Battito cardiaco accelerato? Uno spray nasale potrebbe riuscire a ripristinare la normale frequenza cardiaca

Negli Stati Uniti si è appena conclusa una sperimentazione sull’etripamil, un nuovo farmaco ad azione rapida formulato per essere somministrato tramite spray nasale. Dai dati ottenuti finora il medicinale si è rivelato efficace in oltre il 50% dei casi, ma deve ancora riceve il via libera della Food and Drug Administration.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 29 Settembre 2023
* ultima modifica il 29/09/2023

Uno spray nasale che riesce a ripristinare il battito cardiaco in caso di tachicardia. Ancora non è acquistabile, ma potrebbe diventarlo presto, a patto che ricerca il via libera dalla Food and Drug Administration, l'agenzia governativa statunitense che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici.

Si chiama etripamil ed è un farmaco ad azione rapida formulato per essere somministrato tramite spray nasale. Non è stato ancora autorizzato, ma stando ai dati ottenuti dalla sperimentazione – i risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Heart Association -, ha dimostrato di riuscire a ripristinare un ritmo cardiaco normale in meno di 30 minuti nella maggior parte degli utenti con battiti cardiaci accelerati intermittenti.

Questo farmaco potrebbe permettere a chi ha episodi di battito cardiaco accelerato di "auto-trattarare auto-trattare in modo sicuro il battito cardiaco accelerato senza la diretta supervisione di un medico, evitando visite al pronto soccorso e interventi medici", ha dichiarato James E. Ip, autore principale dello studio, professore associato di Medicina clinica presso la Weill Cornell Medicine del New York-Presbyterian Hospital di New York City e socio dell'American Heart Association.

La sperimentazione

I partecipanti sono stati in grado di individuare i casi di tachicardia (frequenza cardiaca superiore a 100 battiti/minuto) e di utilizzare il farmaco in modo appropriato e sicuro.

I ricercatori che hanno lavorato al nuovo farmaco sostengono che potrebbe essere utili a molti pazienti, evitando loro corse ai pronto soccorso e farmaci endovena. Episodi di tachicardia sono piuttosto frequenti: "Negli Stati Uniti – si legge nel reportcirca 1 persona su 300 è soggetta a periodi intermittenti di battito cardiaco accelerato (più di 100 battiti al minuto, e più tipicamente 150-200 battiti al minuto) nelle camere inferiori del cuore, una condizione chiamata tachicardia parossistica sopraventricolare".

Il trattamento standard durante un episodio consiste nel rallentare la frequenza cardiaca eseguendo azioni fisiche chiamate manovre vagali, una delle quali consiste nel cercare di abbassarsi, espirando con i muscoli dello stomaco ma senza far uscire l'aria dal naso o dalla bocca.

Se le manovre vagali autosomministrate non sono efficaci (il che accade circa il 20-40% delle volte), la persona deve rivolgersi a un pronto soccorso per ottenere un trattamento immediato con farmaci per via endovenosa per riportare la frequenza cardiaca alla normalità. Sempre stando al primo autore dello studio, il dottor Ip, negli Stati Uniti circa 50.000 visite al pronto soccorso all'anno sono dovute a tachicardia parossistica sopraventricolare.

Efficace in oltre il 50% dei casi

In uno studio precedente, alle persone affette dal disturbo è stato prescritto di autotrattarsi con etripamil o con uno spray nasale placebo per un singolo episodio di battito cardiaco accelerato.
I partecipanti applicavano un cerotto per elettrocardiogramma (ECG) all'inizio dei sintomi, eseguivano una manovra vagale e nel caso e se necessario si autosomministravano lo spray nasale, mantenendo il cerotto ECG per almeno cinque ore.

La prima volta che l'etripamil è stato utilizzato senza una supervisione diretta, i ritmi cardiaci normali sono stati ripristinati entro 30 minuti nel 54% dei pazienti, rispetto al 35% del placebo, e il farmaco è risultato sicuro e ben tollerato.

Tutti i partecipanti sono stati poi invitati a partecipare alla sperimentazione successiva: dei 169 pazienti arruolati, 105 hanno autosomministrato almeno una dose di etripamil (70 mg) durante il periodo mediano di studio di 232 giorni. Ne è emerso che l'etripamil ha riportato la frequenza cardiaca alla normalità entro 30 minuti nel 60,2% dei 188 episodi di verificati ed entro un'ora nel 75,1% degli episodi. Dei 40 partecipanti che hanno autotrattato due episodi, il 63,2% ha risposto al farmaco entro 30 minuti. Solo in nove persone (23%) lo spray non è riuscito a ripristinare il cuore a una frequenza normale.

Fonte | Jaha

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.