endometriosi

Come capire se soffri di endometriosi e quali esami fare per avere la diagnosi

Anche se negli ultimi anni l’attenzione alla prevenzione sta crescendo, l’endometriosi è a oggi ancora una malattia troppo poco nota. Eppure riguarda circa 190 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo e può arrivare ad essere anche invalidante. Ecco quali sono i sintomi più diffusi e quali gli esami necessari per la diagnosi.
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Maria Teresa Gasbarrone 28 Marzo 2023
* ultima modifica il 30/09/2023

Nel mondo sono circa 190 milioni le donne e le adolescenti colpite da endometriosi. Sebbene se ne parli solo da pochi anni, questa malattia interessa tra il 2% e il 10% della popolazione femminile. A difesa dei loro diritti, ma anche per aumentare la consapevolezza sulla diffusione della malattia, nel 2014 è stata istituita la Giornata Mondiale dell'Endometriosi, che quest'anno ricorre il 28 marzo.

In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva e la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire.

Proprio in occasione di questa ricorrenza la Società italiana di ginecologia e ostetricia ha inoltre attivato il numero verde 800.592.782 per offrire maggiori informazioni su questa malattia.

In realtà sull'endometriosi c'è ancora troppa poca consapevolezza, anche a causa delle difficoltà nella diagnosi: ancora troppo spesso questa arriva solo dopo un percorso medico lungo e tortuoso. Ma quali sintomi comporta l'endometriosi? Attraverso quali esami vieni diagnosticata?

Quali sono i sintomi dell'endometriosi?

L'endometriosi è una patologia ginecologica cronica causata dalla presenza di cellule endometriali, che in condizioni normali si trovano solo all’interno dell’utero, in organi differenti. Nell’endometriosi, quindi, il tessuto endometriale è presente in sedi diverse da quella fisiologica.

In Italia sono tre milioni le donne che hanno ricevuto diagnosi di endometriosi

L'endometriosi può implicare diversi sintomi, più o meno gravi, da caso a caso. I principali possono essere:

  • dolore pelvico
  • mestruazioni dolorose e irregolari
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • perdite ematiche anche non in corrispondenza delle mestruazioni
  • dolori durante le defecazione
  • sterilità

Il sintomo più importante resta il dolore mestruale, che "può esserescrive il ministero della Salutecronico e persistente, con aggravamento durante il periodo mestruale". Ma lo spettro di sintomi è così ampio da comprendere anche stanchezza e in alcuni casi perfino fenomeni depressivi.

Mentre "il dolore durante i rapporti sessuali, e alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci – specifica ancora il ministero – è caratteristico della endometriosi del setto rettovaginale, chiamata anche endometriosi profonda infiltrante (deep infiltranting endometriosis, DIE). Altre volte i dolori si manifestano durante la minzione e sono caratteristici della endometriosi vescicale".

Quali esami fare?

Come abbiamo già detto, l'endometriosi è causata dalla presenza di parti di mucosa endometriale, che di solito riveste l'interno dell'utero, fuori dalla sua sede normale. In caso di malattia, le cellule endometriali potrebbero quindi trovarsi nelle ovaie, ma anche su altri tessuti nella zona pelvica e addominale. In base della sede in cui si sviluppa, l'endometriosi viene classifica in:

  • endometriosi ovarica
  • endometriosi intestinale
  • endometriosi vescicale
  • endometriosi profonda

Se ti capita spesso di sperimentare i sintomi che hai letto sopra, probabilmente ti starai chiedendo come fare per scoprire se sei affetta o meno da endometriosi.

L'endometriosi può essere diagnosticata attraverso una visita ginecologica nel corso della quale il medico indagherà prima sulla natura dei tuoi sintomi (amnesi) e poi procederà con l'esame fisico vero e proprio. Questo è necessario per "mettere in risaltospiega Humanitas la presenza di cisti endometriosiche a livello del setto retto vaginale, della cervice uterina o dei fornici vaginali oltre a eventuali fissità degli organi pelvici che possano far sospettare l’esistenza di endometriosi".

Durante o dopo la visita ginecologica, il medico può avvalersi di ulteriori esami o tecniche diagnostiche per accertare la presenza della malattia. Tra queste ci sono:

  • ecografia transvaginale, che può evidenziare formazioni cistiche endometriosiche nelle ovaie, nell’utero o negli altri organi pelvici
  • risonanza magnetica della pelvi, il cui uso è limitato ai casi di endometriosi che non toccano organi ginecologici come l’intestino e l’uretere
  • laparoscopia, utilizzata per individuare un’endometriosi a livello di organi pelvici, soprattutto se le cisti sono molto piccole. In genere si opta per questo metodo quando il medico sospetta la presenza della patologia, ma ecografia e risonanza magnetica non sono riuscite a evidenziare la presenza di cisti endometriosiche (pur essendoci i sintomi tipici della malattia

Endometriosi e gravidanza: è possibile?

Dopo il dolore, la paura di non poter rimanere incinta è una delle preoccupazioni che più tormenta le donne affette da endometriosi. Anche se non è ancora chiaro il rapporto diretto tra l'endometriosi e la sterilità, è vero che il rischio aumenta in presenza della malattia.

"L’endometriosi, in effettispiega Fondazione Veronesi può interferire in diversi modi sulla fertilità spontanea della donna: danneggiando la qualità degli ovociti, impedendo l'impianto dell'embrione nell'utero, creando delle aderenze tra i tessuti che possono arrivare a ostruire il transito attraverso le tube".

Le difficoltà pur esistenti nel caso in cui si voglia provare a rimanere incinte non implicano però la certezza della sterilità. Esistono infatti diverse strade terapeutiche – sia se si abbia in progetto o meno una gravidanza -, in base alle condizioni particolari e specifiche del singolo caso.

"L’approccio all’endometriosi spiega ancora Fondazione Veronesi – dipende prevalentemente dai sintomi e dal desiderio di maternità della paziente. Le opzioni includono l’attesa, la terapia medica (agisce sui sintomi, senza ridurre le lesioni, che possono tornare a crescere dopo la sospensione delle cure) o chirurgica e la procreazione medicalmente assistita".

Ecco perché se soffri dei sintomi detti sopra o comunque sospetti di essere affetta da endometriosi è importante che tu ti rivolga al più presto al tuo medico per iniziare il percorso terapeutico più adatto a te e iniziare così a stare meglio.

Fonti | Ministero della Salute, Humanitas, Fondazione Umberto Veronesi

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