Annamaria Staiano, prima presidente donna della Società di pediatria italiana: “Lotteremo contro le disuguagliane sociali”

Per la prima volta è una donna a rivestire il ruolo di presidente SIP. “La strada per la parità di genere è ancora lunga, ma certamente qualcosa sta cambiando”, ha commentato a Ohga. Tra gli obiettivi del suo mandato: la riorganizzazione dell’assistenza pediatrica e della formazione dei medici e la lotta alle disuguaglianze sociali che colpiscono i bambini.
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Giulia Dallagiovanna 2 Luglio 2021
* ultima modifica il 02/07/2021
Intervista alla Prof.ssa Annamaria Staiano Professoressa ordinaria di Pediatria presso l’Università Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP)

Dal primo giugno la presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) è una donna, la professoressa Annamaria Staiano, ordinaria di Pediatria presso l’Università Federico II di Napoli. È la prima volta che accade. Ha preso il posto di Alberto Villani e rimarrà in carica fino al 2024. Tra gli obiettivi che si è prefissata, c'è la riorganizzazione dell'assistenza pediatrica e la promozione della formazione di tutte le figure professionali coinvolte nello sviluppo psico-fisico del bambino, anche se non mediche. E un punto importante all'interno di questo sviluppo riguarda sicuramente la nutrizione, di cui la professoressa si è a lungo occupata durante la sua carriera.

Come ha reagito quando ha saputo che era stata eletta presidente di SIP?

Mi sono sentita da subito onorata di poter ricoprire questa carica. Ho sentito forte la responsabilità di rappresentare tutte le Pediatre e i Pediatri italiani, e soprattutto quella di essere la prima donna eletta dopo 123 anni dalla fondazione della Società Italiana di Pediatria.

La professoressa Annamaria Staiano, presidente SIP. Credits photo: Ufficio stampa SIP

Sappiamo che per le donne spesso non è semplice raggiungere ruoli ai vertici. Con la sua nomina, lei è la prima presidente donna di SIP. Si può dire che abbiamo rotto un tabù? 

Possiamo dirlo, anche se ho detto spesso che mi auguro di essere stata eletta per le mie capacità e non solo per il fatto di essere donna. È vero che le donne ricoprono di rado ruoli apicali. La strada per la parità di genere è ancora lunga, ma certamente qualcosa sta cambiando. Nello specifico la Pediatria è ormai una delle specializzazioni con il maggior numero di donne, basti pensare che il 74% dei medici che scelgono la specializzazione in Pediatria è donna.

Nei prossimi anni come presidente SIP quali obiettivi intende portare avanti? 

Insieme agli altri membri del Consiglio Direttivo della SIP abbiamo definito degli obiettivi che riteniamo prioritari. Innanzitutto la lotta alle disuguaglianze sociali, in tutti gli ambiti, al fine di garantire a tutti i bambini gli stessi diritti, indipendentemente dalla famiglia e dalle regione di origine. Un altro obiettivo fondamentale è quello della riorganizzazione della formazione dei medici che si occupano di assistenza ai soggetti in età evolutiva. Infine, riteniamo fondamentale impegnarci per una riorganizzazione dell’assistenza pediatrica, per raggiungere una maggiore integrazione tra ospedale e territorio.

Nel suo percorso di ricerca si è occupata soprattutto di nutrizione. Oggi i bambini entrano fin da piccolissimi in contatto con snack industriali, piatti pronti, cibo da fast food. Può risultare dannoso far conoscere subito ai propri figli tutti questi alimenti poco salutari?

Snack industriali e fast food andrebbero evitati nei primi 3 anni di vita

L’alimentazione ha un notevole impatto a lungo termine sulla salute dell’individuo. Infatti, le alterazioni nutrizionali, in eccesso o in difetto, che si verificano nei primi 1000 giorni dopo il concepimento possono agire da fattori di rischio per malattie croniche non comunicabili come il diabete, l’obesità e le malattie cardiovascolari. Gli snack industriali e il cibo da fast-food dovrebbero rappresentare delle rare eccezioni, e andrebbero assolutamente evitati soprattutto nei primi 3 anni di vita.

Lei ha contribuito anche, tra le altre cose, alla definizione di linee guida internazionali sulla nutrizione nelle malattie infiammatorie croniche intestinali. Queste patologie possono manifestarsi anche in età pediatrica?

Purtroppo queste patologie si verificano anche in età pediatrica. Negli ultimi anni l’incidenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali è aumentata notevolmente, e i più recenti dati epidemiologici ci dicono che il 25% di questi pazienti riceve la diagnosi prima dei 20 anni di età. Attualmente si stimano circa 100/200 casi ogni 100mila bambini. Quello che però preoccupa maggiormente non è solo l’aumento dell’incidenza in età pediatrica, quanto l’insorgenza sempre più precoce della malattia, tanto da arrivare a parlare di patologie "very early onset", cioè a esordio molto precoce. Si consideri, a titolo esemplificativo, che tra i bambini affetti da queste malattie il 4% ha meno di 5 anni e il 18% ha meno di 10 anni.

Quando si parla di adulti conosciamo abbastanza bene i consigli per prendersi cura della propria salute: alimentazione sana, attività sportiva, evitare il fumo e l'eccesso di alcol. Se invece parliamo di bambini, quali consigli possiamo dare?

Tutte queste raccomandazioni sono valide anche in età pediatrica. La famiglia svolge un ruolo cruciale nella prevenzione dell’obesità e nel successo degli interventi di modifiche dello stile di vita. I genitori rappresentano per i bambini un modello da seguire: un'alimentazione equilibrata e la pratica di attività fisica regolare dovrebbero rappresentare la norma per tutti i componenti del nucleo familiare. Pertanto, fin dalla tenera età i bambini devono essere abituati a seguire una alimentazione varia, ricca di frutta e verdura, evitando di saltare i pasti. Al momento del pasto non si dovrebbero utilizzare dispositivi elettronici e il televisore dovrebbe essere spento. I bambini devono praticare regolarmente attività fisica, fin dai primi anni di vita, e non devono trascorrere troppo tempo davanti agli schermi. Se i bambini saranno esposti a degli esempi positivi gli risulterà più facile seguire queste poche e semplici raccomandazioni.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.