Bari, ridanno l’udito a un bambino di 10 mesi grazie all’impianto cocleare: era rimasto sordo a causa della meningite

L’infezione aveva causato danni neurologici importanti rendendo il piccolo completamente sordo: oltre all’udito, il bimbo rischiava di restare anche muto. I chirurghi dell’equipe di Otorinolaringoiatria del Policlinico sono riusciti a operarlo, vincendo anche le difficoltà legate alla sua età e al suo peso, installando una sorta di orecchio bionico che permetterà al piccolo di tornare a sentire.
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Kevin Ben Alì Zinati 12 Maggio 2021
* ultima modifica il 08/06/2021

Rischiava di non poter più ascoltare i suoni del mondo o le voci dei suoi genitori. Gli strascichi neurologici di un’infezione da meningite rischiavano di renderlo sordo e quindi anche muto per tutta la vita.

A 10 mesi, infatti, la parola, senza i suoni, non si sviluppa.

Invece oggi un piccolo bambino di neanche un anno potrà tornare a una vita normale grazie al coraggio e alla determinazione dell’equipe di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Bari.

I chirurghi hanno "riscritto" le linee guida sanitarie e sono riusciti a portare a termine con successo l’intervento di impianto cocleare bilaterale che permetterà al piccolo di recuperare completamente l’udito, grazie a una sorta di "orecchio bionico".

Parlo di coraggio e di determinazione perché l’operazione cui è stato sottoposto non era solo delicata e urgente: i protocolli standard, infatti, di solito suggeriscono l’intervento sulla coclea nei pazienti di età superiore a un anno e con un peso superiore agli 8 chili.

Il piccolo invece non superava i dieci mesi di vita e pesava “solo” e 7,5 chili. Tuttavia, era stato colpito da una meningite che, una volta debellata, aveva lasciato nel suo corpo una triste eredità, rendendolo completamente sordo.

Intervenire in fretta con l’operazione per l’impianto cocleare era necessario per evitare l’ossificazione della coclea che, di fatto, avrebbe ostacolato qualsiasi altro intervento condannando il piccolo alla sordità e al mutismo.

Nonostante le difficoltà legate al peso e all’età e le indicazioni delle linee guida sanitarie, i medici pugliesi hanno comunque deciso di intervenire: il grosso rischio delle definitiva e irreversibile perdita dell’udita era troppo alto.

Così hanno proceduto con l’impianto di 22 elettrodi in grado di stimolare le fibre del nervo acustico e trasmettere lo stimolo sonoro a una protesi esterna dotata di un microfono. Questa potrà essere attivata dopo la cicatrizzazione e permetterà al bambino di riacquistare l’udito.

Il professor Nicola Quaranta, direttore dell’equipe di Otorinolaringoiatria. Photo credit: Policlinico di Bari

Se in passato tutti questi casi si risolvevano con una prognosi infausta, che portava i pazienti al sordomutismo, oggi la tecnologia a disposizione della chirurgia è in grado di ridisegnare questo scenario, assicurando un regolare sviluppo cognitivo regolare prevenendo le complicanze.

Grazie all’impianto cocleare, infatti, anche il piccoli di 10 mesi potrà crescere nel mondo dei suoni e iniziare a sviluppare il linguaggio.

Fonte | Policlinico di Bari

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