Come funziona Immuni, l’app volontaria per contenere l’epidemia di Covid-19

Scaricarla sarà una scelta volontaria, ma il suo utilizzo su ampia scala permetterà di mappare il territorio e individuare quante persone sono risultate positive al Covid-19. Ecco perché l’app Immuni può essere uno strumento utile per uscire da questa emergenza sanitaria.
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Gaia Cortese 18 Aprile 2020
* ultima modifica il 06/10/2020

Si chiama Immuni, l’app scelta dal governo per contenere l’epidemia di Covid-19 a partire dalla fase 2. Progettata da Bending Spoons, azienda tutta italiana che opera nel campo dello sviluppo di app per iPhone, in collaborazione con altre realtà come il centro medico Santagostino, ha vinto un bando nel rispetto dei criteri pubblicati dalla Commissione europea per la realizzazione della app: volontarietà del download, temporaneità dell'utilizzo, rispetto della normativa europea sulla privacy e tecnologia Bluetooth per evitare l'invasività delle geolocalizzazioni.

Come funziona Immuni

Come funziona l’app Immuni? Una volta scaricata l’app sul tuo smartphone, avrai la possibilità di sapere se nelle settimane precedenti sei entrato o meno in contatto con una persona positiva al Covid-19 e quindi se sei a rischio contagio. Nell’app è presente anche una sorta di diario clinico in grado di monitorare eventuali sintomi da coronavirus: puoi per esempio comunicare se hai raffreddore o tosse, o se hai altri sintomi riconducibili al virus come la perdita dell’olfatto e del gusto. I dati raccolti permettono di mappare il territorio, di prevedere eventuali focolai dell’epidemia e di avviare test mirati sulle comunità interessate.

L’app si basa poi su un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth, in grado di rilevare la vicinanza tra due smartphone nel raggio di un metro.

Immuni permette che sul tuo dispositivo sia conservata una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi a cui sei stato vicino in un certo periodo. Chiunque venga sottoposto al tampone per Coronavirus, può caricare attraverso un codice i dati raccolti dalla sua app su un server su cloud, inclusa la lista anonima delle persone a cui è stato vicino. In questo modo il server può calcolare per ogni identificativo il rischio di esposizione all'infezione sulla base di parametri come la vicinanza fisica e il tempo, per poi generare una lista degli utenti più a rischio, a cui è possibile inviare una notifica sullo smartphone.

E la privacy?

Con un’app di questo genere, è normale che ci si ponga il dilemma sul rispetto della privacy. L’app raccoglie i dati in forma anonima, ma come spiega Luca Foresti, AD del centro medico Santagostino: “L'app è prevista per poter usare due strumenti: uno è il low energy bluetooth, che rileva le persone nelle vicinanze (se hanno a loro volta scaricato la app). Poi c’è anche il Gps, che permette di georeferenziare il telefono, cioè di vedere i suoi spostamenti nello spazio: il governo deve decidere se usare anche questo. Entrambi gli strumenti raccolgono dati in modo anonimo".

Il download dell'app Immuni sarò volontaria e disponibile tra qualche settimana.

Fonte| Ministero della Salute

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