Pigri, sfaticati, choosy e che vogliono tutto e subito. Ma i giovani non potrebbero essere semplicemente depressi? I sintomi di questo disturbo psichico si manifestano in misura sempre maggiore, soprattutto fra persone che appartengono ai cosiddetti millennials o alla generazione Z. Lo conferma uno studio britannico pubblicato sull'International Journal of Epidemiology.
No, non c'entrano solo i social network, anche se rivestono un ruolo importante nella vita dei nati a partire dagli anni Novanta. Una parte ben più importante è rivestita dalle conseguenze della crisi economica, dall'instabilità lavorativa, dalla difficoltà di fare progetti per il futuro. I ragazzi avvertono il confronto con i genitori, figli del baby boom degli anni Cinquanta e Sessanta, che hanno avuto la possibilità di firmare contratti a tempo indeterminato, mantenere una famiglia e conquistare una certa stabilità. Condizioni che hanno permesso loro di pagare gli studi alla generazione successiva, con l'aspettativa e l'ambizione che i giovani riescano a ottenere una qualità della vita anche migliore.
E poi? E poi l'economia che crolla, il lavoro che diventa sempre più una costellazione di stage, contratti a breve termine e prestazioni sottopagate. Ragazzi che vedono la propria vita affidata alla fortuna e al caso. E che vivono il costante confronto sui social network, dove vengono postate immagini che ritraggono vacanze e momenti felici, veicolando l'errata informazione che le altre persone non si trovino mai di fronte a problemi o difficoltà da affrontare.
Secondo quanto scoperto dal team di ricerca, i sintomi della depressione sono aumentati di una percentuale che varia dal 9 al 15% tra i nati nel 2000, rispetto a quanto emerge dal confronto con i figli del decennio precedente. Non solo ma sono in crescita del 14% anche le diverse forme di autolesionismo, attraverso le quali viene espresso un malessere psicologico più profondo. E sono dati che sorprendono soprattutto quando vengono messi in confronto con i cosiddetti cattivi comportamenti che spesso vengono associati ad adolescenti e neoventenni: fumo, alcol e comportamenti antisociali. Problematiche in calo rispettivamente del 6%, del 9% e del 12%.
Insomma, i ragazzi di oggi sembrano pensare meno al futuro e fare meno progetti rispetto ai loro genitori, ma forse la colpa non è del tutto loro.
Fonte| "Changes in millennial adolescent mental health and health-related behaviours over 10 years: a population cohort comparison study" pubblicato su International Journal of Epidemiology il 27 febbraio 2019