causa di una frattura della colonna vertebrale con lesione del midollo spinale riportata dopo un incidente stradale, e poi Antonio, tetraplegico dal 2014 e anch’egli vittima di un gravissimo incidente stradale.

L’autorizzazione al suicidio assistito, a Stefano, è stata accordata dalla azienda sanitaria veneta competente per area. Lo ha raccontato lui stesso Stefano in un lungo post Facebook: “Buongiorno amici vicini e lontani oggi sono felicissimo ed è un gran bel giorno, è stato qui, il direttore sanitario della Aulss 7 Pedemontana a cui io il 30 giugno avevo inoltrato la mia richiesta di suicidio assistito, vi informo che la mia richiesta è stata accolta, e ora sono libero  di decidere quando vorrò mettere fine alle mie sofferenze”.

Originario Cassola (in provincia di Vicenza), Stefano Gheller oggi ha 49 anni e dopo tre mesi e mezzo dalla sua richiesta presto potrà scegliere di porre fine alla propria vita: quando sentirà che il momento è arrivato. “Sul quando dipenderà da due fattori – ha continuato – il primo ovviamente sul decorso della mia malattia e cosa ancora mi toglierà più di quanto mi ha già tolto finora, poi dipenderà da quanto lo stato Italiano e la Regione Veneto mi aiuterà economicamente a fare una vita dignitosa potendo pagare un’Assistenza adeguata ai miei bisogni, perché doversi alzare ogni mattina e affrontare la giornata è già dura così, ma oltre al peso della malattia dover pensare a come pagare l’assistenza adeguata e non solo diventa un ulteriore peso continuo che ti consuma le poche forze che uno ha”.

La sua battaglia – non è un termine a casa dal momento che il diritto al suicidio assistito in Italia è stato riconosciuto solo poco tempo fa dopo un’estenuante avventura legale – era iniziata lo scorso 27 giugno, quando si era rivolto all'Ulss 7 Pedemontana per chiedere l'accesso legale alla pratica. "la mia Aulss devo dire è stata veloce rispetto ad altri casi a darmi risposta e sosterrà tutte le spese per quando deciderò di farlo" ha scritto poi Stefano.

Stefano avrebbe potuto scegliere di andare in Svizzera, dove ormai da tempo si sono “rifugiati” gli italiani che si sono visti negare questo diritto, ma aveva invece scelto di restare qui, nel suo paese, e lottare. “Sono contento che questo diritto mi sia stato riconosciuto e spero possa in parte servire per altre eventuali persone che ne faranno richiesta”.

A breve Stefano riceverà dunque il dispositivo che, attraverso un bottone, gli permetterà di autosomministrarsi una serie di sostanze: le prime con effetto sedativo e poi quelle per innescargli l’arresto cardiaco.

Quando vorrà, Stefano potrà scegliere della sua vita.

Fonte | Stefano Gheller – Facebook

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