
“Sei solo un po’ stressato”, “Dai, non hai niente, sarà qualcosa che hai mangiato”, “Sei proprio un malato immaginario!”. Queste sono solo alcune delle frasi che, chi soffre di colon irritabile, si è sentito dire almeno una volta nella vita. Un po’ come si dice “occhio non vede, cuore non duole”, nel caso del colon irritabile potremmo dire “medico non vede, malattia non esiste”: questo perché la malattia non è causata da nulla che si possa “toccare con mano” (nessun polipo, tumore, nessuna fistola, niente di niente), ma ciò non significa che il disturbo non vada riconosciuto e trattato in maniera adeguata.
Infatti, il colon irritabile, o Irritable Bowel Syndrome (IBS), è una malattia veramente comune ai giorni d’oggi che può provocare molto disagio in chi ne è colpito, prevalentemente le donne adolescenti e le giovani adulte. Insomma, prenditi cura del tuo intestino perché se è vero che fa un lavoro per te sporco, qualcuno lo deve pur fare.
Il colon irritabile è una malattia intestinale cronica così comune, da essere quella più frequente negli ambulatori di gastroenterologia ma che, paradossalmente, ha caratteristiche poco definite. Si definisce "funzionale" perché non è causata da qualcosa di "anatomico" ben definito.
Si presenta con:
Il colon irritabile impatta fortemente non solo su chi ne è colpito, ma anche sulla spesa sanitaria a causa del numero elevato di visite, esami e ricoveri.
Perché? In fondo è solo un po’ di “colite”, dirai tu. Ecco i motivi:
Nonostante ciò, non è stato ancora validato un trattamento specifico, se non quello diretto al controllo dei sintomi e, ahinoi, molti pazienti spesso fanno i conti con uno scarso supporto nei loro confronti, imbattendosi in atteggiamenti sminuenti e di abbandono da parte dei medici e della società.
Il colon irritabile è una malattia funzionale, cioè non dipende dalla presenza di una causa anatomica, ma da una varietà di condizioni interagenti tra di loro. Sebbene si siano fatti molti passi in avanti per capire come mai alcune persone sviluppino questa fastidiosa sindrome, la conoscenza di tutti i meccanismi d’azione è ancora parziale. Tra le cause del colon irritabile vengono prese in considerazione:
I sintomi principali del colon irritabile sono l’alterazione delle abitudini intestinali (stitichezza, diarrea o entrambe) e il dolore addominale. Vediamoli nello specifico:
Esistono poi altri sintomi, non per forza sempre presenti, ma che non vanno sottovalutati: dovere correre al bagno nei momenti meno opportuni o provare dolore quasi di continuo non sono proprio il massimo della qualità della vita.
Nonostante i grandi progressi nello studio delle cause e dei meccanismi d’azione della malattia, la diagnosi del colon irritabile rimane una diagnosi di esclusione: si pone solamente dopo aver escluso altre malattie intestinali organiche (ad esempio Morbo di Crohn, retto-colite ulcerosa, diverticolite, tumori).
La diagnosi di colon irritabile si basa su:
Per la diagnosi di colon irritabile si utilizzano i cosiddetti Criteri di Roma IV e la Scala di Bristol, per i quali i sintomi di alterazione delle abitudini intestinali e di dolore:
In base alla presentazione clinica, il colon irritabile si classifica in 4 forme, anche se un gran numero di pazienti può cambiare categoria nel corso del tempo.
Purtroppo, può capitare che i sintomi del colon irritabile possano essere gli stessi di altre malattie intestinali oppure che si possano aggiungere a esse, ad esempio:
In questi casi delicati è difficile fare subito una diagnosi precisa senza avvalersi di altri esami, anche invasivi (come la colonscopia).
Infine, esiste una scala (la Irritable Bowel Syndrome Severity Scoring System) che raccoglie informazioni sulla gravità del dolore e l’impatto dei sintomi sulla vita di tutti i giorni.
Le cure per il colon irritabile sono diverse, e possono consistere in:
A riprova della forte relazione fra il colon irritabile e le problematiche di tipo psicologico (ansia e depressione), l’American College of Gastroenterology sostiene e incoraggia l’intervento psicologico come terapia per il colon irritabile.
Gli studi scientifici hanno dimostrato, infatti, che la psicoterapia cognitivo-comportamentale e psicodinamica possono aiutare a controllare la malattia e i sintomi, con un’efficacia comparabile agli antidepressivi.
Ulteriori studi sono comunque in corso per comprendere appieno il ruolo dei processi psicologici implicati nella malattia, come la percezione soggettiva della malattia, le errate strategie di gestione dello stress e l’ipersensibilità viscerale.
La terapia farmacologica del colon irritabile è utilizzata per il controllo e la neutralizzazione dei sintomi in acuto e varia in base alla forma presente – stitichezza, diarrea o mista-.
Si utilizzano, secondo il bisogno, delle medicine per aumentare o diminuire la velocità del transito intestinale e per trattare così la stitichezza e la diarrea.
In aggiunta possono essere impiegati farmaci per il dolore, antibiotici intestinali, fermenti lattici e probiotici e antidepressivi.
Molte persone sono interessate a modificare le proprie abitudini alimentari al fine di controllare i sintomi.
Purtroppo, a causa della natura del colon irritabile e dell’indeterminatezza rispetto ai meccanismi d’azione specifici, anche le misure dietetiche non sono assolute, nel senso che alcuni accorgimenti potrebbero funzionare per la stitichezza e non per la diarrea, oppure dovrebbero essere utilizzati con attenzione nelle forme miste o non classificate.
Rimane comunque il fatto che nessun accorgimento dietetico è stato confermato come trattamento alimentare d’elezione: si usa il buon senso, si avanza per tentativi e si escludono gradualmente gli alimenti irritanti, caso per caso.
Ad esempio, alcuni sintomi del colon irritabile possono essere scatenati dall’ingestione di lattosio o glutine perciò, anche se all’inizio i test di laboratorio per le intolleranze alimentari possono essere negativi, è bene comunque eliminare tali alimenti o preferire quelli che non contengono le sostanze irritanti.
Vediamo gli alimenti maggiormente chiamati in causa.
Ad ogni modo, il dibattito sui benefici dei supplementi di fibre è ancora controverso visto che il 40-70% dei pazienti migliorano anche solo con il placebo, mentre in altri studi si è dimostrata l’assenza di beneficio con le fibre o gli agenti formanti massa.
L’assunzione dovrebbe sempre essere personalizzata alle esigenze particolari (ad esempio, per alcuni l'ingestione di più fibre potrebbe peggiorare il gonfiore e il disagio).
D'altra parte dobbiamo ricordare che una dieta povera di fibre e scorie non dovrebbe essere perseguita come obiettivo a lungo termine.
Fonti|Dr. Alduini; Kristen R.W, et al. (2018) Irritable Bowel Syndrome, Am J Nurs; Medscape