Carenza di farmaci: la dottoressa Chiara Speroni ci spiega meglio cosa sta succedendo nelle farmacie

Quando Luca Li Bassi, direttore generale dell’Aifa, ha sollevato il problema della carenza di farmaci è sembrato che si trattasse di un’emergenza improvvisa. E invece non è così, anzi. Le aziende vendono i loro prodotti dove gli conviene di più, e a volte in Italia i prezzi sono troppo bassi per immetterli nel nostro mercato.
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Giulia Dallagiovanna 10 Luglio 2019
* ultima modifica il 27/05/2020
Intervista alla Dott.ssa Chiara Speroni Farmacista

Avrai probabilmente sentito parlare anche tu della carenza di farmaci. Diversi giornali e siti di informazione hanno lanciato la notizia, dopo che Luca Li Bassi, direttore generale di Aifa  (Agenzia Italiana del farmaco), ha sollevato la questione durante la tavola rotonda dell'Assemblea Pubblica di Farmindustria. E anche su Ohga te l'abbiamo raccontato.

Abbiamo però cercato di capire un po' meglio quale fosse la situazione, con l'aiuto della dottoressa Chiara Speroni, farmacista presso la Farmacia De Carlo di Vimodrone, nella città metropolitana di Milano. E ci ha spiegato che, in realtà, si tratta di un'emergenza per nulla improvvisa: in poche parole, si potrebbe dire che, a turno, alcuni tipi di prodotti farmaceutici mancano tutto l'anno.

Dottoressa Speroni, in cosa consiste nel concreto la mancanza di farmaci?

Per fare un esempio concreto, può succedere che una persona entri in farmacia e chieda il farmaco per la pressione. Ma i nostri fornitori non ce l'hanno recapitato. In quel momento si verifica la mancanza. Così effettuiamo l'ordine a diversi grossisti, cioè le figure che dovrebbero recepire le medicine quando escono dalle ditte che le producono e distribuirle poi ai punti vendita. Se però il produttore non li mette a disposizione, a noi non possono arrivare.

Quello che facciamo noi è provare a capire se una persona ha ancora un po' di scorta della medicina che gli serve. Altrimenti gli consigliamo di rivolgersi al medico curante per trovare una terapia sostitutiva. Anche perché se la patologia è cronica non si possono certo sospendere i trattamenti.

Ma come mai i farmaci mancano?

Può capitare naturalmente che ci siano dei ritardi nella produzione, magari perché le materie prime non sono arrivate. Ma è spesso più probabile che vi sia una ragione economica all'origine: se in Italia un farmaco costa 2 euro e in Germania 10, è chiaro che l'azienda provi a venderlo in quel Paese.

Quali farmaci mancano di preciso?

Dipende dal periodo. Quelli per i quali si verificano più spesso delle carenze sono, oltre appunto alle medicine per la pressione, quelli per il Parkinson, l'Alzheimer, l'asma e le aritmie cardiache. Il caso più eclatante è però quello degli antitumorali. Anche un mio conoscente è rimasto senza per un periodo, perché il prodotto di cui aveva bisogno era rimasto bloccato in Svizzera.

Naturalmente, se manca un farmaco per la pressione si può cercare il sostituto, ma se a mancare è un trattamento per un tumore il problema è ben più grave.

A lei quante volte è capitato di verificare una mancanza?

Direi che è un problema che per una farmacia è quasi all'ordine del giorno. Magari oggi manca un farmaco per la protezione gastrica e domani non si troverà quello contro l'ipertensione. Nel frattempo torna la crema cortisonica che prima era carente. Insomma, dobbiamo sempre cercare di trovare una soluzione alle necessità dei pazienti che non ricevono ciò di cui hanno bisogno. La continuità terapeutica è difficile da garantire in questo modo.

Per quanto tempo può non essere reperibile un farmaco?

Dipende. A volte per qualche settimana, ma possono anche passare mesi prima che i fornitori ce lo consegnino di nuovo. Magari rimangono disponibili per un po' di giorni e poi scompaiono ancora. L'andamento non è fisso, anche se tende a capitare di più in estate perché le aziende chiudono per ferie. In ogni caso non sappiamo di preciso come gestire il problema, perché può capitare che il giorno dopo l'azienda lo rimetta sul mercato, oppure che interrompa del tutto la produzione.

È un problema che si verifica solo in Italia?

No. Il nodo della questione è, per utilizzare un termine facilmente comprensibile, il meccanismo del libero mercato. Le ditte possono decidere di vendere i farmaci dove gli conviene di più, cioè dove si vendono a prezzi più alti. Perciò può capitare anche il contrario: in Francia manca un farmaco di cui in Italia siamo pieni. A un'azienda conviene, certo, ma per chi è malato è una situazione terribile.

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