Le infezioni delle vie urinarie sono molto più comuni nelle donne rispetto agli uomini, a causa dell’uretra femminile che è più breve rispetto a quella maschile. Una di queste è la cistopielite.
La cistopielite è un’infezione delle vie urinarie: questa tipologia di infezioni si manifesta quando vi è la presenza di microrganismi patogeni (ad esempio batteri) nelle urine; ciò può causare danni alle vie urinarie e in generale all’organismo.
Le infezioni delle vie urinarie si suddividono in:
La cistopielite riguarda sia le vie inferiori che le superiori, intaccando nel dettaglio la vescica e il bacinetto renale (o pelvi renale, una porzione dei reni); in questo senso si distingue dalla pielonefrite che intacca i reni ma non la porzione delle vie inferiori, cioè la vescica.
Le infezioni delle vie urinarie avvengono attraverso l’uretra o a causa dei batteri di origine intestinale. I batteri principali che causano l’infezione sono:
Ciò che può predisporre l’infezione batterica è così elencabile:
I sintomi della cistopielite si possono riassumere in:
In alcuni casi l’infezione potrebbe essere asintomatica.
La diagnosi di cistopielite avverrà tramite esami delle urine e del sangue, per rilevare il microrganismo patogeno che causa l’infezione e trattarlo di conseguenza.
Il trattamento della cistopielite e delle infezioni delle vie urinarie in generale è farmacologico, con l’utilizzo ciclico di antibiotici, antispastici e analgesici. È importante non trascurare la cistopielite in quanto potrebbe anche compromettere irreversibilmente la funzionalità dei reni, causando anche pielonefrite.
Per le donne in gravidanza è necessario effettuare frequenti esami delle urine e urinocoltura, in quanto più soggette a manifestare infezioni delle vie urinarie; la cistopielite colpisce la donna in gravidanza più frequentemente tra la 18a e 30a settimana.
L’infezione in gravidanza è un evento comune che però deve essere trattato con cura, in modo tale da evitare complicanze per il feto, anche gravi come parto prematuro, iposviluppo fetale, morte endouterina e aborto. Il trattamento prevede il ricovero ospedaliero con conseguente monitoraggio e l’utilizzo di antibiotici a largo spettro.