Come il Covid può aumentare il rischio diabete: lo studio italiano su oltre 500 pazienti

È il primo studio a dimostrare come l’infezione da SARS-Cov-2 induca insulino-resistenza e comprometta la funzione delle cellule beta del pancreas. Il risultato è che anche una volta trascorsi due mesi dalla fase acuta, i livelli di glicemia nel sangue possono rimanere elevati. Piano piano scopriamo tutti gli effetti a lungo termine di questa infezione.
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Giulia Dallagiovanna 9 Giugno 2021
* ultima modifica il 30/06/2021

Fino a questo momento, sapevamo che le persone affette da diabete erano più a rischio di sviluppare complicanze da Covid-19. Oggi però abbiamo la dimostrazione che è vero anche il contrario: l'infezione da SARS-Cov-2 può indurre l'insulino-resistenza. La conferma arriva da uno studio internazionale, ma coordinato dall'Italia, pubblicato sulla rivista Nature Metbolism, che ha preso in considerazione più di 500 italiani ricoverati proprio a causa del Coronavirus.

I ricercatori del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invenizzi dell'Università degli Studi di Milano e dell'Ospedale Sacco hanno collaborato con team provenienti dal Boston Children's Hospital, dal Brigham and Women's Hospital sempre di Boston e dall'Harvard Medical School. Hanno così scoperto come il virus sia in grado di compromettere la funzione delle cellule beta del pancreas e di indurre una resistenza all'insulina. Così, anche chi non era affetto da diabete, potrebbe ritrovarsi con livelli di glicemia nel sangue più elevati della norma. Una condizione che può persistere per un paio di mesi dopo la fase più acuta dell'infezione da SARS-Cov-2.

"Questo è il primo studio a dimostrare che il virus induce insulino-resistenza e deteriora la normale funzionalità beta-cellulare: queste alterazioni possono portare ad iperglicemia franca che persiste anche nella fase post-acuta", commenta Paolo Fiorina, professore associato di endocrinologia, direttore del Centro Internazionale per il Diabete Tipo 1 (T1D) al Centro di ricerca pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi e direttore della Unità di endocrinologia della ASST Fatebenefratelli-Sacco, che ha preso parte allo studio. – In particolare, la comprensione profonda dei meccanismi della malattia potrà facilitare la ricerca di nuove strategie terapeutiche per questa malattia devastante che ha un impatto così importante sulla nostra comunità".

Si tratta di un altro degli effetti a lungo termine del Covid-19 ed evidenzia ancora una volta l'importanza della vaccinazione

Inoltre, viene a ricordarci un aspetto importante di questa pandemia: il Covid non è una semplice influenza e i suoi effetti a lungo termine iniziano a manifestarsi. C'è chi fatica a recuperare il gusto e l'olfatto, chi ha sviluppato sintomi depressivi o altri disturbi psicologici legati alla malattia e non solo al lockdown, chi avverte ancora qualche difficoltà nel respirare e chi, infine, potrebbe ritrovarsi con una diagnosi di diabete. Di fronte a tutto questo, non è difficile capire l'importanza della vaccinazione per evitare di incorrere in complicanze che ancora non conosciamo del tutto.

Fonte| "Acute and long-term disruption of glycometabolic control after SARS-CoV-2 infection" pubblicato su Nature Metabolism il 25 maggio 2021

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