C’è il via libera al farmaco: Antonio, 44 anni, sarà la seconda persona in Italia a poter accedere al suicidio assistito

Antonio, marchigiano di 44 anni, è tetraplegico dal 2014 a causa delle lesioni riportate dopo un incidente stradale. L’Asur Marche gli aveva riconosciuto tutti e quattro i requisiti per accedere al suicidio assistito ma aveva ritardato per mesi il parere positivo su farmaco. Ora, dopo quasi due anni di attesa e battaglie legali, ha concesso il via libera.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Agosto 2022
* ultima modifica il 18/08/2022

È un passo più vicino, Antonio. Un passo più vicino al proprio suicidio assistito.

In Italia, come sai, è un diritto dal 2019. Da quando, cioè, la storica sentenza di Dj Fabo ha proiettato (finalmente) anche il nostro Paese nel futuro, concedendo ai cittadini la facoltà, al sussistere di determinate circostanze, di decidere della propria vita e quindi della propria fine.

Oggi Antonio è un passo più vicino al proprio suicido assistito perché la Commissione medica dell'Azienda sanitaria unica regionale delle Marche ha dato luce verde per il farmaco che gli consentirà di procedere con la sua decisione.

Dopo Federico Carboni, sarà dunque il secondo italiano che potrà accedere legalmente al suicidio assistito in Italia.

Per dare il via alla procedura mancava solo l’ok da parte dell’Asur Marche, perché le famose “determinate circostanze” necessarie Antonio le vive dal 2014.

Un giorno si trovava in viaggio per una trasferta di lavoro quando è rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale, dal quale è uscito vivo ma con una frattura vertebrale che lo ha reso tetraplegico.

Subito ha intrapreso il percorso di riabilitazione e fisioterapia ma in otto anni di lotta, sacrifici, speranze e dolore i miglioramenti, purtroppo, non sono mai arrivati.

Si è quindi rivolto all’Asur Marche perché procedesse alla verifica delle quattro condizioni previste dalla Corte Costituzionale necessarie per accedere alla pratica: la presenza di una patologia irreversibile e responsabile di sofferenze insopportabili, il ricorso a trattamenti di sostegno vitale e la certezza di una decisione presa in assoluta libertà e autonomia.

La storia di Antonio corrispondeva al 100% e l’Azienda sanitaria unica regionale gli aveva quindi riconosciuto tutti i requisiti di accesso. Per mesi, però, ha ritardato la decisione sul farmaco.

Il tempo passava, Antonio non migliorava e lo stallo – fisicamente e psicologicamente sfiancante – lo aveva portato a valutare il trasferimento in Svizzera, dove l’iter per accedere al suicidio assistito è più facile e rapido.

Dopo quasi due anni di attese e di azioni legali, però, oggi è arrivato il parere positivo. Antonio, dunque, ora è libero di se e quando procedere. “Stavo per riprendere i contatti con la struttura Svizzera che avevo contattato prima di questo percorso ma oggi, alla notizia della conferma del farmaco e delle modalità che potrò seguire, sono felice di poter avere vicino i miei cari qui con me, a casa mia fino all'ultimo momento – ha raccontato Antonio, oggi 44enne – Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito”.

Fonte | Associazione Luca Coscioni 

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