
Misurare la febbre è una delle prime azioni che si compiono, per la salute propria o dei figli. Ma sei sicuro di saperlo fare nel modo corretto? E quale strumento utilizzi? Dimenticati del vecchio termometro a mercurio, uno strumento sicuramente preciso, ma potenzialmente pericoloso. Meglio allora un dispositivo digitale o con galistano. Potrai inserirlo sotto l'ascella, oppure procedere con una rilevazione orale, rettale o inguinale.
Probabilmente diverse informazioni le conoscevi già, ma è importante tenere a mente anche i dettagli. Per esempio, quanti gradi bisogna sottrarre se si misura la temperatura in bocca e in quali momenti della giornata è più corretto farlo. E poi, quando si può parlare davvero di febbre?
La temperatura che aumenta, un'improvvisa sonnolenza e un malessere diffuso sono tutti segnali della febbre. Ma questo disturbo, di per sé, non è una malattia. È piuttosto un'arma che il tuo corpo mette in atto per difendersi da un'infezione in corso, che può essere di origine virale o batterica. Su Ohga ti abbiamo già spiegato perché la febbre si alza e cosa significhi avere la febbre alta. In questo caso, è bene che tu capisca che non si tratta di un male da contrastare, a meno che non raggiunga un livello eccessivo, ma solo di un disturbo da lenire. Bisogna piuttosto capire se la causa all'origine è grave oppure no.
In generale, i valori normali della temperatura corporea in una persona oscillano fra i 36,5 gradi e i 37,1. Di conseguenza, si potrà effettivamente parlare di febbre quando il termometro segna i 37,5 gradi e oltre. Fino ai 38, però, si parla di febbricola e sarebbe meglio non assumere nessun farmaco antipiretico. Il tuo sistema immunitario si sta infatti organizzando per combattere una minaccia esterna e dovresti lasciargli fare il suo lavoro senza intervenire, in modo che le tue difese abbiano il tempo di potenziarsi.
A partire dai 38 gradi, però, è meglio chiedere il parere del tuo medico e seguire i suoi consigli. Non è detto che sia necessario ricorrere alle medicine, ma è comunque bene tenere la situazione sotto controllo. Fino ai 38,5 gradi si definisce comunque febbre lieve e sotto la soglia dei 39 rimane moderata. Si parla di temperatura elevata quando i numeri sul termometro superano questo limite. Ma per arrivare alla vera e propria febbre alta, i gradi dovranno risultare superiori a 39,5. Prima dei 41 gradi si parla di iperpiressia, oltre questo livello la situazione è di iperpiressia estrema. È chiaro che a questo punto sarebbe necessario recarsi al pronto soccorso.
Come farai quindi a capire quanti gradi ha raggiunto il tuo corpo? Ovvero, come si misura la febbre? Per prima cosa, devi sapere che la temperatura di riferimento è quella interna che dipende dall'ipotalamo, il centro termoregolatore dell'organismo. Naturalmente non potrai raggiungere quella zona con nessun dispositivo, perciò la misurazione avviene per via indiretta. Ecco perché ci saranno dei piccoli "aggiustamenti" da praticare rispetto alle cifre indicate dal termometro.
Nel 2009, l'Unione europea ha imposto il ritiro dal commercio di tutti i termometri a mercurio. Erano infatti strumenti altamente precisi, ma in caso di rottura, il metallo sarebbe risultato tossico per la persona e per l'ambiente. Oggi quindi dovrai scegliere fra altre opzioni, altrettanto valide, che puoi reperire in farmacia o in alcuni supermercati. Vediamo insieme quali sono i tipi sul mercato:
La Società italiana di pediatria consiglia di acquistare proprio quest'ultimo strumento: più economico e sufficiente per un utilizzo domestico. Non serve infatti che il tuo termometro sia preciso come quelli che sono in dotazione in ambulatori e ospedali.
Di norma, la prima immagine che ti verrà in mente quando si parla di misurare la febbre, sarà un bambino con un termometro sotto l'ascella. In realtà, però, le vie di misurazione sono diverse e quella più precisa non si trova esattamente vicino al tuo braccio.
Se hai dei figli, che frequentano la scuola materna o le elementari, saprai che si ammaleranno abbastanza di frequente. E che misurare la febbre nei bambini può diventare un'impresa da non sottovalutare. Per questa ragione, quindi, diventa molto importante quale tipo di termometro decidi di usare e quale via di rilevazione vuoi adottare.
Per quanto riguarda lo strumento, il consiglio è di utilizzare quelli digitali: hanno una sonda più "morbida" e meno fastidiosa rispetto ai tradizionali in vetro, oltre al fatto che suonano per avvisarti che hanno terminato e non dovrai dunque continuare a controllare alternativamente figlio e orologio. Da evitare invece quelli a infrarossi, anche perché una misurazione frontale o auricolare è soggetta a tantissime variazioni esterne, come la temperatura generica della stanza, e interne, ad esempio un'infiammazione alle orecchie.
La via più comoda è appunto quella ascellare, ma non è di certo la più sicura. Un buon compromesso può dunque essere la rilevazione inguinale: non troppo invasiva e più protetta rispetto alle braccia.
Fino a quando il neonato ha meno di un anno, la via più indicata è quella rettale. Gli darà probabilmente fastidio, ma è l'unico posto dove il termometro non rischia di spostarsi in continuazione: prova a convincere un bambino di quell'età a rimanere immobile per tre minuti, e ti accorgerai che nemmeno tenerlo fermo con le mani funziona al 100%.
Se invece vuoi optare per la via orale, ti consiglio di aspettare che tuo figlio compia almeno 4 anni, soprattutto se il termometro è in vetro. Altrimenti potrebbe rischiare di rompere la capsula finale e farsi male.
Che si tratti di te o di tuo figlio, non ha nessuna utilità continuare a misurare la febbre ogni mezz'ora. Anzi, esistono dei veri e propri momenti nella giornata in cui è più corretto rilevare la temperatura e altri in cui invece è meglio evitare. Nello specifico, al risveglio e nel tardo pomeriggio sono gli orari ideali. Mentre dopo i pasti, a meno di un'ora dall'ultima bevanda calda o da una sigaretta (anche se dovresti davvero evitare di fumare mentre il tuo corpo è impegnato a combattere un'infezione) e dopo cena sono fasce di tempo dove i gradi variano con maggiore facilità. Il rischio è quindi quello di avere un risultato che non rispecchia per nulla la reale situazione.
La temperatura inoltre tende ad alzarsi in modo fisiologico anche dopo un'intensa attività fisica o per ragioni psicologiche, come un forte stress o una sensazione di paura. Non significa che hai davvero la febbre, ma che il tuo corpo sta facendo fronte agli stimoli esterni cercando di proteggersi.
Come consiglio pratico, invece, è bene che tu decida di utilizzare sempre lo stesso termometro e la stessa via di misurazione, compresa la medesima ascella, durante un periodo di febbre. In questo modo sarai certo che la temperatura media di partenza non cambia e ti accorgerai prima se i gradi stanno aumentando o diminuendo.
Fonte| Uppa