Non è una medusa, ma le assomiglia. In realtà la caravella portoghese, celenterato marino appartenente al genere Physalia, è un sifonoforo, vale a dire che è un organismo coloniale composto da quattro tipi di polipi associati tra loro (chiamati zooidi) e che, oltre ad avere instaurato un rapporto di interdipendenza, svolgono funzioni diverse.
Quello che tuttavia deve più preoccupare l’uomo di questo organismo sono i suoi tentacoli posti sotto la cosiddetta la sacca che si nota galleggiare sulla superficie dell’acqua che viene chiamata "vela" per la somiglianza con le antiche imbarcazioni portoghesi del XV secolo: per l'appunto, le caravelle.
Questi tentacoli possono raggiungere la lunghezza di dieci, venti metri e racchiudono diversi tipi di veleno in grado di paralizzare, se non di uccidere in poco tempo, prede marine di piccole dimensioni. Tra questa varietà di sostanze tossiche prodotte dalla caravella portoghese, c'è l'ipnotossina, o fisalitossina, che può arrivare a provocare la "sindrome fisalica": generalmente provoca bolle ed erezioni cutanee, ma anche dolore lancinante, voltastomaco, perdita di coscienza, fino ad arrivare all'arresto cardiaco.
Cosa succede se ad essere toccato da uno di questi tentacoli è l’uomo? La prima cosa da fare è mantenere la calma e non farsi prendere dal panico. In caso di contatto con una caravella portoghese, è necessario rimuovere gli eventuali residui dei tentacoli e lavare la pelle dalla sostanza urticante. Il modo migliore per lavare la zona interessata dall'ustione è farlo prima con l'acqua salata, poi con acqua calda, ad una temperatura di almeno 45°C e per una ventina di minuti, in questo modo si può alleviare il dolore.
Se in qualche modo ad essere irritati sono gli occhi, è necessario sciacquarli abbondantemente con acqua dolce a temperatura ambiente per almeno 15 muniti. Si può usare anche il bicarbonato e un gel astringente al cloruro di alluminio, mentre sono da escludere assolutamente gli impacchi di alcol, ammoniaca o aceto.
Il miglior consiglio è comunque sempre quello di rivolgersi alla Guardia medica o recarsi al Pronto soccorso .
La caravella portoghese dovrebbe vivere nelle acque dell’Oceano Atlantico, tuttavia, come affermato da Giulia Prato, responsabile del programma amare per il WWF, in questo articolo, con il riscaldamento dell'acqua la sua presenza è sicuramente aumentata anche nel Mediterraneo. Sembra infatti che qualche esemplare di caravella portoghese ci sia sempre stato anche nel Mare Nostrum ma, con ogni probabilità, negli ultimi tempi la quantità di colonie è aumentata, anche a causa del caldo estremo.
Difatti, la caravella portoghese è stata avvistata al largo della Sardegna e nel mare di Reggio Calabria. In Sicilia, pochi giorni fa una donna ha riportato ustioni alle gambe in seguito al contatto con questo polpo velenoso ed è stata ricoverata un paio di giorni in ospedale a scopo precauzionale.
(Articolo scritto da Gaia Cortese il 25 luglio 2022
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 31 luglio 2024)