Colpita da 55 metastasi, le asportano il 93% del fegato: con un intervento mai eseguito prima glielo fanno ricrescere

Una giovane di origini toscane era stata colpita da un tumore del colon che aveva intaccato pesantemente anche il fegato. È stata operata dai chirurghi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa e distanza di tre mesi è libera da malattia e vive con il 7% del suo fegato, fatto ricrescere grazie a una strategia chirurgica: è la prima volta al mondo che viene eseguita.
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Kevin Ben Alì Zinati 14 Marzo 2022
* ultima modifica il 14/03/2022

Ben 55 metastasi e solo il 7% di fegato rimasto. Sono i numeri dell’intervento da record con cui un team di chirurghi dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa ha salvato la vita di una giovane.

La donna era affetta da tumore del colon sinistro, inoperabile proprio perché la massa nel tempo si era impossessata di una grossa fetta di fegato.

Solo la buona risposta alla chemioterapia ha lasciato intravedere ai medici la possibilità del trattamento chirurgico. Per il quale, però, serviva compiere qualcosa di mai tentato prima.

L’idea era di asportare le oltre 50 metastasi dilagate nel corpo della donna insieme a una grossa parte del fegato, salvandone solo una piccola porzione, meno del 10%, per poi farla ricrescere grazie a una strategia chirurgica innovativa.

Come puoi immaginare, il coefficiente di difficoltà dell’intervento era altissimo perché di norma, per eseguire una resezione epatica è necessario che il volume della parte di fegato rimanente, per sostenere le funzioni vitali dopo l’intervento, sia almeno del 40%.

La tecnica che i chirurghi hanno deciso di utilizzare è la cosiddetta ALPPS, riconosciuta come la più efficace e potente, anche se la più rischiosa.

Consiste in un doppio intervento a distanza di 8 giorni: il primo serve per dividere il fegato in due parti mantenendo il flusso di sangue della vena porta solo nella piccola parte di fegato sana, quella che deve rigenerarsi, mentre con il secondo intervento si procede con la rimozione della parte di organo colpito dal tumore, rimasta in sede per sostenere le funzioni vitali del paziente fino a quando la parte sana non ha raggiunto un volume adeguato alla sopravvivenza.

Il problema, però, è che viste le 55 metastasi, alla donna sarebbe rimasto solo il 7% di fegato, che avrebbe dunque dovuto aumentare più di 5 volte.

I medici hanno deciso comunque di proseguire con la Alpss. Con la prima parte di operazione le hanno diviso l’organo asportando la parte centrale del fegato e bonificando la parte sinistra con l’interruzione del flusso di sangue portale al fegato di destra.

Una fase del delicato intervento con cui i chirurghi pisani hanno rimosso 55 metastasi al fegato, salvandone solo il 7%. Photo credit: Aoup.

A distanza di 3 settimane il volume del fegato residuo è quadruplicato, passando dal 7% al 28%, anche se era ancora lontano dal 40% necessario. Così i chirurghi hanno adattato la procedura operativa aggiungendo un intervento intermedio per asportare metà del fegato destro, precedentemente “de-portalizzato” e lasciato temporaneamente in sede con le metastasi.

Dopo una settimana il volume del fegato residuo è finalmente aumentato fino al 41%: la giovane donna è stata quindi sottoposta anche all’ultimo tempo chirurgico per asportare definitivamente la parte di fegato malato e contemporaneamente rimuoverle il tumore primitivo del colon sinistro.

A tre mesi di questa incredibile operazione, la giovane è libera da malattia e vive con il 7% del suo fegato, fatto crescere grazie a una strategia chirurgica eseguita per la prima volta al mondo proprio nelle sale operatorie pisane.

Fonte | Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa

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