Cane anti diabete: il migliore amico che ti salva la vita

Sono 120 e sono dei veri e propri soccorritori a quattro zampe, perfettamente addestrati a riconoscere quando il proprio padrone viene colto da una crisi glicemica.
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Sara Del Dot 14 Novembre 2018
* ultima modifica il 22/09/2020

L’abbiamo sempre detto, il cane è il migliore amico dell’uomo. Ci tiene compagnia, protegge la nostra famiglia, fa la guardia alla casa. Ma avresti mai potuto immaginare che un giorno avrebbe potuto addirittura salvarti da una crisi glicemica dando l’allarme e chiamando i soccorsi?

È proprio quello che sono pronti a fare gli oltre 120 cani addestrati grazie al Progetto Serena Onlus, che ha visto la luce nel 2013 a Verona grazie a un’intuizione del responsabile cinofilo Roberto Zampieri: prestare soccorso al proprio padrone affetto da diabete quando colto da una crisi inaspettata. Inizialmente il fondatore ha portato avanti le prime sperimentazioni con due cani di persone non diabetiche per elaborare un Protocollo efficace senza incorrere in alcun rischio. Oggi terminato in ogni suo dettaglio, il Protocollo cani allerta diabete è unico nel suo genere e prevede che il cane di casa, quindi già presente in famiglia, meticcio o di razza che sia, venga addestrato all’allerta delle variazioni glicemiche.

Ma come funziona questo protocollo? Grazie a un’intensa preparazione che dura circa due anni e viene effettuata tra le mura di casa, il cane può avvertire il cambio delle molecole e dell’odore del proprio padrone quando è colto da una crisi glicemica. A quel punto, può provare a suscitare in lui delle reazioni, leccandogli la mano o dandogli delle musate, oppure, se non riceve stimoli di risposta, può chiamare qualcuno anche schiacciando un tappetino connesso con uno o più famigliari.

Il progetto ha suscitato un interesse tale da scatenare un boom di richieste da tantissime famiglie provenienti da tutta Italia che vorrebbero avere in casa un “cane allerta”. L’associazione, composta per lo più da volontari, si è messa all’opera per poter aiutare più famiglie possibili, e ha trovato un aiuto prezioso in diversi enti privati, primo fra tutti Confindustria, che si sono attivati per agevolare i costi del progetto, al momento stabili a cento euro al mese, come ha riferito lo stesso Zampieri in un’intervista rilasciata all’agenzia Ansa.

I cani possono quindi aiutare concretamente i loro padroni utilizzando il loro senso più sviluppato: l’olfatto. Come molti sono bravissimi a fiutare i tartufi, questi lo sono nell’individuare il pericolo. E i risultati si vedono. Non per niente, lo slogan del progetto è “col fiuto, t’aiuto”.

Fonte| Progetto Serena Onlus

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