Caschi respiratori CPAP: cosa sono e perché in questo momento sono così importanti

Un dispositivo medico per favorire la respirazione che potrebbe alleggerire i reparti di terapia intensiva aiutando i pazienti che non versano in condizioni gravi a causa del Coronavirus. Grazie a questo genere di attrezzatura portatile, i pazienti possono respirare autonomamente sotto la supervisione degli infermieri senza occupare posti letto destinati alle situazioni estreme.
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Sara Del Dot 8 Marzo 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Il Coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, soprattutto perché ha rapidamente fatto traboccare i reparti di terapia intensiva dove i malati più gravi vengono letteralmente intubati per riuscire a respirare, coinvolgendo personale medico specializzato costantemente attivo e occupato.

Per questo motivo, nell’ultimo periodo si è iniziato a parlare dell’introduzione negli ospedali lombardi dei caschi CPAP, dispositivi che potrebbero alleggerire il carico dei reparti e del personale ospedaliero al limite del collasso, lasciando liberi i posti letto per i casi più gravi e alleggerendo l’impiego di personale medico. Ma cosa sono esattamente?

Cosa sono i caschi CPAP

CPAP è l’acronimo di Continuous Positive Airway Pressure, che significa “ventilazione a pressione positiva continua”. Una tecnologia molto utilizzata per la respirazione artificiale, che puoi avere visto sotto forma di una mascherina simile a quella dell'aerosol allacciata alla testa della persona in cura. I caschi dotati di questa tecnologia sono delle sfere trasparenti (come dei caschi da astronauta un po’ minimali) dotate di diversi tubi in grado di introdurre ossigeno ed espellere anidride carbonica, favorendo quindi la respirazione della persona che li indossa. I caschi sono semplici da usare, sono portatili perché si allacciano direttamente al corpo dell’individuo attraverso delle cinghie legate sotto le ascelle e quindi possono essere indossati in autonomia senza personale medico sempre a disposizione del paziente.

Perché sono importanti in questo momento?

I caschi CPAP sono molto efficaci per trattare patologie con difficoltà respiratorie, e quindi anche per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 che devono essere ricoverati ma non sono in condizioni estremamente gravi. La possibilità di utilizzare questo genere di dispositivi permetterebbe quindi di lasciare i posti letto già limitati delle terapie intensive a disposizione delle persone in condizioni più critiche, garantendo agli ospedali più spazio e più operatività anche per il personale medico e infermieristico. Inoltre, essendo facili da usare non sarebbe più necessario avere a disposizione sempre personale medico specifico ma sarebbe sufficiente la disponibilità di un infermiere, sempre sotto il monitoraggio del medico di riferimento. Pochi giorni fa, l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha comunicato che si sta procedendo all’acquisto di circa 500 caschi da introdurre il prima possibile negli ospedali della Regione, già al limite del collasso.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.