Cellule umane ringiovanite di anni: nuove strade nella lotta alle malattie dell’invecchiamento

I ricercatori dell’Università di Stanford, guidati dal biologo italiano Vittorio Sebastiano, sono riusciti a ringiovanire alcune cellule umane. Grazie ad un cocktail di proteine, dette Yamanaka, hanno riportato indietro le lancette dell’orologio di alcuni tipi di cellule ridando vigore ed efficacia alle attività di riproduzione e al metabolismo. Per ora i risultati sono stati ottenuti in laboratorio ma la ricerca apre strade molto promettenti nella lotta contro le malattie legate all’invecchiamento.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Marzo 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Se si potesse ricacciare indietro l’orologio delle nostre cellule e ringiovanire quelle più adulte e vecchie? Se fossimo davvero in grado quindi ridare loro efficacia e rimettere in moto le attività di riproduttive o rigenerazione? Le tecniche non fanno ancora parte di trattamenti normali e di uso quotidiano ma esistono. E funzionano.

L’ha dimostrato uno studio di un team dell’Università di Stanfrod, guidato dal biologo italiano Vittorio Sebastiano e pubblicato su Nature. I ricercatori sono infatti riusciti a ringiovanire delle cellule umane adulte attraverso l’utilizzo di proteine che sono tipiche dello sviluppo embrionale. Poter intervenire sull’invecchiamento cellulare significa ridurre le malattie ad esso collegate come l’artrosi e la perdita muscolare.

La ricerca

Ad oggi sappiamo che una delle principali cause dell'invecchiamento delle nostre cellule dipenea da una serie di errori che si accumulano nell’epigenoma, ovvero l'insieme dei meccanismi che regola l'espressione dei geni, ciò che decide in pratica l‘identità di ogni singola cellula. L’invecchiamento fa sì che la cellula accumuli degli errori in questo sistema “di marcatura” che con il tempo ne degradano l’efficienza.

L’approccio dei ricercatori dell’Università di Stanford si basa sul fatto che già nel 2006 era stato scoperto che alcune proteine, detti “fattori Yamanaka” in onore della scienziata che condusse l’esperimento, sono in grado di riprogrammare l'epigenoma di una cellula. In pratica questi fattori cancellando gli errori resettano anche l’identità della cellula e la riportano al suo stato embrionale e quindi “giovane”.

Questi fattori però agiscono punto su due livelli: da un lato agendo sull’epigenoma cancellano gli errori e ringiovaniscono la cellula ma dall’altro ne cancellavano l’identità. Così i ricercatori si sono chiesti come portare indietro l'orologio dell'invecchiamento senza indurre la pluripotenza e quindi senza comprometterne l’identità.

E hanno scoperto che ciò era possibile somministrando per un tempo abbastanza breve un “cocktail” di proteine ringiovanenti, che solitamente vengono espresse durante lo sviluppo embrionale.

I risultati

Guidati dal biologo Vittorio Sebastiano, i ricercatori dell’università americana sono stati capaci di far tornare indietro le cellule fino a uno stato giovanile, ripristinandone il vigore.

Dopo quattro giorni di esposizione alle proteine Yamanaka, le cellule umane sono ringiovanite in media da 1,5 a 3,5 anni, con picchi di 3,5 anni per le quelle della pelle. Le cellule che invece rivestono il lume, una porzione interna, dei vasi sanguigni sono tornate indietro fino a 7,5 anni.

L’esperimento poi ha preso in considerazione le cellule di cartilagine invecchiate e affette con osteoartrosi. Dopo lo stesso le cellule non secernevano più i fattori infiammatori che provocano la malattia. Sono state sottoposte al test anche le cellule del muscolo prelevate da topi anziani e trattate in vostro. E anche qui il risultato è stato un ringiovanimento e un miglioramento delle funzionalità.

I risultati, ottenuti in laboratorio, aprono quindi nuove strade nella lotta contro le malattie legate all'invecchiamento.

Fonte| "Transient non-integrative expression of nuclear reprogramming factors promotes multifaceted amelioration of aging in human cells" pubblicato su Nature Communications , il 24 marzo

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