Quante volte al giorno controlli il tuo smartphone? E quante applicazioni di social network hai installato? Scommetto che molto probabilmente sarai iscritto a Facebook, sicuramente utilizzerai Whatsapp e magari avrai anche un account Instagram o Twitter. Se poi frequenti ancora le superiori, aggiungerei anche Snapchat.
Non è un male frequentare le piattaforme di condivisione o usare le chat istantanee. Però fai attenzione, perché dall'uso all'abuso il passo è breve. E l'abuso provoca un senso di ansia e isolamento, che possono anche aumentare il rischio di depressione. Non a caso su Ohga, ti avevamo già consigliato di spegnere il cellulare ogni tanto.
Andiamo per gradi. Qual è la prima cosa che vedi nella bacheca di un social network? La vita degli altri. O meglio, quei momenti delle loro giornate che hanno scelto di condividere con te. Il più delle volte, si tratterà di avvenimenti felici, divertenti, entusiasmanti. Il continuo confronto con persone dal perenne sorriso sulle labbra o che sembrano avere una vita da sogno ti porterà a chiederti se solo a te dunque va tutto storto.
Secondo uno studio uscito lo scorso febbraio a cura della Royal Society of Public Health, questo paragone costante genera senso di inadeguatezza e, di conseguenza, ansia. Il rischio naturalmente è maggiore durante una fase così delicata della crescita come l'adolescenza.
Ma non credere di poter essere immune dalla cellularomania, l'impossibilità di staccarti dal telefono, solo perché sei adulto. Erik Peper e Richard Harvey, rispettivamente professore di Educazione alla salute e il suo assistente all'università di San Francisco, hanno pubblicato ad aprile sulla rivista NeuroRegulation i risultati di una ricerca condotta su 135 studenti.
E quello che hanno scoperto è impressionante: le notifiche, quel pallino rosso che ci avvisa che abbiamo un nuovo messaggio da qualcuno dei nostri contatti, hanno lo stesso effetto dell'oppio sul tuo cervello. Quando il led dello smartphone lampeggia, un impulso irrefrenabile ti spinge a prendere in mano il cellulare. Non puoi farne a meno.
"La dipendenza dall'uso di smartphone inizia a formare connessioni neurologiche nel cervello in modo simile a quelle che si sviluppano in coloro acquisiscono una dipendenza da farmaci oppioidi per alleviare il dolore", ha commentato Erik Peper.
Si azionano nella nostra mente gli stessi impulsi neuronali che tantissimi anni fa avvisavano i nostri antenati di un pericolo imminente, come l'attacco di un predatore. "Ma ora siamo dirottati, dagli stessi meccanismi che una volta ci proteggevano, verso le informazioni più banali", ha aggiunto Peper. Non siamo, in sostanza, più in grado di valutare gli stimoli che riceviamo.
Per questa ragione, non ti rendi più conto se controllare quella notifica in quel momento sia effettivamente importante, oppure no. Se il vedere solo facce sorridenti su Instagram non significhi semplicemente che ciascuno di noi tende a condividere i momenti più felici e tenere per sé quelli più difficili. Se un commento sgarbato sotto una foto che hai postato, non sia semplicemente lo sfogo di un imbecille che per strada ti limiteresti a ignorare.
Il bisogno continuo di ricevere approvazione sui social network genera ansia e la paura di non essere adeguato ti porta all'isolamento. Eppure, un esperimento fatto tra gli studenti dell'università della Pennsylvania ha dimostrato come porre dei limiti al tempo passato sulle app e uscire di più con i propri amici, riduca i sintomi dell'ansia e della depressione che i 143 partecipanti avevano manifestato.
Quello di spegnere il cellulare o, al massimo, di usarlo per telefonare non era, insomma, solo un consiglio da anziani.
Fonte| "Digital Addiction: Increased Loneliness, Anxiety, and Depression" pubblicato su NeuroRegulation il 30 marzo 2018