La gravità della cistite emorragica varia in relazione al tipo di causa che la scatena, pertanto è caldamente consigliato rivolgersi ad un medico che aiuti a capire la natura della stessa nel caso in cui il disagio si protragga a lungo.
La cistite emorragica, a differenza di una cistite semplice, coinvolge i capillari della sottomucosa della vescica, provocando l’eliminazione di sangue attraverso l’urina (ematuria).
La cistite emorragica può derivare da infezioni della vescica di natura batterica, virale o micotica, o svilupparsi come complicanza del trattamento al cancro, come radiazioni e chemioterapia. L’incidenza associata alla chemioterapia va dal 10% al 35% dei casi totali di cistite emorragica, e si sviluppa solitamente entro due giorni dal trattamento, mentre nel caso di radiazioni potrebbe svilupparsi anche nei mesi successivi.
La cistite emorragica può avere natura differente e di conseguenza una durata diversa: tende ad essere una condizione acuta quando è causata da infezioni, e quindi a risolversi più semplicemente e in minor tempo. Se diagnosticata tempestivamente e prontamente trattata, la cistite di tipo infettivo tende a risolversi con maggior facilità e con minori complicanze successive. La cistite emorragica diventa cronica e grave quando è causata da chemioterapia e radiazioni: la risoluzione della stessa è più difficile e le complicanze possono essere più serie e permanenti.
Le infezioni che possono causare la cistite emorragica sono indotte dalla presenza di alcuni virus:
Anche i batteri possono causare l’infezione:
In casi più rari, invece, il processo infettivo potrebbe scatenarsi a seguito di malattie parassitarie o da infezioni fungine.
La cistite emorragica cronica è spesso dovuta all’utilizzo di farmaci chemioterapici (ciclofosfamide e ifosfamide), nello specifico agenti alchilanti, che quando vengono scomposti dal corpo producono l’acroleina: questa viene filtrata dal sangue e dai reni e accumulata nella vescica, condizione che irrita il rivestimento della stessa provocando infiammazione, dolore e ulcere in grado di causare gravi emorragie.
Anche la radioterapia è collegata alla cistite, specialmente nei pazienti che ricevono radiazioni pelviche come per il trattamento di tumori uterini, della vescica o della prostata.
Tra le altre cause che possono rappresentare un fattore di rischio per la cistite emorragica possiamo trovare:
I sintomi della cistite emorragica possono includere:
In base alla quantità di ematuria si determinerà la gravità della cistite emorragica:
In base alla combinazione tra la portata del sanguinamento e il dolore addominale, si può inoltre parlare di condizione lieve, moderata o grave.
La corretta diagnosi di cistite emorragica avverrà solamente dopo un consulto di un medico che per prima cosa valuterà la storia clinica dietro ogni paziente: occorrerà un elenco dei farmaci che si stanno assumendo ed eventuali dettagli di trattamenti per il cancro o procedure di trapianto avute.
La valutazione dei sintomi della vescica è il passo seguente, quindi la frequenza e quantità di urina, il senso di svuotamento incompleto, un flusso scarso o intermittente. Successivamente potranno essere richiesti esami del sangue, esami delle urine e urinocoltura per identificare infezioni o anemie. Se necessario può essere prescritta anche un’ecografia, una tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica per immagini per esaminare la vescica e il tratto urinario e trovare eventuali coaguli di sangue.
Nel caso in cui il medico volesse esaminare più attentamente il rivestimento della vescica, l’esame da eseguire è la cistoscopia, ossia l’inserimento di un tubo con telecamera attraverso l’uretra: attraverso questo esame è possibile anche effettuare una biopsia per prelevare un campione di tessuto da esaminare o trattare le aree di sanguinamento con il laser.
In caso di cistiti in generale esistono delle accortezze che si possono adottare per cercare di non peggiorare la condizione infiammatoria, come idratarsi molto e bere molta acqua, ed eliminare cibi che potrebbero aumentare l’irritazione. La dieta dovrebbe evitare cibi come cioccolato, zuccheri semplici e carboidrati raffinati, spezie, formaggi e insaccati, bevande zuccherate e gassate, e soprattutto caffè e tè.
Un trattamento tempestivo, invece, con farmaci e irrigazione della vescica, può aiutare a gestire il dolore e prevenire danni permanenti: potrebbe presentarsi il rischio di urosepsi, una proliferazione di batteri che causa un’infezione grave del tratto urogenitale, oltre ad un blocco del tratto urinario.
La terapia dipende dalla gravità e dalla causa di cistite emorragica, e può comprendere:
Nei casi cronici si può ricorrere ad un intervento chirurgico, nonostante sia sempre mantenuto come ultima risorsa, in quanto potrebbero esserci complicanze. Gli interventi eseguibili sono:
La cistite emorragica causata da trattamenti di chemioterapia si può anche cercare di prevenire riducendo il tempo di esposizione della vescica all’acroleina. Questo può avvenire tramite somministrazione di sodio mercaptoetansolfonato (mesna), agevolato dall’assunzione di molti liquidi e diuretici per facilitare il passaggio dell’acroleina dalla vescica.