Che cos’è un Covid hotel? Dove si trovano in Italia? Ecco la strategia per ridurre il sovraffollamento negli ospedali

Di Covid hotel si era iniziato già a parlare la scorsa primavera, durante la prima ondata di casi. Ora il tema è tornato d’attualità, dato che il recente aumento della curva dei contagi rende necessario un piano urgente per togliere pressione agli ospedali sempre più affollati. Ecco perché entrano in gioco quegli alberghi pronti a mettere a disposizione i propri posti letto per accogliere i casi meno gravi: vediamo come funzionano queste strutture e dove si trovano in Italia, regione per regione.
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Alessandro Bai 13 Novembre 2020
* ultima modifica il 22/02/2021

I Covid hotel sono stati uno dei principali punti toccati dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia in una videoconferenza alla quale hanno partecipato anche i Comuni, le Province e le Regioni, oltre al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure volte a contrastare e contenere la seconda ondata di coronavirus in Italia. Lo scopo del confronto era quello di studiare e mettere in atto nuove strategie per togliere pressione agli ospedali, a rischio sovraffollamento per via dell'aumento di contagi registrato nelle ultime settimane, che ha portato finora al picco giornaliero di 39.811 nuovi casi di sabato 7 novembre. Tra le soluzioni al vaglio, Boccia si è soffermato proprio sulla necessità di sfruttare gli alberghi rimasti vuoti a causa del calo del turismo per accogliere quei pazienti positivi al Covid-19 che non hanno bisogno di cure ospedaliere urgenti ma che, in assenza di alternative, si recherebbero comunque nelle strutture sanitarie sottraendo risorse che potrebbero essere messe a disposizioni dei casi più seri. Da qui, l'appello al commissario Arcuri a collaborare con gli enti locali per "mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid hotel che serviranno a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare".

Cosa sono

Di Covid hotel, in realtà, avrai probabilmente già sentito parlare durante la prima ondata di contagi avvenuta la scorsa primavera, non si tratta quindi di una novità assoluta. Se ricordi, allora come oggi, l'idea alla base della proposta era quella di dare tregua ai reparti ospedalieri troppo affollati, adibendo alcune strutture alberghiere all'accoglienza non solo dei positivi che necessitavano di cure più lievi, ma anche di quei casi in via di guarigione che però avrebbero avuto difficoltà a proseguire la convalescenza a casa propria.

Peccato però che il passaggio dalla teoria alla pratica sia stato più complicato del previsto e, in tante Regioni, l'apertura di questi alberghi non è poi avvenuta. Tra le poche eccezioni c'era stato l'hotel Michelangelo di Milano, a pochi passi dalla Stazione Centrale, che da marzo a luglio ha ospitato oltre 500 persone in quarantena che erano state contagiate o avevano avuto contatti stretti con altri positivi al Covid-19.

Proprio per evitare che si ripeta situazione simile, Boccia ha invitato Arcuri, in accordo con Comuni e Regioni, ad "attivarsi immediatamente", dato che l'obiettivo finale sarebbe quello di aprire almeno un Covid hotel per ogni provincia italiana.

Dove si trovano

Servirà naturalmente un lavoro coordinato ed efficiente tra le varie parti in gioco per arrivare all'apertura di un Covid hotel in ogni provincia, ma devi sapere che attualmente in Italia ci sono già diversi alberghi attivi e in grado di accogliere i pazienti positivi. Queste strutture alberghiere, aperte perlopiù in seguito alla seconda ondata di casi, sono disseminate per il Paese, anche se non ancora con la frequenza richiesta da Boccia.

In Lombardia l'hotel Astoria di Milano prenderà il posto dell'hotel Michelangelo, ma si aggiungono anche la residenza Adriano, una Rsa situata nella provincia milanese, l'hotel Antico Borgo La Muratella di Cologno al Serio, a poca distanza da Bergamo, e l'Alpa Hotel di Lodi Vecchio.

In Piemonte, una delle Regioni inserite in zona rossa, l'unica struttura attiva è l'hotel Bologna di Torino, che mette a disposizione 40 camere. Anche in Liguria dovrebbe essere solo uno l'albergo riconvertito in Covid hotel: si troverebbe in via Calvi a Genova e dovrebbe garantire a breve 100-150 posti.

In Puglia sono stati scelti tre hotel in provincia di Bari per accogliere i contagiati almeno fino al 31 dicembre, con possibilità di proroga. Anche nelle province di Lecce, Foggia e Brindisi sono state individuate altre strutture da riconvertire.

In Toscana sono invece più di 30 gli alberghi già attivi sul territorio delle tre Asl regionali, per un totale di quasi 1.000 posti letto, che potrebbero presto salire a 1.500. C'è invece un solo covid Hotel attivo, per il momento, in Campania: è l'Ospedale del mare di Napoli, che attualmente ha 14 camere occupate sulle 84 disponibili, in attesa che vengano individuate nuove strutture.

Il Lazio conta attualmente circa 800 posti disponibili per l'accoglienza di pazienti Covid, la maggior parte dei quali si trova in alberghi riconvertiti di Roma.

Tra le altre Regioni che possono già vantare la presenza di almeno un albergo riconvertito ci sono poi la Sardegna, la Sicilia, l'Abruzzo e le Marche. In Umbria dovrebbero essere disponibili a breve circa 400 posti letto, mentre in Friuli-Venezia Giulia si è ancora in attesa di capire quali strutture potrebbero essere temporaneamente trasformate in Covid hotel.

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