Clonate cinque scimmie insonni in Cina: si tratta dei primi cloni portatori di malattie

Cinque primati identici, nati grazie a una procedura di chirurgia genetica, portatori di disturbi del sonno. È l’esperimento di un team di ricercatori di Shangai, che potrebbe consentire lo sviluppo di nuove terapie per alcuni disturbi non normalmente riproducili in laboratorio.
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Sara Del Dot 24 Gennaio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Per quanto riguarda gli esperimenti genetici possiamo affermare che la Cina difficilmente risulta seconda ad altri. Di recente, infatti, sono stati resi noti sulla rivista National Science Review i risultati di due esperimenti condotti presso l’Istituto di Neuroscienze dell’Accademia cinese delle Scienze, a Shangai, in cui sono stati creati i primi cloni al mondo di animali malati.

Si tratta di cinque scimmie insonni, nate grazie a una tecnica di taglia e incolla del Dna di altri primati geneticamente modificati, che consentiranno lo studio approfondito di patologie non riproducibili in laboratorio, come l’ansia, l’insonnia e vari disturbi che ne conseguono, come tumori e malattie neurodegenerative.

Gli esperimenti

Come ho già detto, la nascita dei cinque primati-fotocopia insonni è frutto di due esperimenti conseguenti. Nel primo, i ricercatori hanno modificato il Dna di alcuni embrioni delle scimmie che avrebbero poi donato i geni per la clonazione, introducendo i disturbi nel loro codice genetico. Questo passaggio è stato possibile grazie alla tecnica di chirurgia genetica chiamato Cispr/Cas9, che ha silenziato all’interno degli embrioni un fattore, chiamato Bmal1, che normalmente si occupa di regolare il ritmo biologico all’interno degli animali, chiamato circadiano. La sua alterazione ha quindi reso possibile la nascita di animali con vari disturbi, ad esempio ansia, depressione, schizofrenia, che normalmente sono impossibili da riprodurre in laboratorio.

Nel corso del successivo esperimento, sono state prelevate cellule del tessuto connettivo dalle scimmie nate con disturbi del sonno, dovuti all’alterazione del gene che regola l’equilibrio sonno-veglia. Queste cellule sono state inserite in cinque altre cellule uovo private del loro Dna originale. Questo meccanismo ha dato alla luce cinque cloni identici, tutti portatori della stessa malattia del sonno della scimmia donatrice. La tecnica è la stessa che è stata utilizzata anni fa per clonare la pecora Dolly.

A cosa serve?

Sebbene le pratiche di clonazione siano viste con diffidenza dall’opinione pubblica e da alcune parti della comunità scientifica, il coordinatore dell’esperimento, Hung-Chun Chang, ha sottolineato come la possibilità di ricreare alcuni disturbi comuni che colpiscono l’essere umano offrirà la possibilità di sviluppare terapie efficaci per malattie per cui ancora non sono state trovate.

Non la prima volta

Il centro di ricerca non è nuovo a questo genere di sperimentazioni. Infatti, l’anno scorso nei suoi laboratori erano state clonate due scimmie, Zhong Zhong e Hua Hua, con lo stesso metodo utilizzato per la pecora Dolly.

Fonte| "Cloning of a Gene-edited macaque monkey by somatic cell nuclear transfer", pubblicato su National Science Review il 24 gennaio 2019

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