Il test antidroga viene effettuato per verificare se una determinata persona abbia fatto uso di sostanze stupefacenti e psicotrope oppure no. Per alcuni lavoratori si tratta di un screening obbligatorio che viene effettuato al momento dell'assunzione e poi con cadenza periodica che di solito è pari a un anno. Inoltre, può essere richiesto ogni qualvolta vi sia il legittimo sospetto. Se ne occupa il medico del lavoro, ma al di fuori delle aziende può essere sostenuto sia in laboratori pubblici che in quelli privati a pagamento. Ne esistono principalmente di due tipi: salivare oppure delle urine. Quest'ultimo chiamato anche drug test lavoro, perché è quello utilizzato nelle aziende. Ancora più preciso risulta, infine, quello del capello, sebbene risulti ben più costoso.
Come ti sarà facile intuire, il test antidroga è un dispositivo che attraverso l'impiego di saliva o urina può rilevare la presenza o meno di sostanze stupefacenti nel tuo organismo. O meglio, ne individua i metaboliti, che restano nei tuoi liquidi corporei per diverse ore dopo l'utilizzo di droghe.
Con una nota emanata il 7 luglio 2017, il Ministero della Salute ha previsto l'obbligo di esecuzione del test per lavoratori che svolgono determinate mansioni. L'esame viene svolto attraverso l'analisi delle urine e sotto la supervisione del medico del lavoro che collabora con l'azienda. Il datore di lavoro ha inoltre l'obbligo di garantire questo screening, al fine di preservare la sicurezza della persona stessa e soprattutto dei suoi colleghi, prevenendo possibili incidenti o infortuni.
Devi sapere poi che, oltre che sulle persone, esistono anche test che verificano la presenza di sostanze sulle superfici o nelle polveri.
Il test antidroga è in grado di rilevare i metaboliti derivanti dagli stupefacenti più diffusi. Tutti i test possono rilevare una o più sostanze, ma bisogna però sapere che la permanenza di questi metaboliti nei fluidi biologici varia notevolmente. La permanenza di queste molecole nelle urine è limitato e lo è ancora di più quando la matrice utilizzata è quella salivare. Nello specifico, viene influenzato dalla massa corporea della persona, dall'assunzione di liquidi, dalla sua personale tolleranza allo stupefacente stesso, dalla frequenza di abuso e da quanti giorni sono trascorsi dall'ultima assunzione.
Proviamo allora a dare uno sguardo più approfondito alle sostanze e a capire in media quanto permangono all'interno del tuo organismo:
Come ti accennavo, però, se il test effettuato è di tipo salivare, i giorni indicati in questo elenco diminuiscono. Ad esempio, in caso di marijuana, la finestra temporale in cui può essere valido scende a 6 o 12 ore, mentre per la cocaina da 1 a 3 giorni. Proprio per questa ragione, si tende a preferire il test delle urine, che risulta comunque poco invasivo e semplice da effettuare.
Il funzionamento del test dipende, naturalmente, dalla tipologia che è stata scelta. Per quello delle urine, ad esempio, il primo passaggio è proprio il prelievo di un campione, che deve avvenire alla presenza del medico in modo da non rischiare eventuali scambi. Il lavoratore può essere informato al massimo 24 ore prima, mentre non è previsto un minimo di tempo.
Se poi vi saranno ancora dei dubbi in seguito al risultato, potrà essere prescritto il test del capello.
Stiamo parlando di un test rapido, che di solito fornisce il risultato dopo circa 5 o 10 minuti che è entrato in contatto con il materiale usato, ovvero saliva o urina. E i risultati, di facile consultazione, possono essere di fatto solo due: positivo o negativo.
Nel primo caso, significa che nel campione biologico fornito sono state ritrovate tracce di una o più sostanze stupefacenti e che si è quindi verificata un'assunzione durante i giorni o le ore precedenti. Non è però possibile stabilire in che modo sia avvenuta.
Se invece il responso è negativo, vuol dire appunto che non vi erano indizi di uso di sostanze all'interno della finestra temporale indicata per ciascuna droga. La persona quindi potrebbe non aver mai assunto sostanze, oppure averlo fatto al di fuori della finestra temporale indicata o, ancora, averle utilizzate in dosi insufficienti perché potessero essere individuate dai test.
Vediamo allora per quali lavori è obbligatorio il test antidroga:
In realtà, si tratta dei casi più frequenti, mentre la lista prevista dal Ministero della Salute non si esaurisce a queste professioni.
Il test più rigoroso rimane comunque quello del capello, in grado di rilevare tracce di sostanze ingerite fino a 90 giorni prima dell'esame. Viene effettuato solo in alcuni centri specializzati ed è piuttosto costoso, per questo motivo lo si effettua soprattutto quando è necessario chiarire ulteriori dubbi in seguito al risultato di un test delle urine. Può individuare soprattutto cannabinoidi, cocaina, oppiacei, anfetamine e MDMA.
Come potrai immaginare, il campione consiste in una ciocca di capelli lunga almeno 10 centimetri, che viene sminuzzata e poi sciolta in solventi specifici. Si divide il materiale in due parti e se il responso sulla prima è positivo, è previsto un controllo di conferma, ripetendo l'esame sulla seconda.
Fonti| Poliambulatorio e centro medico Valentini; Ministero della Salute