Come funziona il rubeo test per la rosolia e chi dovrebbe farlo

Il rubeo test è un semplice prelievo di sangue che serve per verificare la presenza o meno di immunità contro la rosolia. Fondamentale per tutte le donne in gravidanza e consigliato anche a chi sta cercando di rimanere incinta, lo scopo dell’esame è quello di ricercare gli anticorpi contro una malattia esantematica che potrebbe provocare malformazioni del feto, aborto spontaneo e morte in utero.
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Giulia Dallagiovanna 5 Settembre 2021
* ultima modifica il 05/09/2021

Se la contrai da bambino, la rosolia è semplicemente una malattia esantematica che spesso si manifesta solo con sintomi lievi e di rado comporta delle complicanze. Il problema arriva quando viene infettata una donna in gravidanza. Tra i rischi maggiori vi sono malformazioni del feto, aborto spontaneo e morte in utero. Per questo motivo, in caso tu sia rimasta incinta o stia pianificando di avere un figlio dovrai verificare se hai già sviluppato gli anticorpi, e quindi l'immunità, oppure no. Proprio a questo serve il rubeo test, che è gratuito, perché in carico al sistema sanitario nazionale, e consiste in un semplice prelievo di sangue. Molto importante per vivere la gravidanza nel modo più sicuro possibile.

Cos'è

Il rubeo test è appunto un semplice esame del sangue che ricerca gli anticorpi contro la rosolia. Sia che tu abbia contratto questa malattia da piccola, sia che ti sia sottoposta al vaccino, l'immunità che hai sviluppato durerà per tutta la tua vita. Perciò in qualsiasi momento tu decida di rimanere incinta, potrai scoprire se il tuo organismo abbia già le difese contro questa malattia oppure no. Naturalmente, il fine non è proteggere te stessa, ma il tuo bambino.

Cos'è la rosolia

Per capire meglio l'importanza del rubeo test, è meglio identificare prima di quale patologia si tratti. La rosolia è appunto una malattia provocata dal rubella virus e potresti sentirla chiamare anche terza malattia oppure rubeola. Di solito colpisce i bambini tra gli 1 e i 4 anni e si manifesta con la tipica eruzione cutanea e a volte qualche linea di febbre. Nonostante sia molto contagiosa, e se hai dei figli lo saprai bene, ha un decorso piuttosto tranquillo e si risolve praticamente da sola nel giro di 2 o 3 giorni.

Quando però a contrarla è una donna in gravidanza, le cose si complicano. Soprattutto se la gestazione è tra la 16esima e la 20esima settimana, c'è un elevato rischio di aborto spontaneo o morte in utero. Questo perché il virus può raggiungere la circolazione fetale e infettare i tessuti dell'embrione.

Quando si è ancora nei primi quattro mesi di gravidanza, un altro rischio è quello che si sviluppi la cosiddetta sindrome della rosolia congenita. Può essere responsabile di malformazioni del feto, cecità, sordità, problemi cardiaci, ritardo mentale e psicomotori.

Cosa ricerca il test

Il rubeo test va a ricercare nel tuo sangue gli anticorpi contro la rosolia. Più precisamente, rileva la presenza di Immunoglobuline M e di Immunoglobuline G. Ripassiamo un attimo la differenza:

  • Le IgM vengono prodotte dal tuo sistema immunitario durante la fase iniziale e più acuta della malattia. Di solito restano attive per circa 2 mesi e poi i loro valori scendono.
  • Le IgG invece vanno a costituire la memoria immunologica. Circa una o due settimane dopo aver contratto l'infezione, il tuo organismo produce questi anticorpi che si ricorderanno del virus specifico e ti proteggeranno qualora dovesse attaccarti di nuovo. Nel caso della rosolia, queste immunoglobuline rimangono presenti per tutta la vita.

Questo significa che se hai le IgM sei stato esposto di recente al virus e forse l'infezione è ancora in corso. Mentre se hai solo IgG sei a tutti gli effetti protetto dalla malattia.

I valori normali

Non si può parlare esattamente di valori normali per quanto riguarda il rubeo test, perché ciascun laboratorio ha i suoi parametri di riferimento. Di norma vengono indicati nella legenda del referto, per far capire se i due tipi di anticorpi ricercati sono presenti in quantità superiore o inferiore alla norma. Ma quello che interessa a te, nel concreto, è un'altra informazione, riassumibile in "positivo" o "negativo".

Il risultato ideale è quello in cui sei negativa alle IgM, ma positiva alle IgG

Il risultato ideale è una situazione per cui sei negativo alle IgM, e dunque non sei stato esposto al virus di recente, ma positivo alle IgG e quindi sei protetta dai tuoi anticorpi, magari perché ti sei ammalata da piccola oppure perché hai fatto il vaccino.

Come leggere il referto

Prima di tutto, è fondamentale sottoporre il referto al tuo ginecologo ed evitare assolutamente le diagnosi fai da te. Proviamo in questa sede solo a vedere quante possibili combinazioni esistono nei risultati e cosa potrebbero significare:

  • IgM negative e IgG negative: non sei mai entrato in contatto con il virus, ma non significa che non possa accadere in futuro. Sarebbe davvero il caso di sottoporsi a vaccinazione.
  • IgM positive e IgG negative: hai avuto l'infezione e questa è recentissima. Non sei ancora coperta dagli anticorpi e dovresti quindi chiedere consiglio al tuo ginecologo per capire cosa fare. Se ancora non sei rimasta incinta, forse è bene rimandare di qualche mese.
  • IgM positive e IgG positive: l'infezione è comunque recente e, di nuovo, è meglio chiedere consiglio al tuo ginecologo prima di mettere in pericolo il futuro bambino.
  • IgM negative e IgG positive: come ti dicevo prima, questa è la situazione ideale perché risulti coperta dagli anticorpi, ma è trascorso molto tempo dall'infezione (o dal vaccino).

Naturalmente è possibile che il risultato sia un falso positivo, ma sarà il tuo ginecologo a individuare eventuali valori che non lo convincono e a decidere se sia il caso o meno di ripetere l'esame.

Quando fare il test

Il rubeo test è rivolto a tutte le donne che hanno scoperto di essere incinte. Viene inoltre consigliato a chi ha in programma di avere una gravidanza, per prevenire ogni possibile rischio per il bambino. Se però il risultato non è quello desiderato, ti verrà richiesto di ripeterlo dopo qualche mese. Ogni tre, se nel frattempo sei rimasta incinta ed entrambe le immunoglobuline erano negative.

Nei neonati

Il rubeo test può essere effettuato anche sui neonati, quando c'è il sospetto che abbiano contratto l'infezione da rubella virus mentre erano ancora in utero. In tal caso viene prelevato un po' di sangue dal cordone ombelicale oppure dal tallone e, di nuovo, si ricerca il livello dei due anticorpi.

Se le IgG sono positive, ma le IgM negative vuol dire che in qualche modo le prime sono state trasmesse dalla madre fino al feto. Per valutare se sia stata sviluppata una sindrome da rosolia congenita, gli esami dovranno essere ripetuti ogni mese durante i primi sei di vita. Se gli anticorpi scendono, significa che non è accaduto.

Se sono positive le IgM o le IgG, è possibile che il neonato sia stato infettato in utero

Quando invece risultano positive le IgM entro il primo mese di vita, vuol dire che il bambino è stato effettivamente infettato durante la gravidanza. Di nuovo, è possibile che si stata sviluppata la rosolia congenita, anche se saranno necessari altri esami per giungere a conclusioni definitive.

La preparazione per il test

Il rubeo test consiste, come ti ho già spiegato, in un semplice prelievo di sangue venoso. Per questo motivo, non è necessaria una preparazione particolare prima di eseguirlo. Non dovrai nemmeno osservare il classico digiuno di 8 ore che di norma precede questo tipo di analisi, perché i valori da ricercare non variano in seguito a un pranzo.

Fonte| Ospedale Niguarda

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