Chi ha la priorità sui tamponi? La risposta del Ministero della Salute

In una nota, il Ministero della Salute ha fatto chiarezza su quali sono le categorie di persone a cui viene data la priorità per l’accesso al tampone diagnostico per il Coronavirus. Dai pazienti ospedalizzati e con sintomi conclamati agli individui con infezioni respirate fino agli anziani nelle RSA con la stessa patologia e al personale sanitario. Inoltre, il Ministero ha specificato che, al momento, il test sierologico per la ricerca degli anticorpi da solo non è ancora “sufficientemente affidabile”.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

È una questione di strategia e priorità. Perché ogni giorno, l’avrai visto, aumenta il numero di pazienti positivi al Coroanvirus e perché, di contro, il sistema dei test a livello internazionale è ancora un meccanismo da migliorare. In sostanza: non ci sono tamponi sufficienti. Ma anche perché al momento l’altra modalità diagnostica, ovvero i test sierologici per la ricerca degli anticorpi, non sono abbastanza attendibili e, come ci ha spiegato il dottor Clementi, vanno come eseguiti in combinazione con il tampone. Per questo il Ministero della Salute ha voluto chiarire quali sono le categorie che hanno la precedenza per l’accesso ai test diagnostici per SARS-CoV-2: dai sintomatici conclamati e i loro contatti ai pazienti con infezioni respiratorie ospedalizzati o in case di riposo per anziani, dagli operatori sanitari a quelli dei servizi pubblici.

La combinazione

La nota con cui il Ministero ha voluto chiarire chi ha la priorità in fatto di tamponi, si inserisce tra le continue richieste di aumento dei controlli e la diffusione, negli ultimi giorni, di altre due modalità diagnostiche: i test rapidi e, appunto, i test sierologici. Questi ultimi, tuttavia ha ribadito il Ministero darebbero un risultato “non sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica”.

Questo perché al momento rilevare la presenza di anticorpi, le IGG e le IGM, non indicherebbero l’infezione in corso ma solo le tracce del suo “passaggio”, Inoltre, specifica la nota, l’esame degli anticorpi non solo non escluderebbe la possibilità di un’infezione in fase precoce o asintomatica, ma “per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini come altri coronavirus umani, il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della SARS-CoV-2”.

Per questo il tampone e il test sierologico non sono due modalità diagnostiche alternative ma complementari.

Chi ha la priorità

Secondo il Ministero della Salute, il tampone diagnostico per l’infezione da Coronavirus è riservato prioritariamente ai casi clinici di pazienti con sintomi conclamati o a quelli paucisintomatici: priorità che va estesa anche ai contatti a rischio familiari o residenziali già sintomatici.

Avrai sentito governatori regionali e medici chiedere la tamponatura per il personale sanitario: nella nota il Ministero specifica che i test devono essere assicurati sì agli operatori sanitari così come a tutte le categoria di lavoratori che sono considerate “a maggior rischio” di contrarre l’infezione.

Il documento ministeriale propone una strategia da se seguire nel caso di un aggravamento della situazione. Se dunque ci fosse un traffico congestionato nell’analisi del laboratori e nei risultati, se i campioni prelevati non potessero essere conservati in modo sicuro e se ci fosse una grave carenza di reagenti per per l'esecuzione di questi test. In questo caso la priorità andrebbe:

  • ai pazienti ospedalizzati con un’infezione acuta respiratoria grave
  • a tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o nelle RSA
  • agli operatori sanitari esposti a maggior rischio (personale del 118, personale ausiliario e i tecnici verificatori)
  • agli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche lievemente, asintomatici, delle RSA e altre strutture residenziali per anziani
  • alle persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbidità come patologie polmonari, tumori, malattie cerebrovascolari, insufficienza cardiaca, patologie renali, patologie, diabete e immunosoppressione con segni di malattia acuta respiratoria
  • ai primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse

Il Ministero ha specifico anche che se in zone con una diffusa trasmissione di COVID-19 la capacità di laboratorio non consentisse di effettuare le analisi diagnostiche andranno valutate due soluzioni: aumentare il numero di laboratori e considerare l’utilizzo di laboratori mobili o drive-in clinics che permettono di tamponare il paziente direttamente dal finestrino dell’auto.

Fonti | Ministero della Salute 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.