Virus del Nilo: come si contrae e quali sono i sintomi

Ogni estate, torna a spaventare la popolazione italiana il virus del Nilo, l’infezione trasmessa da alcune specie di zanzare, soprattutto dopo l’aumento di casi registrato nel 2022. Scopriamo insieme che cos’è il virus del Nilo, come si cura e quali sono i sintomi, ma anche se può essere o meno letale.
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Maria Teresa Gasbarrone 23 Giugno 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

Il virus del Nilo è un’infezione virale e si contrae attraverso una puntura di zanzara. La maggior parte delle persone infettate non sviluppa sintomi o ne ha solo di minori, come febbre e lieve mal di testa.

Tuttavia, alcune persone possono essere colpite da complicanze letali, come encefalite e meningite. Ecco perché è molto importante fare attenzione alle zanzare, usando un repellente e indossando indumenti che coprano la pelle.

Che cos’è il virus del Nilo

Il virus del Nilo (detto anche febbre West Nile) è una malattia provocata dal virus West Nile, un virus della famiglia dei Flaviviridae, diffuso soprattutto in Africa, in Asia occidentale, in Europa, in Australia e in America.

Quest’infezione si può manifestare a seguito di una puntura di una zanzara infetta (più frequentemente del tipo Culex pipiens). Non si trasmette quindi attraverso il contatto umano e sono a rischio di infezione, oltre agli uomini ci sono anche gli altri mammiferi, soprattutto i cavalli, e in alcuni casi anche cani, gatti e conigli.

Non ci sono vaccini per prevenire o farmaci per trattare il virus nelle persone, e questo è ciò più spaventa. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi bisogna stare sereni perché i "malati" non sono consapevoli di essere stati infettati e la malattia guarisce da sola. Circa 1 persona su 5, invece, sviluppa febbre e altri sintomi lievi, mentre 1 persona infetta su 150 viene colpita da una malattia grave, che a volte può essere anche fatale.

Negli ultimi anni il numero di casi di virus del Nilo registrati in Europa sta aumentando in modo allarmante: solo nel 2022 el 2022 nell'Ue e See (Spazio economico europeo) sono stati segnalati 1.133 casi umani e 92 decessi di infezione da virus del Nilo. Un numero che ha spinto l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, a lanciare l'allarme.

Una delle situazioni più preoccupanti riguarda proprio l'Italia: è il primo Paese in Europa per numero di infezioni contratti con 723 casi segnalati.

Tra le cause di questa vera e propria invasione di zanzare ci sarebbero anche il cambiamento climatico, le estate più lunghe e calde da una parte, le inondazioni più severe e frequenti dall'altra.

Come si trasmette

La trasmissione del virus del Nilo avviene tramite le zanzare, che si infettano quando si nutrono di uccelli infetti. A loro volta, le zanzare contagiate diffondono il virus del Nilo occidentale alle persone e ad altri animali pungendole. E' raro, ma è accaduto che il virus fosse anche passato attraverso:

  • Trasfusione di sangue e donazione di organi
  • Da madre a figlio, durante la gravidanza, il parto o l'allattamento

Devi, invece, stare tranquillo perché il virus non si diffonde con il contatto diretto, la tosse o gli starnuti, ma neanche toccando animali vivi.

Sintomi del virus del Nilo

I sintomi non si manifestano nell’80 percento dei casi. Nel 20 percento, invece, potresti accusare:

  • febbre
  • mal di testa
  • dolori articolari
  • diarrea
  • eruzione cutanea

Nello specifico l'eruzione cutanee è tra i sintomi più frequenti. Si manifesta in circa il 50% dei pazienti, ed è tipicamente maculopapulare (zona di pelle arrossata con piccole lesioni rilevate rispetto al piano cutaneo).

L'eruzione cutanea tipica del virus del Nilo coinvolge petto, schiena e braccia e generalmente dura meno di 1 settimana. I sintomi acuti durano in genere da 3 a 10 giorni, ma possono durare più a lungo.

Nei casi gravi, invece, i malati possono sviluppare una forma che colpisce il sistema nervoso centrale, come l'encefalite (infiammazione del cervello) o la meningite (infiammazione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale). Può inoltre colpire a qualsiasi età e le persone con più di 60 anni sono maggiormente a rischio.

Tempi di incubazione

Il periodo di incubazione, ovvero l'arco temporale che va dalla puntura della zanzara infetta allo sviluppo dei sintomi, è rapido, varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Diagnosi

Se avverti dei sintomi, come la febbre e il mal di testa, ovviamente il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di base, che probabilmente farà richiesta di un emocromo completo. Se c’è il dubbio di un’infezione da virus del Nilo potrebbe anche chiedere dei test su siero, liquido cerebrospinale (in caso di implicazioni neurologiche) e urina per il rilevamento del genoma. Attenzione perché i campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, quindi si consiglia di ripetere gli esami dopo una settimana.

Come si cura il virus del Nilo

Non esiste una cura per il virus del Nilo. Come avrai potuto capire nella maggior parte dei casi non devi fare nulla, se non attendere che passi, un po’ come l’influenza. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, soprattutto se sono insorte complicazioni neurologiche.

Il virus del Nilo è mortale?

La malattia indotta dal virus del Nilo in genere causa sintomi lievi, tanto che possono passare perfino inosservati. Di fatti il 70% è asintomatico. Tuttavia in alcune circostanze, come nelle persone anziane o nei soggetti a rischio, può causare sintomi anche gravi e diventare perfino mortale.

Le stime riferite da Ecdc parlano di un paziente su dieci tra i casi che hanno dato esito a coinvolgimento del sistema nervoso.

Come prevenire l'infezione

Purtroppo non esiste il vaccino, anche se al momento ci sono diversi studi su questo argomento. Quello che puoi fare per evitare di essere infettato è tenere lontano, per quanto possibile, le zanzare, usando repellenti, installando zanzariere alle finestre, evitando ristagni di acqua, soprattutto su terrazzi e balconi.

Fonte | Istituto Superiore di Sanità; Ecdc; Ospedale Bambino Gesù

(Scritto da Valentina Rorato il 27 agosto 2020,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 23 giugno 2023)

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