Scuole, genitori, medici e pediatri e soprattutto i bambini vedono una luce all’orizzonte. Da oggi negli istituti arrivano i test rapidi per l’attività di screening: il Comitato Tecnico Scientifico ha infatti dato via libera.
Il complicato rebus in cui stavano vivendo migliaia di ragazzi e le relative famiglie dal rientro a scuola comincia insomma a risolversi. Ti avevamo raccontato che se l’introduzione del tampone obbligatorio per il rientro dei casi sospetti aveva in qualche modo alleggerito il carico sulle spalle dei pediatri, restavano comunque diversi problemi a monte.
Intervenire solo su un caso sospetto – che significa febbre sopra i 37,5° e i classici sintomi – rischiava infatti di sottoporre bambini e ragazzi a più tamponi nel giro di poche settimane dal momento che sono la popolazione più sensibile alla stagione e alle influenze. In più, restava il fatto che il tampone, seppur efficace e sicuro in termini di diagnosi, è comunque un esame invasivo e difficile a cui sottoporre i più piccoli.
Con l’ok ai test antigenici nelle scuole, si accorciano quantomeno i tempi di attesa. Con i test rapidi vi sarà comunque un prelievo di sostanza biologica ma per avere la risposta non serviranno giorni, bensì 20-30 minuti.
Il via libera è arrivato dopo un accordo di massima raggiunto durante la riunione sulla bozza della circolare presentata dal Ministero della Salute. I test antigenici nelle scuole serviranno dunque per la sola attività di screening e individueranno se un alunno è positivo o meno al Coronavirus nel giro di 20 minuti, quindi in tempo reale.
I test antigenici velocizzeranno così i tempi di gestione di un caso sospetto, un disagio non secondario per i ragazzi e per le famiglie: in presenza di febbre superiore ai 37,5° o di una sintomatologia vicina al Covid-19, infatti, l’iter prevedeva l’isolamento del bambino, e quindi l’assenza dal lavoro di un genitore, "costretto a casa" per accudirlo, e l’attesa per l’esito del tampone che, in molte zone, supera abbondantemente i due giorni considerati standard.
Piccoli passi, insomma. Eppure importanti.
Fonte | Ansa; Ministero della Salute