Sindrome del colon irritabile: i sintomi e le cure di una malattia molto trascurata

La sindrome del colon irritabile è malattia intestinale cronica intermittente che impatta fortemente sulla qualità della vita della persona. E’ un disturbo senza un’apparente causa organica, caratterizzato da dolore, stitichezza o diarrea, e fortemente dipendente da stress, ansia e depressione.
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Valentina Rorato 15 Settembre 2023
* ultima modifica il 17/09/2023
Con la collaborazione della Dott.ssa Roberta Kayed Medico chirurgo

La sindrome del colon irritabile, o Irritable Bowel Syndrome (IBS), è un disturbo molto comune. Si tratta di un insieme di sintomi, che si verificano tutti in contemporanea, tra cui dolore ripetuto all'addome e cambiamenti nei movimenti intestinali, che possono essere diarrea, stitichezza o entrambi. É una condizione cronica che dovrai gestire a lungo termine, che può provocare molto disagio in chi ne è colpito, prevalentemente le adolescenti e le giovani donne.

Cosa si intende per colon irritabile

Il colon irritabile è una malattia intestinale cronica, caratterizzata da sintomi come dolore addominale, diarrea, stitichezza e una forte stanchezza. Si definisce "funzionale" perché non è causata da qualcosa di "anatomico" ben definito. Nel tempo i sintomi possono diventare più lievi, peggiorare nei periodi di stress o cambiare completamente. Non esiste un trattamento specifico e risolutivo, ma è possibile solo controllare la sintomatologia, così come non è ancora chiara quale sia la causa.

Differenza tra sindrome dell'intestino irritabile e colon irritabile

Esiste una differenza sostanziale tra sindrome dell’intestino irritabile o colite spastica e la colite, intesa come colon irritabile. Nel primo caso si tratta di un disordine funzionale dell’intestino che è benigno e che, secondo l’ISS, interessa circa il 10% della popolazione; soprattutto donne, prevalentemente in età 20-50 anni. La colite, invece, è una patologia infiammatoria, acuta o cronica, a carico del colon (la parte terminale dell’intestino) o dell’intestino in generale. E in questo caso è possibile classificarla in Morbo di Crohn e la Colite Ulcerosa, definite anche Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), che si manifestano con ulcere ed erosioni dell’intestino.

Sintomi del colon irritabile

I sintomi principali del colon irritabile sono l’alterazione delle abitudini intestinali (stitichezza, diarrea o entrambe) e il dolore addominale.

Aintomi addominali

I sintomi addominali più frequenti sono:

  • Stitichezza: si può manifestare con aumento della consistenza delle feci, diminuzione del calibro, dolore, defecazione infrequente e anche resistenza ai lassativi
  • Diarrea: feci poco o per nulla formate, associate all’urgenza di andare in bagno e aumento della frequenza
  • Dolore: a volte scatenato dai pasti e alleviato dalla defecazione, il dolore è spesso diffuso, più intenso nel basso addome a sinistra (sede del colon discendente, sigma e retto). Quando si presenta in maniera acuta, spesso insorge su un dolore vago preesistente. È importante sottolineare che un dolore dovuto a raccolte di aria nella zona del colon a sinistra, vicino alla milza, potrebbe essere scambiato per un dolore toracico o addominale superiore.
  • Mucorrea: perdita di muco chiaro o bianco con le feci
  • Bruciore di stomaco e dispepsia: è una sensazione vaga e aspecifica di pesantezza, sazietà precoce, nausea, vomito e senso di gonfiore
  • Nausea o vomito

Sintomi extra-intestinali

Esistono poi dei sintomi extra-intestinali, che sono ugualmente impattanti sulla qualità di vita:

  • Diminuzione della libido o dolore durante il rapporto sessuale (dispareunia)
  • Aumento della frequenza e dell’urgenza urinaria
  • Peggioramento dei sintomi nel periodo pre-mestruale
  • Fibromialgia: malattia caratterizzata da dolori muscolo-scheletrici aspecifici e mal definibili
  • Sintomi legati allo stress

Cause del colon irritabile

Le cause del colon irritabile non sono ancora chiare. È una malattia funzionale, cioè non dipende dalla presenza di una causa anatomica, ma da una varietà di condizioni interagenti tra di loro. Sebbene si siano fatti molti passi in avanti per capire come mai alcune persone sviluppino questa fastidiosa sindrome, la conoscenza di tutti i meccanismi d’azione è ancora parziale. Tra le cause vengono prese in considerazione:

  • Alterazione della motilità gastrointestinale: immagina l’intestino come un tubetto di dentifricio, il plesso mioenterico e i muscoli della parete intestinale come le tue dita che spingono per svuotarlo e il dentifricio come le feci. Nel colon irritabile la frequenza e l’intensità di attivazione del plesso mioenterico e di contrazione muscolare sono aumentate nei casi di diarrea e rallentati in quelli di stitichezza.
  • Infiammazione, ipersensibilità e iperalgesia (aumento della sensazione di dolore) viscerale: insomma, l’intestino è sofferente, è infiltrato microscopicamente di globuli bianchi e diventa più sensibile a stimoli altrimenti innocui
  • Microbiota intestinale alterato: la comunità di batteri che normalmente abita il nostro intestino è fondamentale per la salute dell’organismo e del nostro sistema immunitario, ma nel colon irritabile queste comunità sono alterate e sbilanciate verso malassorbimento, produzione di gas e distensione addominale
  • Alimentazione e intolleranze: i sintomi del colon irritabile sono maggiori in quelle persone che presentano anche intolleranze ai grassi dei prodotti caseari (latte e formaggi), al glutine e al fruttosio
  • Stress, ansia e depressione: ebbene sì, chi si reca dal medico per i sintomi del colon irritabile è più probabilmente una persona con disturbi d’ansia, depressivi o ipocondriaci. Hai mai sentito il modo di dire “l’intestino è il secondo cervello?” Vuol dire che ciò che succede nel cervello si ripercuote sull’intestino. I sintomi del colon irritabile nelle persone ansiose o depresse potrebbero dipendere da un’alterata funzione dell’asse intestino-cervello, un sistema fisiologico immunitario e neuro-ormonale che coordina e influenza reciprocamente le funzioni del cervello e dell’intestino, in modo tale che un evento dell’uno si ripercuota sull’altro, e viceversa.

Come si diagnostica

La diagnosi della sindrome del colon irritabile si basa sul processo di esclusione. Il medico quindi deve verificare che non ci sia colite ulcerosa o gastrite e prescriverà degli esami:

Raccolta della storia clinica e dei sintomi: abitudini alimentari, viaggi, stress, ansia, depressione, attività fisica, farmaci, interventi chirurgici, tipo del dolore presente, frequenza e forma delle feci

  • Esame fisico
  • Test di laboratorio: come gli esami ematici, delle urine, esame microscopico e parassitologico delle feci
  • Test strumentali, se necessari: come ecografia addominale, radiografie del tubo digerente o colonscopia

Per la diagnosi di colon irritabile si utilizzano i cosiddetti Criteri di Roma IV e la Scala di Bristol, per i quali i sintomi di alterazione delle abitudini intestinali e di dolore:

  • Sono insorti per la prima volta da più di 6 mesi
  • Si presentano per almeno 1 giorno alla settimana durante gli ultimi 3 mesi
  • Sono associati a due o più dei seguenti criteri: correlazione con la defecazione (possono aumentare o rimanere invariati con essa), modifiche della forma delle feci o modifiche della frequenza della defecazione

In base alla presentazione clinica, il colon irritabile si classifica in 4 forme, anche se un gran numero di pazienti può cambiare categoria nel corso del tempo.

  • Forma C: stitichezza prevalente (Constipation)
  • Forma D: diarrea prevalente
  • Forma M: mista, stitichezza e diarrea alternate
  • Forma U: non classificata (Unclassified), i sintomi non possono essere riferiti a nessuna delle altre forme

Purtroppo, può capitare che i sintomi del colon irritabile possano essere gli stessi di altre malattie intestinali: in questi casi delicati è difficile fare subito una diagnosi precisa senza avvalersi di altri esami, anche invasivi (come la colonscopia). Infine, esiste una scala (la Irritable Bowel Syndrome Severity Scoring System) che raccoglie informazioni sulla gravità del dolore e l’impatto dei sintomi sulla vita di tutti i giorni.

Come curare il colon irritabile

Le cure per il colon irritabile sono diverse, e possono consistere in: terapia psicologica, terapia farmacologica per controllare i sintomi  e terapia alimentare. La psicoterapia cognitivo-comportamentale e psicodinamica possono aiutare a controllare la malattia e i sintomi, con un’efficacia comparabile agli antidepressivi. I farmaci prescritti servono, invece, per il controllo e la neutralizzazione dei sintomi in acuto. Si utilizzano, secondo il bisogno, delle medicine per aumentare o diminuire la velocità del transito intestinale e per trattare così la stitichezza e la diarrea. In aggiunta possono essere impiegati farmaci per il dolore, antibiotici intestinali, fermenti lattici e probiotici e antidepressivi.

Alimentazione e colon irritabile

Curare l’alimentazione può portare grandi benefici a chi soffre di sindrome del colon irritabili. Non esiste una certezza della terapia, nel senso che alcuni accorgimenti potrebbero funzionare per la stitichezza e non per la diarrea, oppure dovrebbero essere utilizzati con attenzione nelle forme miste o non classificate. Rimane comunque il fatto che nessun accorgimento dietetico è stato confermato come trattamento alimentare d’elezione: si usa il buon senso, si avanza per tentativi e si escludono gradualmente gli alimenti irritanti, caso per caso

Alimenti consigliati

Alcuni sintomi del colon irritabile possono essere ridotti dall’assunzione di alcuni alimenti:

  • Pesce
  • Carne
  • Riso
  • Quinoa
  • Uova
  • Tofu
  • Banane
  • Fragole
  • Carote
  • Patate
  • Pomodori
  • Zucchine
  • Melanzane
  • Formaggi stagionati.
  • Fibre: potrebbero migliorare sia i sintomi della diarrea sia della stitichezza.
  • Probiotici: anche per i probiotici è poco chiaro quali siano i pazienti che potrebbero beneficiarne e in quali forma e dosaggio. Alcuni studi propendono per la classe dei Bifidobacterium.

Alimenti da evitare

Si consiglia invece di evitare i seguenti alimenti:

  • Cibi grassi come la carne e i formaggi
  • Caffeina che aumenta l’ansia e il riacuirsi dei sintomi
  • I legumi dovrebbero essere limitati nei casi di distensione addominale e gonfiore, anche se poi i legumi sono fonte di fibre (di cui ti parlavo prima) e non dovrebbero essere eliminati a vita
  • Lattosio, fruttosio, glutine e carboidrati fermentabili: potrebbe essere utile diminuirli nei casi concomitanti di intolleranze alimentari o celiachia
  • Comportamento durante i pasti: possono peggiorare i sintomi alcuni comportamenti a tavola come bere l’acqua durante i pasti, non masticare sufficientemente, mangiare velocemente mentre si parla (si ingoia aria che gonfia poi lo stomaco), assumere cibi speziati, piccanti e fritti.

Fonte | Humanitas; Auxologico

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