Celiachia, la scienza ha scoperto cosa innesco la reazione al glutine: è il primo passo verso una cura?

Un gruppo di scienziati canadesi ha scoperto come e dove inizia la risposta al glutine. Utilizzando un organoide costruito in laboratorio da cellule di pazienti celiaci e di topi transgenici, hanno scoperto che le cellule dell’epitelio, il rivestimento dell’intestino superiore, sono direttamente coinvolte nell’attivazione del sistema immunitario. Questo potrebbe portare allo sviluppo di farmaci in grado di inibire questo meccanismo.
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Kevin Ben Alì Zinati 17 Agosto 2024
* ultima modifica il 17/08/2024

«No, grazie: questo non posso mangiarlo. Nemmeno quello. E nemmeno quello». La vita di una persona costretta a convivere con la celiachia purtroppo oggi è così.

Sì, perché ancora non abbiamo a disposizione un trattamento contro questa malattia autoimmune e chi soffre di sintomi e problemi intestinali anche seri dovuti al contatto con il glutine non può fare altro che affidarsi a una dieta diversa.

Un’alimentazione, insomma, priva di tutti quegli alimenti che contengono questa proteina: fondamentalmente grano, segale e orzo.

Ora però le cose potrebbero cambiare. Un gruppo di ricercatori medici e ingegneristici della McMaster University, in Canada, ha compiuto un gigantesco balzo in avanti nella lotta a questa patologia, che colpisce circa l’1% della popolazione raddoppiando di fatto il proprio tasso di incidenza negli ultimi 25 anni.

Sulla rivista Gastroenterology, gli scienziati hanno spiegato di aver finalmente trovato come e dove inizia la risposta al glutine individuando ciò che sembra innescare la reazione a questa proteina che causa la celiachia.

Fino a ieri si pensava che la risposta infiammatoria al glutine prendesse avvio all’interno della parete intestinale e che coinvolgesse esclusivamente le cellule immunitarie ma i ricercatori canadesi erano convinti ci fosse di più dietro la storia.

Così hanno sviluppato un organoide, cioè un modello ricostruito in laboratorio in grado di simulare le attività e le risposte di un organo umano. Attraverso cellule di pazienti celiaci e di topi transgenici, hanno costruito in particolare un modello dell'epitelio intestinale, ovvero quel rivestimento dell’intestino superiore.

giornata celiachia

In questo modo hanno potuto innescare e osservare reazioni immunitarie al glutine in condizioni controllate, un'opzione che semplicemente non è disponibile negli ambienti intestinali estremamente complessi degli esseri viventi.

Così facendo sono riusciti a osservare in maniera precisa quali molecole hanno il compito di allertare le cellule immunitarie avvisandole della presenza del glutine. Per la prima volta insomma hanno dimostrato che le cellule dell’epitelio sono direttamente coinvolte nell'attivazione del sistema immunitario dietro alla celiachia.

L’epitelio, che è composto da una varietà di cellule che non fanno parte classicamente del sistema immunitario, svolge dunque un ruolo attivo nel guidare la risposta infiammatoria al glutine.

La scoperta è decisiva perché aver individuato con precisione chi e cosa fa scattare la reazione immunitaria al glutine potrebbe favorire la ricerca, spingendola allo sviluppo di farmaci in grado di inibire questo meccanismo dell’epitelio.

Un'altra scoperta importante contenuta nello studio canadese è che, dopo aver rilevato il glutine, l'epitelio invia segnali più forti alle cellule immunitarie nel caso in cui fossero presenti anche agenti patogeni.

Questo vuol dire che e potrebbe essere possibile prevenire la celiachia nelle persone a rischio. Come? Individuando in anticipo la presenza del patogeno e inibendo la sua interazione con il glutine e l'epitelio intestinale.

Fonte | "Gluten-Dependent Activation of CD4+ T Cells by MHC Class II–Expressing Epithelium" pubblicata il 9 agosto 2024 sulla rivista Gastroenterology

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