Camminare, fare le scale e dedicarsi al fitness: 3 abitudini raccomandate per la prevenzione del tumore

Le linee guida per la prevenzione oncologica redatte dall’American Cancer Society hanno aumentato il tempo raccomandato da dedicare all’attività fisica. E uno studio recente allerta: la sedentarietà può solo aumentare il rischio di incorrere in malattie gravi, tra cui varie tipologie di cancro.
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Gaia Cortese 19 Gennaio 2022
* ultima modifica il 19/01/2022

Prenditi del tempo per camminare all’aperto, almeno 30 minuti al giorno per cinque giorni la settimana. Allenati anche da casa con esercizi fitness che puoi trovare in rete attraverso corsi e tutorial online. E fai sempre le scale, dimenticandoti dell’esistenza dell’ascensore. A detta degli esperti basterebbero queste tre piccole abitudini per mantenerti in buona forma e per ridurre il rischio di incorrere in malattie e patologie anche gravi, come per esempio il cancro.

Non a caso le nuove linee guida per la prevenzione oncologica redatte dall’American Cancer Society (ACS) hanno incrementato il tempo che dovrebbe essere dedicato all’attività fisica: una persona adulta dovrebbe praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana, mentre prima ci si limitava a 150 minuti di attività fisica moderata e a 75 minuti di attività fisica intensa a settimana.

Ogni anno in Italia si ammalano di tumore 370mila persone.

Perché l’attività fisica è tanto raccomandata? Perché mantenersi in movimento contribuisce a rafforzare l’attività del sistema immunitario e a diminuire eventuali fattori infiammatori. Oltretutto l’attività fisica ha un ruolo antitumorale perché se l’acido lattico è l’unica molecola necessaria in tutte le fasi del processo di cancerogenesi, lo sport ne determina un utilizzo alternativo, non rendendolo più disponibile per la crescita tumorale.

Non solo.  La attività fisica aiuterebbe anche a guarire più in fretta da un tumore e a diminuire notevolmente il rischio di una ricaduta. A confermarlo è uno studio recente pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Jama Oncology, che si è chiesta quale potesse essere il collegamento tra il tempo quotidianamente trascorso in posizione seduta, l'attività fisica praticata e gli esiti di mortalità tra i sopravvissuti al cancro negli Stati Uniti.

Lo studio

Per trovare una risposta, i ricercatori americani hanno arruolato 1.535 persone, con un’età media di 65 anni, trattate per diverse tipologie di tumore e seguite in media per quattro anni e mezzo. Ben il 57% delle persone che hanno partecipato allo studio ha dichiarato di essere completamente inattivo; a questa percentuale si aggiunge un 15% circa che ha ammesso di fare movimento, che tuttavia è stato giudicato insufficiente dagli esperti (meno di 15o minuti a settimana).

Solo il 28% dei partecipanti è risultato attivo. Altro aspetto negativo della "condotta" dei partecipanti riguarda invece la sedentarietà: un terzo dei partecipanti ha dichiarato di trascorrere seduto tra le 6 e le 8 ore al giorno e un quarto oltre 8 ore.

Lo studio ha quindi incrociato le risposte fra l'attività fisica e il tempo trascorso seduti e ne è emerso che quasi il 36% delle persone non pratica alcuna attività sportiva e oltretutto trascorre quotidianamente oltre 6 ore su una sedia. Da questi risultati si evidenzia che la sedentarietà è molto diffusa fra i pazienti oncologici, e che purtroppo questa cattiva abitudine può solo che esporli a un maggiore rischio per la loro vita,

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.