L’accumulo di piccole quantità di liquido nell’addome solitamente non causa problemi, ma un accumulo importante (al di sopra dei 30 ml) può essere sintomo di patologie in corso. Una di queste è, ad esempio, l'ascite che nella maggior parte dei casi è una conseguenza della cirrosi epatica. Proviamo a capire meglio in cosa consista.
L’etimologia del termine ascite deriva dal greco askítēs, traducibile con “otre”: l’otre dà una chiara idea di cosa è l’ascite, che in medicina sta ad indicare un versamento e accumulo di liquido nella cavità peritoneale, ossia nell’addome e nella cavità pelvica.
L’ascite si sviluppa comunemente nei pazienti affetti da cirrosi epatica, in circa l’80% dei casi: questa condizione è quindi legata alle alterazioni fisiopatologiche che subisce il fegato in presenza di cirrosi, nel dettaglio da ipertensione portale, ossia un’elevata pressione della vena porta (la vena che convoglia il sangue al fegato). Oltre alle cause correlate direttamente a patologie epatiche, l’ascite potrebbe derivare anche da condizioni che non riguardano direttamente il fegato.
Le cause più frequenti di ascite, oltre alla più comune già citata che è la cirrosi epatica, si possono elencare in:
La sintomatologia dell’ascite varierà leggermente in base alla causa scatenante la stessa. Generalmente i sintomi che si possono notificare, soprattutto nelle fasi iniziali, sono i seguenti:
Quando l’ascite è causata da cirrosi o da patologia epatica si potranno presentare angiomi stellati (piccole macchie della pelle), ittero e atrofia muscolare.
Nei casi in cui si presenti un’infezione batterica dell’ascite, denominata peritonite batterica spontanea, si potranno osservare altri sintomi quali febbre, dolore addominale, vomito e stati confusionali.
In caso di ascite causata dalla presenza di cellule cancerose si potrà assistere ad una perdita di peso, mentre in caso di ascite da insufficienza cardiaca sono molto frequenti disagi respiratori come l’ortopnea (difficoltà a respirare in posizione di decubito) ed edema periferico.
I metodi di diagnosi più indicati per l’ascite sono l’ecografia e la TC, che permetteranno di rilevare la raccolta di liquido nell’addome. Per capire le cause di ascite, la paracentesi diagnostica è l’esame più adatto: si tratta di una procedura che permette di prelevare il liquido che si è accumulato nella cavità peritoneale per poterlo analizzare successivamente in laboratorio; il prelievo avviene tramite l’inserimento di un ago direttamente nell’addome.
Il liquido prelevato viene analizzato e, in base ai risultati che si ottengono dai test che vengono eseguiti, si potrà avere un’idea più chiara della composizione di tale liquido e, pertanto, della natura dello stesso, individuandone le cause di accumulo.
L’ascite è una condizione che può rivelarsi grave, soprattutto nei casi di ascite causata da cirrosi epatica il tasso di mortalità aumenta considerevolmente, arrivando anche ad un 50% dei casi totali. Generalmente, le complicazioni peggiori insorgono quando l’ascite è causata da condizioni epatiche, che potrebbero richiedere un trapianto di fegato, o in caso di ascite neoplastica, quindi causata da tumori.
Il trattamento dell’ascite dipenderà dalle cause di accumulo del liquido nella cavità peritoneale, e si orienterà soprattutto nella riduzione della quantità di tale liquido e dell’edema periferico: per questo motivo il trattamento base prevederà la restrizione dietetica di sodio, l’assunzione di diuretici e la paracentesi terapeutica, quindi la rimozione del liquido presente.
Quando la complicanza della peritonite batterica spontanea si presenta, verranno prescritti antibiotici per trattare l’infezione batterica; a seconda poi della patologia che sta alla base dell’ascite verrà prescritta una cura adatta ad ogni situazione, nell’ottica di eliminare le cause dirette della stessa.