Come calmare un bambino dopo la vaccinazione: il primo minuto è fondamentale

Le parole pronunciate dai genitori e dagli operatori sanitari sono fondamentali per calmare un bambino durante la vaccinazione. A evidenziare questo aspetto è un recente studio canadese condotto alla York University di Toronto: nel primo minuto post vaccinazione incoraggiare, consolare o distrarre il bambino produce immediati benefici, a partire dal minuto successivo.
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Gaia Cortese 19 Novembre 2021
* ultima modifica il 19/11/2021

Tra i 5 e i 10 anni di età nel bambino si manifesta la paura dell’ago. In verità, anche in età prescolare una puntura o una vaccinazione non fa stare tranquillo nessun bambino e, a volte, tende ad angosciare pure il genitore.

Di recente, è stato condotto uno studio alla York University di Toronto, per comprendere meglio come ridurre il disagio percepito e diminuire il cosiddetto “effetto domino del dolore”.

Lo studio canadese, a cui hanno partecipato oltre 760 coppie di genitori con bambini provenienti da tre cliniche pediatriche nella Greater Toronto Area, ha fatto particolare attenzione a ciò che i genitori hanno detto ai figli in età prescolare (4-5 anni) per aiutarli a stare meglio dopo aver ricevuto la vaccinazione.

Le conclusioni di questa ricerca hanno quindi evidenziato come parlare al bambino dopo il primo minuto post vaccinazione è la migliore strategia per calmarlo.

La Dottoressa Rebecca Pillai Riddell, autrice senior e professoressa nel dipartimento di psicologia della Facoltà di Salute e direttore dell’OUCH Lab della York University ha infatti dichiarato: “Quello che abbiamo scoperto è che nel primo minuto dopo l’iniezione, più genitori hanno detto frasi che promuovono il coping, come “puoi farcela” e “sarà finita presto” o hanno cercato di distrarli parlando di qualcos’altro, più i bambini erano angosciati. Questo ci ha davvero sorpreso”.

“Abbiamo scoperto tuttavia, che durante il secondo minuto dopo il vaccino, quando il bambino era più calmo, queste stesse dichiarazioni di promozione del coping lo hanno portato a calmarsi più velocemente – ha poi aggiunto la Dottoressa Rebecca Pillai Riddell -. D’altra parte, dichiarazioni che promuovono angoscia, come criticare il bambino o rassicurarlo che stava bene, non avevano alcuna relazione con l’angoscia del bambino nel primo minuto, ma solo nel secondo minuto. I commenti che promuovono l’angoscia erano fortemente predittivi di un maggiore disagio nei bambini, più erano angosciati dopo l’ago, più si creava il cosiddetto “effetto domino del dolore” precedente”.

Per tranquillizzare un neonato o un bambino piccolo, sono diverse le strategie da poter mettere in pratica. Se si tratta di un neonato, si può cullarlo, attaccarlo al seno se si sta allattando, avvolgerlo in una copertina o tenerlo in braccio su un fianco o sulla pancia: sono tutte attenzioni che fanno parte di una sequenza sviluppata una cinquantina di anni fa dal Dottor Harvey Karp, professore di pediatria alla Usc School of Medicine, così come viene riportata sul sito di Nostrofiglio.it.

Se il bambino è un po’ più grande, in età prescolare, si può sempre fare affidamento a vere e proprie strategie fisiche come coccolarlo o abbracciarlo, o semplicemente, tenere per mano il bambino facendolo sentire protetto e più sicuro in un ambiente che non gli è famigliare.

Fonte| "Trajectories of distress regulation during preschool vaccinations" pubblicato su PAINil 5-07-2021

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