Bologna, per la prima volta ricostruita una caviglia in 3D: ora il paziente tornerà a camminare

Quando è entrato in sala operatoria, l’uomo di 57 anni non era più in grado di camminare in seguito alle conseguenze di un incidente stradale. Una volta impiantata la nuova protesti è apparso evidente l’immediato recupero dell’arco di movimento della caviglia. Una chirurgia sempre più studiata su misura per i pazienti, grazie alle nuove tecnologie, è probabilmente il futuro che ti aspetta.
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Giulia Dallagiovanna 16 Gennaio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Un'articolazione complessa è stata ricostruita in 3D. Per la prima volta e su un paziente che fino a quel momento era stato definito "inoperabile". È accaduto all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, lo stesso dove a ottobre era stato eseguito il primo trapianto di vertebre umane al mondo. Un'eccellenza della Sanità italiana, dunque, che durante lo stesso mese affrontava una seconda sfida: impiantare una protesi stampata su misura al posto della caviglia rimasta immobile in un uomo di 57 anni. E come ti ho anticipato, l'hanno vinta.

La situazione di partenza erano le conseguenze di un incidente stradale, che aveva fatto perdere l'uso della caviglia alla persona ricoverata e non le permetteva più di camminare in modo corretto. E sembravano non esserci più molte speranze di ripresa, almeno a sentire diversi esperti consultati dall'uomo. A Bologna però hanno unito le forze diverse equipe, all'apparenza con professioni piuttosto distanti tra loro: chirurghi ortopedici e ingegneri biomedici, coordinati dal professor Cesare Faldini.

E anche la procedura per arrivare alla realizzazione di una caviglia artificiale è stata lunga e complessa. Il primo passo è stato quello di realizzare uno screening attraverso una TAC, in posizione eretta, per avere una visione chiara e dettagliata della situazione sulla quale bisognava andare a operare. Dalle immagini ottenute, è stato possibile ricavare un modello tridimensionale del piede e della gamba in questione, grazie a un software particolare creato proprio nell'Istituto.

L'intervento è stato simulato a computer diverse volte, per trovare l'esatta misura di ogni componente della protesi

A questo punto sono iniziate le "prove generali" dell'intervento. I chirurghi hanno cioè simulato l'operazione al computer per diverse volte, fino a quando non sono riusciti a trovare la forma e la dimensione adatta di ogni elemento della protesi in 3D, affinché si inserisse perfettamente nell'articolazione originale. Dipanati tutti i dubbi, si è giunti alla versione definitiva della caviglia artificiale, prodotta in una lega di cromo, cobalto e molibdeno. Con la stessa tecnica sono state poi stampate delle guide personalizzate sul paziente, in modo da rendere la procedura meno invasiva possibile.

Il 9 ottobre l'uomo di 57 anni è entrato in sala operatoria senza essere in grado di camminare in autonomia. Quando ne è uscito era già evidente il recupero immediato dell'arco di movimento della caviglia, che riusciva in sostanza a spostarsi su e giù, permettendo di compiere un passo completo.

"L'intervento eseguito al Rizzoli – ha spiegato il professor Faldini, direttore della Clinica ortopedica 1 – rappresenta un'innovazione assoluta a livello mondiale perché è la prima volta che un impianto protesico per la caviglia a conservazione dell'isometria legamentosa viene costruito in stampa tridimensionale e impiantato con una tecnica a guide di taglio personalizzate, che permettono di risparmiare tempo chirurgico e tessuto osseo in un paziente con una distruzione articolare post traumatica".

Naturalmente il paziente non potrà ancora correre la maratone e la riabilitazione sarà lunga e studiata su misura per lui, però finalmente tutti gli arti funzionano come dovrebbero. Il futuro della chirurgia sembra ormai essere questo: elaborare soluzione calibrate in modo sempre più preciso sulla persona e non più seguendo delle linee guida standard, ovviamente servendosi anche delle nuove tecnologie.

Da sinistra: il direttore del Laboratorio di Analisi del Movimento del Rizzoli Alberto Leardini, la direttrice sanitaria IOR Maurizia Rolli, il direttore della Clinica Ortopedica e Traumatologica 1 Cesare Faldini e il direttore generale IOR Mario Cavalli

Fonte| Istituto Ortopedico Rizzoli

Credits photos: Ufficio stampa Istituto Ortopedico Rizzoli 

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