Quando parliamo di Colangiocarcinoma ci stiamo riferendo a un tumore che colpisce le vie biliari. Ne hai mai sentito parlare? Proviamo a scoprirlo insieme e capire perché è così insidioso.
Il Colangiocarcinoma è, come ti abbiamo anticipato, un tumore delle vie biliari ma è particolarmente ostico perché, come vedrai, i suoi sintomi difficilmente fanno pensare a chi ne è colpito che c’è qualcosa di serio che non va.
È un tumore raro che solo nel 2020 nel nostro Paese ha colpito circa 5.400 persone. La prima grande difficoltà è spiegabile con il fatto che i sintomi, quindi i segnali della sua presenza, che dà sono sintomi generici e quindi accade che spesso siano attribuiti ad altri problemi più comuni e di facile spiegazione.
Non sappiamo ancora oggi quale sia la mutazione genetica che sta alla base di questo tumore. Tuttavia, è stato possibile stilare una lista di quelli che sono i fattori di rischio:
Il colangiocarcinoma si presenta principalmente negli uomini di 70 anni di età.
Si inizia a manifestare non dai suoi esordi ma quando cresce di dimensione e blocca il flusso della bile facendola risalire verso il fegato. Non uscendo ma rimanendo bloccata, le sostanze che contiene confluiscono nel sangue, provocando:
A questi sintomi possiamo dare una priorità: presta bene attenzione alla comparsa dell’ittero (pelle che diventa giallognola) e agli altri se durano per diversi giorni. In questi casi non esitare a contattare il tuo medico di fiducia.
Il primo step è l’anamnesi dal proprio medico, a cui seguono analisi del sangue (con marker specifici sul fegato e tumori relativi) ed esami di diagnostica per immagini (come ecografia addominale e risonanza magnetica dell’addome) in modo tale da vedere lo stato interno degli organi ed eventuali masse sospette. Infine, si esegue la biopsia (asportazione di tessuto) se vengono trovate masse da approfondire perché permette di sapere se c’è o meno un tumore e il grado di malignità.
Le cure, che variano in base al soggetto, alla dimensione e alla gravità (e diffusione) del tumore, si dividono in:
Fonti| Airc, Fondazione Poliambulanza