Bologna: per la prima volta al mondo un paziente è stato operato con la realtà aumentata

Una novità importante arriva dal mondo dello sviluppo tecnologico per ridurre i tempi e favorire la sicurezza dell’intervento: la realtà aumentata giunge all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
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Alessandro Artuso 17 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

La chirurgia si evolve, e questo lo sai, ma ancora non hai sentito parlare della modalità 4.0. In genere nelle sale operatorie si utilizzano solo dei classici guanti, dei bisturi e della mascherina. Adesso è tempo di un nuovo compagno di viaggio: il visore di realtà aumentata. Si tratta di una metodologia medica che, per la prima volta al mondo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, ha permesso di operare con occhiali 3D in grado di offrire non solo la visione dell’organo operato, ma anche linee guida dell’operazione e informazioni sul paziente. Il chirurgo può così avere sotto controllo le pulsazioni della vena e la zona esatta dove fare l’incisione.

Chirurgia 4.0 in sala operatoria

L’intervento, attualmente unico al mondo, prevedeva un riposizionamento della mascella e della mandibola di un paziente per farlo masticare senza problemi: ciò è stato possibile grazie alla tecnologia Vostars (video-optical see-through augmented reality system), realizzata da un team di scienziati e tecnici europei con la supervisione dell’Università di Pisa.

I cambiamenti

La procedura classica di un intervento prevede che il chirurgo riceva tutte le informazioni sul paziente attraverso un monitor esterno. Con il visore le cose cambiano, e non poco. Vostars sfrutta una videocamera che combina le immagini del chirurgo con i dati radiografici del paziente. Il medico può anche passare dalla vista naturale a quella mediata dalla videocamera e viceversa. Gli specialisti hanno stimato che il nuovo sistema potrà ridurre i tempi degli interventi aumentandone anche la precisione.

Fonte| Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa

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