Una cura contro alcuni tipi di tumori, che per oltre 10 anni è stata sperimentata in Italia, alla Struttura complessa di Medicina Nucleare dell’Ausl di Reggio Emilia, è stata ufficialmente approvata dall'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) e ora potrà essere messa in commercio in via definitiva. Una notizia davvero importante che ti mostra come la ricerca scientifica abbia bisogno di tempo per effettuare tutti i test e le controprove, ma alla fine i risultati si vedono e portano benefici concreti per i pazienti. In questo caso, saranno interessate le persone affette da una forma di tumore neuroendocrino, cioè una neoplasia che prende origine da cellule che hanno le caratteristiche tipiche sia delle particelle endocrine, che si occupano di produrre gli ormoni, sia di quelle nervose.
Si tratta di una terapia radiorecettoriale, vengono cioè impiegati dei farmaci per la radioterapia che si fissano ai recettori della somatostatina, un ormone che le sostanze impiegate tentano di riprodurre. Sono infatti recettori presenti in una concentrazione elevata sulle cellule che compongono questo tipo di formazione tumorale. Lo scopo è quello di introdurre nel corpo armi intelligenti, che vadano a colpire solo le particelle maligne, senza toccare nessun altro tessuto o organo sano.
Per diverso tempo questo nuovo trattamento è stato oggetto di test e sperimentazioni su pazienti volontari. Ma i risultati ottenuti non hanno lasciato dubbi sulla sua efficacia e per questa ragione è stato dato il via libera alla sua commercializzazione. A partire da quest'anno dunque potranno essere sempre di più i pazienti che accederanno a questa terapia, nata e sviluppata interamente in Italia e che verrà esportata anche all'estero.
"Al momento, lo utilizziamo per i tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici – ha spiegato il professor Annibale Versari, direttore della Struttura complessa di Medicina Nucleare all’Ausl di Reggio Emilia – quando non possono essere asportati chirurgicamente, se si sono diffusi in altre parti del corpo o non rispondono ad altre terapie. Attraverso vari protocolli sperimentali, con tali radiofarmaci abbiamo eseguito in questi anni oltre 2300 trattamenti in circa 500 pazienti provenienti da tutta Italia".
Fonte| Associazione italiana di medicina nucleare e imaging molecolare