Mancheranno i vaccini antinfluenzali nelle farmacie? Il rischio c’è e la “colpa” potrebbe essere, ancora una volta, del Coronavirus. Le Regioni, in vista del prossimo autunno, hanno aumentato le richieste di dosi da destinare ai propri pazienti over60 e a quelli a rischio, ai quali verrà somministrato a carico del servizio sanitario nazionale. La Lombardia, per esempio, avrebbe richiesto circa l’80% in più rispetto all’anno sorso. Questo perché, come ti abbiamo spiegato, il vaccino aiuterebbe medici e pazienti a non confondere i sintomi di una normale influenza con l’infezione da Sars-CoV-2 e viceversa. L’allarme era stato lanciato qualche giorno fa da Federfarma: chi non dovesse rientrare nella fascia di popolazione eleggibile potrebbe dunque non avere a disposizione un vaccino nella propria farmacia di fiducia. Ne abbiamo parlato con Anna Rosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia.
Quando pensi al viaggio del vaccino antinfluenzale devi immaginare due strade parallele. Una è quella che porta alle regioni e “riguarda gli anziani e le categorie a rischio a cui viene somministrato in modo gratuito dal servizio sanitario nazionale” ci ha spiegato la presidente di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, l’altra via è quella dedicata, invece, “alle persone sane, in età lavorativa e che possono acquistare il medicinale in farmacia”. Dove potrebbe incepparsi questo sistema? “Quest’anno le regioni hanno avanzato richieste di quantitativi più alti rispetto al solito – continua la presidente Racca – Tendenzialmente vi è una tolleranza del 40% sulle dosi in più ma alcune amministrazioni ne hanno richieste anche il doppio: la Lombardia per esempio, anche perché siamo la regione più colpita, ma anche Liguria e Piemonte hanno aumentato le richieste”.
L’organizzazione della campagna di vaccinazione antinfluenzale viene programmata di anno in anno e per il 2020 la pianificazione è stata fatta tra febbraio e marzo, "ed è chiaro quindi che oggi sarà ancora più importante vaccinarsi contro l’influenza: farà in modo che non si crei la famosa duplicazione dei sintomi. Se a dicembre una persona dovesse sviluppare febbre o tosse potrebbe essere Covid o anche l’influenza stagionale, se la persona non è vaccinata” continua la presidente di Federfarma. Se le regioni aumentano la domanda vuol dire dunque che le aziende farmaceutiche dovranno soddisfare le loro richieste rischiando, però, di lasciare scoperta la parte “privata”, dedicata a chi non rientra nei soggetti a rischio e che quindi può accedere al vaccino solo acquistandolo in farmacia: “C’è il rischio che manchino quelle 800mila dosi all’anno che solitamente venivano vendute privatamente nelle farmacie. Però c’è un mese e mezzo per lavorare e risolvere questo problema, non può succedere che il vaccino non arrivi alla gente”.
Il rischio sarebbe reale perché questo scenario di richieste elevatissime è reale: l’adesione alla prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale sembrerebbe destinata a numeri più alti e nuovi rispetto al solito. Molti medici e scienziati la stanno incentivando e in più, “vista la situazione pandemica, il Ministero ha deciso che le regioni potranno vaccinare anche persone over60 quindi la popolazione avente diritto sarà sicuramente maggiore rispetto all’anno scorso”.
È chiaro che oggi vaccinarsi per proteggersi dall'influenza è ancora più importante
Ci saranno poi da fronteggiare alcuni problemi, dai luoghi dove si potranno fare le vaccinazioni garantendo sicurezza e distanziamento fino alle figure che potranno effettivamente somministrarlo: per la presiedente Racca sarà importante risolvere il nodo legato “al ruolo dei farmacisti. In altri paesi sono autorizzati a somministrarlo, in Italia no. Ora noi, come Federfarma, parteciperemo a un nuovo corso che rilascerà ai farmacisti iscritti una sorta di patentino per la vaccinazione e questo agevolerebbe il peso di un’intera campagna. Prima di questo, però, servirà cambiare la legge”.