Probabilmente già dal nome avrai capito che si tratta di un problema al cuore. Ebbene sì, si tratta della lentezza del battito. Capiamoci qualcosa in più.
Quando si pronuncia il termine “bradicardia” si vuole indicare un problema cardiaco o meglio, ciò significa che il numero dei battiti è sceso al di sotto della norma. Ma approfondiamo per capirne le cause e le conseguenze. In una persona adulta si parla di bradicardia quando la frequenza cardiaca (FC) è inferiore ai 60 battiti al minuto (bpm). Se poi si diagnostica questo problema possiamo effettuare una sorta di sottodivisione in:
Non devi però dimenticare che chi soffre di questa patologia può avere uno stile di vita sportivo e, in quel caso, i battiti possono scendere anche sotto i 36 per i più allenati e questo non indica un problema di salute ma allenamenti molto intensi. In sintesi, l’essere sportivi. In ultimo, il tuo medico ti dirà anche che talvolta è causata da farmaci, un esempio sono i betabloccanti. In questo caso dovrete decidere insieme se va bene o se la terapia che causa il tutto dovrà essere ricalibrata o cambiata del tutto.
Ecco in questa breve lista tutti i problemi che potrebbe causarti un rallentamento dei battiti cardiaci:
Normalmente non ti devi preoccupare, a meno che questo problema non riduca eccessivamente l’apporto di sangue ai vari organi creando così dei deficit pericolosi. Ecco qualche sintomo che ti può indicare un tipo di bradicardia pericolosa:
Questo problema può affliggere anche i più piccoli, anche se in quel caso i battiti al minuto devono essere inferiori a frequenze più alte che possono arrivare anche ai 160 per minuto.
Per capire il problema il tuo medico dovrà informarsi suoi tuoi sintomi, lo stile di vita e le eventuali cure in corso o patologie pregresse. Sicuramente non dimenticherà di chiedere se ci sono stati casi simili in famiglia. Gli esami che ti potrà prescrivere saranno quindi:
Sicuramente sarà fondamentale capirne la causa per avere una cura specifica e personalizzata. Di norma se non si trovano cause specifiche e diventa patologica viene installato un pacekemaker per stabilizzare il battito.
Abbiamo chiesto al Professor Paolo Della Bella, primario dell'Unità Operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia cardiaca dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, quali sono le rivoluzioni in termini di pacemaker.
"Andiamo per punti. Un volta che è stata diagnosticata la Bradicardia si deve capire se si tratta di un problema transitorio, un problema leggero o se si deve intervenire con un pacemaker. Una grande rivoluzione, quando il pacemaker è la soluzione, è costituita dal pacemaker “fisiologico”. Ciò di cui ci stiamo occupando è davvero fondamentale: è il tipo di stimolazione nello specifico. Ossia, quando ci troviamo di fronte a un caso che necessita questo tipo di strumento (su cui negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione davvero di rilievo) si dovrà intervenire in modo che esso simuli il più possibile il ritmo spontaneo che il paziente (il suo cuore) aveva. L’attenzione che si sta ponendo è proprio la stimolazione che deve essere il più vicino possibile al normale sistema di conduzione. Si deve identificare dove il nostro impianto elettrico è bloccato e posizionare l’elettrodo stimolatore esattamente in quel punto, per normalizzare la modalità di propagazione elettrica. Un’altra cosa molto importante è che l’impianto venga fatto in centri particolari, nel senso che hanno un programma di impiantistica con una sensibilità ad eseguire l’impianto fisiologico. In sostanza non si parla più di uno strumento uguale per tutti ma calibrato ad hoc e questo dà un’ottima resa al paziente che sembra tornare alla sua condizione ottimale di prima".
Fonti| ISS, Centro Roma Cuore