Benedetta De Luca e la sua forza: “La disabilità non preclude la bellezza”

Abbiamo incontrato Benedetta De Luca, dalla nascita sulla sedia a rotelle, ma con un’energia e una voglia di fare incredibile. Da sempre la sua passione è la moda. Così di recente ha fondato un proprio marchio, Italian Inclusive Fashion, per realizzare capi di abbigliamento di tendenza adatti anche a chi è portatore di una disabilità.
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Gaia Cortese 25 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Benedetta è una ragazza disabile con una grande passione fin dalla nascita: la moda. Da diversi anni si occupa di progetti sociali legati al tema “disabilità e moda”. Il suo scopo è quello di far capire che si può essere belle e femminili, anche se disabili. Recentemente Benedetta ha fondato un suo marchio di moda, Italian Inclusive Fashion, che punta a realizzare una collezione di abiti di tendenza, pensati per chi è portatore di una disabilità. Abbiamo incontrato Benedetta perché ci raccontasse il suo progetto, che non si limita ad essere una serie di bozzetti di abiti da produrre, ma rappresenta una visione che ci auguriamo possa stravolgere certi stereotipi legati a una cecità culturale, che spaventa ancora di più di una disabilità.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontra una persona disabile nelle società attuale? E in particolare, una donna disabile?

Inutile nascondersi dietro a un dito, spesso una donna disabile rischia di essere vittima di una doppia discriminazione. Tante sono le difficoltà: quando un ambiente non è pronto ad accogliere una disabilità, quando le barriere architettoniche limitano di fatto una pari dignità sociale, quando manca il senso civico e le persone continuano a parcheggiare in posti riservati a disabili. O ancora, ogni volta che si guarda alla disabilità con pietismo, quando invece basterebbe solo approcciarsi con normalità e rispetto.

Dove trovi tutta l'energia positiva che contraddistingue la tua attività professionale e la tua vita privata?

Forse sono semplicemente affamata di vita. Dodici anni trascorsi in un lettino di ospedale, diciotto interventi chirurgici hanno fatto sì che io potessi godermi ogni attimo di questa vita. Cerco sempre di dare il massimo e amare la vita con i suoi alti e bassi. Non ho né un mantello, né una bacchetta magica, e ovviamente ho anch'io i miei momenti no, ma preferisco reagire e vivere la vita pienamente. Devo molto anche a Chiara Ferragni, che ha voluto condividere la mia storia e mi ha dato il coraggio e la forza di continuare a crederci e a lottare.

Quanto è importante che una donna si accetti e abbia cura della propria femminilità?

Ogni giorno  tante donne mi scrivono le loro storie. Si tratta di donne che non riescono ad accettarsi per un qualsiasi difetto fisico, questo perché si è ossessionati da una perfezione inesistente: eppure ognuna di noi è bella con i propri pregi e difetti! Vorrei tanto che ogni donna riuscisse ad amarsi davanti allo specchio, valorizzando i pregi, ma senza nascondere i suoi difetti, anzi. Sono proprio i difetti a renderci uniche e speciali. Vorrei che anche i mass media iniziassero a lanciare un concetto di bellezza diverso e soprattutto “normale”.

Come vedi il binomio disabilità e bellezza?

Vi racconto un aneddoto che mi ha portata a riflettere e a capire che ci sono tante barriere mentali da superare ancora. Quando sono seduta a un tavolino di un bar o in macchina spesso mi capita di essere guardata dagli uomini. Lo sguardo classico di chi prova interesse verso una persona. Ma non appena scendo dall’auto o mi sposto dal tavolino con le mie stampelle o con la mia sedia a rotelle quello sguardo di interesse si tramuta in imbarazzo. Come se a guardare una donna disabile si commettesse chissà quale “peccato”, come se una donna disabile non avesse diritto ad essere femminile e sensuale.

"Una donna con disabilità non riesce a sentirsi bella e femminile perché la società non glielo consente".

Ma oltre agli sguardi, a ferire sono state anche le parole. Mi è capitato più volte di sentirmi dire: "Che peccato che hai una disabilità, eppure sei così bella". Una frase che mi ha portato a riflettere e a capire che una donna con disabilità non riesce a sentirsi bella e femminile perché la società non glielo consente. La femminilità non è racchiusa soltanto in un tacco dodici, ma anche in tanto altro.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Fra poco porterò a termine la pratica forense e a dicembre farò l'esame di Stato per conseguire l'abilitazione all'esercizio della professione forense. In più, pochi giorni fa ho depositato il mio marchio di moda inclusiva, Italian Inclusive Fashion: sogno di creare una collezione di abiti alla moda, ma al contempo pratici, pensati proprio per chi ha una disabilità. Sto anche organizzando un fashion show con modelle disabili nella mia città, Salerno, in occasione degli Italian Fashion Talent Awards (21-22-23 novembre 2019). Anzi, ne approfitto per lanciare un appello: se qualcuno volesse aiutarmi per la realizzazione di questo progetto di moda e disabilità ne sarei molto felice!

Un consiglio che daresti in generale a tutte le donne?

Credete in voi stesse, amatevi e rincorrete sempre i vostri desideri, non permettete a nessuno di spegnere la fiamma dei vostri sogni. Se ci sono riuscita io, potete riuscirci anche voi!

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.