Artrite settica, l’infiammazione batterica che colpisce le articolazioni

L’artrite settica è un’infiammazione delle articolazioni, causata da un agente patogeno. Nella maggior parte dei casi, il responsabile è lo stafilococco aureo e l’infezione si può curare con una terapia antibiotica. La malattia ha un decorso molto rapido e, per evitare danni permanenti, è fondamentale una diagnosi precoce.
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Valentina Rorato 5 Novembre 2019
* ultima modifica il 12/04/2021

L’artrite settica, nota anche come artrite infettiva, è caratterizzata da un’infezione, principalmente batterica, del liquido e dei tessuti di un’articolazione. E causa quello che in medicina viene chiamato piartro, ovvero una raccolta purulenta che si sviluppa nello spazio articolare. Questa malattia, che se trascurata può essere fatale, risponde bene alle terapie antibiotiche.

Cos'è l’artrite settica

Quando si parla di artrite si fa sempre riferimento a una malattia infiammatoria autoimmune, per la quale di solito c’è una predisposizione familiare. Sicuramente ti torneranno in mente le dita di tua nonna, magari deformi, che faticano a infilare l’ago. Ecco non sempre l’artrite è qualcosa che puoi trovare nella tua storia genetica. Talvolta questo termine viene utilizzato solo per indicare un’infiammazione articolare. L’artrite settica dunque è un’infiammazione articolare causata da un agente infettivo. I responsabili favoriti sono i batteri, ma potrebbero essere anche i virus o i funghi.

L’artrite settica manifesta in una sola articolazione e di grande dimensione, quindi spalla, caviglia, gomito o polso

L’artrite settica colpisce 2-10 casi ogni 100.000 persone e negli Stati Uniti e in Europa si manifesta mediamente in 7 persone su 100mila. In genere si manifesta in una sola articolazione e di grande dimensione, quindi spalla, caviglia, gomito o polso. E ciò la rende diversa dalla cugina famosa, l’artrite reumatoide, che invece è tipica delle piccole articolazioni, come quelle presenti nelle dita (oltre ad avere ovviamente una causa differente). È più frequente tra gli anziani e i bambini, tra le persone immunodepresse, come i malati di Aids, o tra coloro che soffrono di diabete, artrosi, emofilia o hanno subito grandi interventi, come l’impianto di protesi. Si può distinguere tra artrite infettiva acuta e artrite infettiva cronica:

Artrite infettiva acuta

L’artrite infettiva acuta rappresenta il 95% delle artriti settiche.  Ha un decorso molto rapido e può colpire chiunque, anche persone sane non clinicamente predisposte. I danni causati da questa infezione possono essere gravi: arriva a distruggere completamente la cartilagine e quindi la normale funzionalità articolare in poche ore.

Artrite infettiva cronica

L’artrite infettiva cronica ha un decorso completamente diverso. È molto lenta e potrebbero volerci anche settimane per formulare una diagnosi. Rappresenta il 5% delle artriti infettive ed è tipico delle persone ad alto rischio.

I sintomi

I sintomi dell’artrite settica sono localizzati all’articolazione colpita, che può apparire tumefatta, calda e arrossata. Spesso sopraggiunge anche la febbre, molto elevata, e forti brividi. Possono inoltre manifestarsi ascessi articolari, che renderanno difficili i movimenti. Il principale problema di questa infezione è il rapido decorso. Nel giro di poche ore potrebbero evolversi anche delle complicanze:

  • Degenerazione della cartilagine
  • Distruzione del tessuto sinoviale,
  • Distensione della capsula articolare con lussazione
  • Empiema articolare (raccolta di pus intra-articolare)
L’artrocentesi permette di esaminare il siero e comprende quali batteri siano responsabili dell’infezione

Le cause

L’artrite settica è un’infezione causata da un agente patogeno. Lo stafilococco (Staphylococcus aureus) è il più frequente, ma non è l’unico. L’infezione di solito raggiunge l’articolazione attraverso il sangue e può partire da un’altra sepsi che può essersi presentata vicina all’articolazione o lontana. Per fare un esempio: se a seguito di un incidente ti tagli sul braccio e la ferita non è subito ben curata, potrebbe svilupparsi un ascesso cutaneo, che a sua volta potrebbe far circolare nel sangue l’infezione batterica, ma la stessa cosa potrebbe succedere a seguito di manovre chirurgiche non effettuate in asepsi o dopo un’infezione polmonare acuta. Qual è la differenza tra queste tre situazioni? Nel primo caso l'origine dell'infezione è vicina al luogo in cui si manifesta, negli altri due lontana. Il risultato finale però è lo stesso.

Batteri responsabili di artrite settica

  • Stafilococco Aureo
  • Haemophilus influenzae
  • Pseudomonas aeruginosa
  • Gonococco
  • Micobatterio
  • Brucella
  • Treponema pallidum
  • Borrelia burgdorferi

Virus responsabili di artrite settica

  • Virus dell’epatite B (HBV)
  • Virus della rosolia
  • Virus della parotite

Funghi responsabili di artrite settica

  • Candida albicans

La diagnosi

La diagnosi dell’artrite settica si basa sull’esame obiettivo del medico: la zona colpita sicuramente è indicativa dell’infezione in corso. Il dottore potrebbe richiederti una serie di esami del sangue (Ves, proteina C-reattiva, globuli bianchi e piastrine) e del liquido articolare (ovvero l’artrocentesi), che permetterà di definire la natura dell’agente patogeno. E poi sono necessarie l’ecografia, la Tac e la risonanza magnetica. Questi ultimi esami servono per escludere che si tratti di una forma di artrite non infettiva, come la reumatoide, la gottosa o l’idiopatica giovanile, o di osteomielite.

La cura

La cura dell’artrite settica si basa principalmente sulla terapia antibiotica: l’infezione risponde bene ai farmaci ma è importante che siano iniziati nel più breve tempo possibile, affinché le articolazioni non abbiano danni permanenti. In alcuni casi può essere necessario anche il drenaggio della zona colpita, per eliminare il ristagno di liquido purulento. Si guarisce? Se individuata e trattata precocemente (ovvero entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi) si può guarire completamente. Purtroppo, si tratta di una malattia molto aggressiva a decorso rapido e nel 25% dei casi comporta lesioni permanenti, soprattutto se c’è già una storia pregressa di un'altra malattia reumatica, come l'artrite reumatoide.

Fonti: Msd Manuals; Humanitas

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