AstraZeneca interrompe i test per il vaccino anti-Covid: un volontario ha sviluppato una reazione avversa

Il volontario è originario del Regno Unito, dove erano in corso i test di fase 3 per quello che sembrava il candidato più promettente nella corsa. Una brutta notizia, dunque, ma che conferma l’attenzione posta nei confronti della sicurezza dei vaccini: se un farmaco rischia di metterti in pericolo, non viene immesso sul mercato. Con buona pace dei no-vax.
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Giulia Dallagiovanna 9 Settembre 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Arriva, purtroppo, una brutta notizia sul fronte dei vaccini contro il Covid-19: AstraZeneca, l'azienda farmaceutica che aveva investito su quello sviluppato dall'Università di Oxford in collaborazione con l'azienda Irbm di Pomezia, ha annunciato di aver sospeso tutti i test clinici. Un volontario britannico infatti ha mostrato una reazione avversa seria e le cui cause al momento non sono spiegabili. Perciò, prima di mettere in pericolo altre persone, si è deciso di bloccare la sperimentazione, giunta ormai alla fase 3. "Il nostro processo standard di revisione dei test ha fatto scattare una pausa", ha comunicato AstraZeneca tramite un portavoce. "Si tratta di un'azione di routine – ha aggiunto – che si verifica ogni volta che c'è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test. Si ha così il tempo di indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell'integrità del processo dei test".

Come vedi, nonostante quello che i no-vax sostengano da anni, i vaccini sono sicuri. Come tutti i farmaci, possono avere i loro effetti indesiderati, ma il rischio è davvero molto basso. E questo perché, quando emerge un problema che mette in dubbio la sicurezza del preparato, questo non solo non viene immesso sul mercato, ma vengono anche interrotti i test già in corso per giungere a una definitiva approvazione.

Questo episodio dunque, può essere letto anche come una rassicurazione per chi temeva che il vaccino contro il SARS-Cov-2 sarebbe stato prodotto in fretta e furia, approfittando della domanda esponenziale registrata in tutto il mondo per garantirsi dei guadagni astronomici. E sì, quell'aspetto esiste, d'altronde si tratta pur sempre di aziende. Ma come vedi, non a scapito della tua salute. Non per iniettarti farmaci inutili o, peggio, dannosi.

Chiarita la questione, proviamo a capire cosa stia accadendo al candidato più promettente, quello che sembrava poter essere pronto addirittura già a novembre. Durante la fase 3 dei test, ovvero quella che prevede la somministrazione del farmaco a un numero sempre maggiore di volontari al fine di scoprire se sia efficace e sicuro, è accaduto esattamente questo: un problema di sicurezza. Una reazione avversa grave e all'apparenza inspiegabile ha coinvolto un uomo originario del Regno Unito, dove stava avvenendo la sperimentazione. Perciò è stata attivata la procedura standard: AstraZeneca ha bloccato tutto, rendendo noto il fatto. Lo stop servirà proprio a indagare sulle cause dell'incidente, per capire se all'origine vi sia il farmaco in sé, oppure se si tratti di un problema insorto in un secondo momento. Una coincidenza, insomma.

La pausa potrebbe durare anche 6 o 8 mesi e servirà per indagare a fondo le cause della reazione avversa

Il periodo di fermo potrebbe durare anche 6 o 8 mesi, facendo slittare la fine dei test e dunque l'eventuale approvazione del vaccino, al 2021. Questo non significa né che non avremo mai una prevenzione efficace contro il Coronavirus, né che il composto di Oxford debba essere rivisto. Semplicemente, sono necessarie delle verifiche che ricostruiscano quanto è avvenuto e identifichino la causa dei problemi di salute del volontario. Sul sito dell'Organizzazione mondiale della sanità si possono vedere altri 7 candidati, già giunti alla fase 3, e che possono rappresentare un'eguale speranza di sconfiggere la pandemia.

Certo, è questo momentaneo stop è un peccato, ma è anche la conferma che qualsiasi vaccinazione verrà immessa sul mercato, sarà sicura. D'altronde, la ricerca sta viaggiando a ritmi molto elevati, mentre di norma servono circa 2 o 3 anni prima di avere un farmaco definitivo da utilizzare. Prepariamoci, dunque, ad affrontare una stagione invernale muniti di mascherina nei luoghi chiusi e distanziamento sociale da osservare sempre.

Fonte| AstraZeneca;

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